Summer School: "Morfologie famigliari: Leone e Natalia Ginzburg nella letteratura e cultura italiana e europea" (original) (raw)
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Scopo di questo progetto didattico e di ricerca è esaminare l’opera di Leone (1909-1944) e Natalia Ginzburg (1916-1991) alla luce dell’indissolubile intreccio fra attività intellettuale e creativa e impegno civile che caratterizza il loro contributo alla storia italiana ed europea del XX secolo. Muovendo dalla presentazione delle biografie e dei contesti in cui si collocano, procederemmo alla lettura e commento di alcuni loro scritti, ad un confronto sul ruolo svolto da entrambi nella casa editrice Einaudi, e alla sperimentazione di metodologie didattiche per la promozione della letteratura. Il programma include 5 seminari, le lezioni magistrali di Mario Barenghi – teorico, critico letterario e specialista di letteratura italiana moderna e contemporanea – e di Domenico Scarpa – curatore delle opere di Natalia per Einaudi – nonché la conclusione dei lavori affidata a Carlo Ginzburg. I partecipanti saranno coinvolti in un’esperienza di ascolto, analisi, riflessione, in costante dialogo con studiosi di differenti ambiti disciplinari e teorici. Inoltre, lavoreranno a dei progetti personali sotto la supervisione di un docente, i quali saranno presentati e discussi durante sessioni plenarie dedicate.
(Auto)narrativas: hacia la construcción de un canon alternativo en italiano, 2020, ISBN 978-84-1311-424-8, págs. 219-237, 2020
Lessico famigliare è un libro a sfondo autobiografico che sfugge ai tentativi di classificazione, sospeso com’è tra romanzo e memoir. Narratrice e, al tempo stesso, personaggio, la Ginzburg si pone a margine del racconto, evitando il più possibile di parlare di sé e rivelando in generale, come è stato detto, una “oltranza di riserbo” su molti episodi che riguardano la propria famiglia. La chiave di questa reticenza sta forse nel desiderio, espresso dall’autrice nel brano del 1949 Il mio mestiere, di “scrivere come un uomo”, corroborato dalla convinzione che le scrittrici, salvo eccezioni, “ignorano il distacco” e “spesso, quando scrivono, non riescono a liberarsi dei sentimenti, non sanno guardare a sé stesse ed agli altri con ironia”. Ma scrivere come un uomo per la Ginzburg non significa affatto “scrivere fingendo d'essere un uomo. Una donna deve scrivere come una donna però con le qualità di un uomo”, specifica la scrittrice. In questo senso, la peculiare scrittura di Lessico sembra combinare in maniera ottimale le due istanze di genere suggerite attraverso la commistione di saggio e narrativa, teatro e poesia, riuscendo così a esprimere discrezione e sentimento, ironia e “canto”, senza mai perdere la traccia aurea del “romanzesco”
La famiglia Manzoni di Natalia Ginzburg - una rilettura
Oltre la fitta coltre di sospetto e le proteste che si levano quando viene redatta la biografia di un personaggio ingombrante – il taglio giocherà a suo favore? in quale momento sarà colto in flagrante? la luce vorrà risparmiare i dettagli più sordidi? – si nasconde, il più delle volte, una storia appassionante che merita di essere raccontata. E se anche l’immenso lavoro documentario muove i suoi passi da una <<rozza curiosità>>, ai fini e al piacere dell’indagine non esiste spinta più concreta: è del tutto superfluo, suggerisce Natalia Ginzburg tra le righe, cercare di nobilitarla.
Natalia Ginzburg. «Scrivere con il corpo» sul margine del «buco del Reale»
altrelettere
Quest’articolo si propone di illustrare il legame tra corpo e scrittura che caratterizza la parabola creativa di Natalia Ginzburg (1916-1991) attraverso alcuni strumenti ermeneutici della psicanalisi lacaniana. Nella prima parte dell’articolo - Linguaggio e Inconscio - si definisce la natura del soggetto lacaniano, scisso tra parola soggettiva e struttura linguistica, tra il sé e l’illusione del sé: due poli divisi da un’opacità connaturata all’esistenza, che il linguaggio e la scrittura non possono risolvere. La seconda parte - La frammentazione come strumento narrativo e psicanalitico – indaga i modi in cui Natalia Ginzburg ha assunto su di sé la responsabilità di questa scissione trasformandola in contenente e contenuto di tutta la sua narrativa: da un lato, la frattura si manifesta tramite lo strumento della frammentazione, nelle diverse voci sperimentate dalla Ginzburg fra il 1942 e il 1984; dall’altro, la crepa diventa strumento psicanalitico-esistenziale per l’indagine del ra...