Lou Salomé e Friedrich Nietzsche. Quando la musa "reinventa" il suo artista (original) (raw)
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Poesia e risanamento: in margine al viaggio di Nietzsche a Messina
in «Logoi.ph», IX (2023), n. 2, numero monografico: "Nietzsche oggi/Nietzsche Today", a cura di S. Gorgone, G. Gregorio, V. Surace, pp. 69-76; ISSN: 2420-9775, 2023
The article deals with the connection, within Nietzsche's thought, between the pursuit of health and artistic-poetic practice. This connection, which has not yet been comprehensively addressed by critics, is affirmed by the author in both his theoretical works and letters. To embody one's declination of health, each individual must engage in an activity that is both creative, modelling and benefits from perspective. Bearing this in mind, I address the relationship between the figures of the physician and the poet within "Thus Spoke Zarathustra". Just as under the mask of the poet hides both the romantic nihilist, who fantasizes about an ideal and frozen world, and the Dionysian jester, who instead discovers the inconsistency of any dichotomy, the experience of illness in Nietzsche presents at least two faces. It can be interpreted as the mere opposite of health, in line with romantic nihilism, or as what, as the poet-physician Zarathustra teaches, offers a renewed opportunity for health. L'articolo tratta il nesso, all'interno del pensiero di Nietzsche, tra impresa della salute e attività artistico-poetica. Questo nesso, ancora non esaurientemente affrontato dalla critica, è affermato dall'autore sia nelle opere teoriche sia nelle lettere: per incarnare la propria personale declinazione di salute, a ogni individuo è necessaria, cioè, un'attività in parte creatrice in parte modellante, che sappia servirsi dei benefici della prospettiva. Tenendo a mente ciò, affronto la relazione tra le figure del medico e del poeta in "Così parlò Zarathustra". Come sotto la maschera del poeta si nasconde tanto il nichilista romantico, che fantastica di un mondo ideale e cristallizzato, quanto il giullare dionisiaco, che invece scopre l'inconsistenza di ogni dicotomia, l'esperienza della malattia in Nietzsche presenta almeno due volti: essa può venir interpretata come mero opposto della salute, in linea col nichilismo romantico, oppure come ciò che, secondo quanto insegna Zarathustra poeta-medico, offre una rinnovata occasione di salute.
Stile e Prospettivismo. Pensare con e oltre Nietzsche
Il seguente testo raccoglie gli interventi pensati ed esposti in occasione dell'incontro inaugurale del gruppo di ricerca studentesco Dalla Ridda, tenutosi il 22 febbraio 2019 presso l'Università di Bologna. Pertanto, nell'approcciarsi ai singoli contributi, il lettore dovrà tener conto del contesto di oralità che ha determinato la loro genesi. L'intento che ha guidato l'iniziativa è stato quello di circoscrivere un orizzonte di problemi e prospettive in maniera indiretta, tramite affondi specifici in grado di produrre un tale orizzonte come collaterale effetto di insieme. Si è cercato, dunque, di garantire continuità tematica fra gli interventi senza con ciò voler dirigere le posizioni di chi scrive verso una coerenza restrittiva e posticcia.
Nietzsche e Wagner - Relazione per il seminario di Estetica Musicale - UNIPV
Il rapporto tra l'artista Richard Wagner e il filosofo Friedrich Nietzsche, ovvero tra i due uomini più influenti nella cultura tedesca di fine Ottocento, ha da sempre suscitato il profondo interesse degli studiosi sia in ambito estetico-filosofico che in ambito musicologico. Il motivo sostanziale di tale interesse è senz'altro da ricercarsi nella profonda risonanza che l'amicizia, la rottura e la conseguente e critica nietzschiana del wagnerismo hanno acquisito nel corso del Novecento, tale da influire in modo rilevante sull'approccio che personalità del calibro di Thomas Mann e Theodor W.
Storicizzare il genio "nevrotico" e "dissoluto" nel rapporto tra pittura, musica e letteratura
Il