Il Moderno dal destino incerto. La difficile sfida per la conservazione dell’architettura di Pier Luigi Nervi (original) (raw)

E. Palazzotto (a cura di), Il progetto del restauro del Moderno

2007

Questo numero del quaderno del Dottorato in Progettazione architettonica viene stampato pochi mesi dopo la immatura scomparsa di Pasquale Culotta. Pasquale è stato l'ideatore del Dottorato, insieme a pochi altri, ne ha fatto sempre parte, ne è stato il coordinatore per un lunghissimo periodo, fino alla morte. Il quaderno non può cominciare senza tener conto di questo avvenimento. La Facoltà di Architettura; il Dipartimento di Storia e progetto, il Dottorato, le istituzioni cioè che lui ha diretto per lungo tempo, ne hanno ricordato, con diverse manifestazioni, i caratteri essenziali, hanno tracciato la sua figura di architetto, di insegnante, di studioso, ed anche di uomo sensibile, curioso, attento ad ogni fermento. In questa sede, nel primo numero che appare senza la sua presenza, ma che raccoglie materiale in gran parte elaborato sotto il suo coordinamento, io voglio soltanto provare a testimoniare della sua presenza e del suo ruolo nel Dottorato, a cui ha fornito un'impronta certamente fondamentale. Il Dottorato è stato fondato a partire dal VI ciclo, quindici anni fa; il primo coordinatore è stato Francesco Cellini, allora professore a Palermo, che ha mantenuto il ruolo per alcuni anni, fino al suo trasferimento a Roma, ed è stato sostituito da Pasquale. Il quale ha molto sostenuto l'ipotesi di un Dottorato intersede, ritrovandovi una ricchezza che potesse estendere il dibattito e il confronto al di là di una cerchia ristretta e in fondo sempre in contatto all'interno della stessa città. Da qui il coinvolgimento delle sedi di Napoli, di Reggio Calabria, e per un certo periodo di tempo anche di Bari. Il coordinamento è stato sempre reale e molto partecipato, in quanto ogni elaborazione del Dottorato è avvenuta in sede di riunione del Collegio dei docenti: il Collegio ha discusso e seguito nelle varie fasi di stesura ogni tesi, così che ogni prodotto può coerentemente dirsi frutto di una intelligenza collettiva. Si tratta di una caratteristica che non è comune a tutti i dottorati. Ma il nostro ha anche un altro carattere particolare, questo voluto fortemente da Pasquale Culotta, e che ha costituito il centro del lavoro degli ultimi cicli: il ruolo del progetto. Si è sempre discusso di questo tema all'interno dei Pasquale Culotta, coordinatore del dottorato Cesare Ajroldi 7 10

La resistenza della forma. Vita e opere di Pier Luigi Nervi

La resistenza della forma. Vita e opere di Pier Luigi Nervi, 2020

Breve libro scritto nei giorni della pandemia di Covid-19 in Italia, per chi volesse affrontare (ma non troppo) difficili temi di ingegneria, anche senza avere la minima base di conoscenza teorica. Pier Luigi Nervi: vita , metodi e opere, con un approfondimento sul Palazzetto dello Sport di Roma.

Bellezza e Verità. L'insegnamento di Pier Luigi Nervi alla Facoltà di Architettura della Sapienza (1948-1962). Interviste di Lucio Valerio Barbera, in DEL MONACO A., CASTELLI F.R. (a cura di) Pier Luigi Nervi e l'Architettura Strutturale, Edilstampa, Roma 2011

66 intervento di apertura del Convegno di Studio Pier Luigi Nervi di Giorgio Muratore 70 appunti per possibili linee di ricerca sull'opera di Pier Luigi Nervi di Anna Irene Del Monaco 82 Convegno dI StudIo PIer LuIgI nervI, SAPIenZA unIverSItà dI roMA, 1999 84 interventi introduttivi 88 Prima sessione: Nervi come progettista, costruttore e docente introduzione di Paola Coppola Pignatelli 90 Antonio Michetti 94 Massimo Majowiecki 114 Guy Nordenson 116 Giuseppe Rega AnnA Irene deL MonACo appunti per possibili linee di ricerca sull'opera di Pier Luigi Nervi indagine sulla fondatezza scientifica e biografica del "classicismo" di Pier Luigi Nervi I saggi e i contenuti raccolti in questo volume, Pier Luigi Nervi e l'architettura strutturale, hanno stimolato l'approfondimento di alcune questioni che potrebbero divenire interessanti temi di ricerca. L'attenuata fortuna critica dell'opera di Nervi, come bene dimostrano Giorgio Muratore e Lucio Valerio Barbera nei loro saggi introduttivi a questo libro, sarebbe conseguente alle posizioni di alcuni critici, soprattutto Bruno Zevi e Leonardo Benevolo, che, probabilmente, poco seppero -o vollero -interpretare il distacco di Nervi da qualunque militanza politica e, di conseguenza, non ebbero la necessità di doverne collocare significativamente l'opera nelle loro raccolte di storia dell'architettura. Pertanto, a quasi cinquant'anni di distanza dal momento in cui questi volumi di storia dell'architettura furono scritti, secondo la prospettiva storica attuale, gli studi storico-critici sulla figura di Pier Luigi Nervi, architetto-ingegnere dell'Architettura Moderna, potrebbero avere un campo di ricerca molto significativo da verificare ed eventualmente ridefinire, tenendo conto dell'illuminante saggio di Giulio Carlo Argan del 1955 segnalato da Barbera nel suo saggio. Come ricordano Paolo Portoghesi e Paolo Marconi nella loro intervista con Barbera, l'incomprensione della critica italiana dell'architettura riguardo all'opera di Nervi sembrò essere principalmente dovuta al suo intrinseco classicismo, considerato una sorta di peccato originale e che invece, secondo il giudizio di Portoghesi e Marconi, rappresenta forse una delle sue più significative eredità.

Restauro del Moderno. L’esperienza didattica e di ricerca sulla Mostra d’Oltremare di Napoli

Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio, 2019

Il cosiddetto Restauro del Moderno nasce quando il Progetto di Architettura sull’esistente rivolge la sua attenzione ad un Patrimonio oggi riconosciuto. Non ponendosi un discrimine cronologico, la tutela e la conservazione del patrimonio architettonico esistente di fatto già ricomprende tutto quanto ricada a giusto diritto nella definizione di ‘patrimonio’. Nello studio di tale patrimonio si è evidenziata, fin dagli albori della definizione di restauro del moderno, una particolare fragilità degli stessi, proprio in funzione della natura sperimentale della maggioranza di essi sia in relazione ai materiali impiegati, nella concezione strutturale ‘estrema’ di molti di essi, sia anche nella natura ‘specialistica’ delle funzioni attribuite. La produzione dell’architettura del moderno e in particolare del razionalismo, in Italia è coincisa con un periodo storico e politico estremamente segnato: il ventennio fascista. La coincidenza del programma politico con alcuni aspetti di quello architettonico fece in modo che l’architettura fosse usata in maniera palese come strumento di propaganda e di dimostrazione della modernità e propulsione al progresso propri del regime. Per una ovvia reazione, la critica architettonica dal secondo dopoguerra, alla caduta del fascismo calò uno stigma su architetture che in maniera forse troppo frettolosa vennero identificate come fasciste esse stesse. C’è stata quindi la necessità di una laicizzazione negli atteggiamenti degli architetti nei confronti di tutto questo periodo, che ha richiesto un tempo fisiologico atto ad acquisire una giusta prospettiva storica data dalla cronologica distanza dagli eventi sociali e politici degli anni del regime fascista per poter rendere giustizia a questa stagione dell’architettura. La sintesi tra le discipline del Restauro e della Progettazione Architettonica ci ha offerto ulteriore spunto per alcune riflessioni. Il confine tra didattica e ricerca fortunatamente non è così marcato come talvolta si vorrebbe e i temi sui quali portare avanti una indagine hanno riportato naturalmente a rivolgersi verso un grande laboratorio di sperimentazione quale è stato negli anni ’30 del Novecento il grande cantiere della Mostra Italiana delle terre d’Oltremare a Napoli.

Pierluigi Nervi e Gino Covre due affascinanti strutture ibride

Nello scrivere di ingegneri strutturisti mi sono occupato, ovviamente, anche di Pierluigi Nervi, certamente l'ingegnere italiano più conosciuto ed oramai entrato nel mito. Nervi è stato progettista e costruttore di straordinarie strutture in calcestruzzo armato. In lui, come in molto altri dei personaggi che ho raccontato, il progetto e l'esecuzione del lavoro sono un'unica cosa ed il costo dell'opera e la sua durata elementi determinanti all'affidamento dell'incarico. Oggi non è più così, conta solo il presente: apparire, sorprendere, illudere, far sognare. Cosa accadrà in futuro, non interessa. Due strutture, attribuite a Nervi, sono in realtà, perlomeno in pari misura di Gino Covre, altra straordinaria figura di progettista di strutture metalliche. Si tratta del Palazzo del Lavoro per Italia 61 a Torino e della cartiera Burgo a Mantova. Due opere realmente straordinarie, cioè fuori dell'ordinario, che sono ancora icone internazionali della progettazione strutturale, anzi più precisamente dell'architettura strutturale, perché in esse è la struttura che definisce l'architettura. Speriamo che il travagliato trascorrere degli anni, possa presto trovare una conclusione, che mantenga vive ed attive queste meraviglie.

Capolavori in miniatura: Pier Luigi Nervi e la modellazione strutturale

2017

Nel corso della sua carriera Pier Luigi Nervi (1891-1979), l’ingegnere italiano più famoso del Novecento, utilizzò spesso il modello in scala ridotta per studiare le sue complesse strutture in cemento armato: dalle Aviorimesse di Orvieto al Grattacielo Pirelli, dalla Torre della Borsa di Montreal alla Cattedrale di San Francisco. Questi modelli erano molto particolari: grazie alla modellazione strutturale – una tecnica sperimentale fiorita in Italia tra gli anni Trenta e gli anni Settanta – era infatti possibile riprodurre e verificare non solo la geometria ma anche la stabilità statica di un progetto, risolvendo problemi difficilmente affrontabili con la sola teoria. Il favore di Nervi per questa tecnica è emblematico del suo modus operandi, fondato sulla fiducia verso il proprio “intuito statico”, sulla continua pratica sperimentale e sul profondo scetticismo verso un approccio esclusivamente teorico alla progettazione strutturale. Basata su ricerche condotte in numerosi archivi i...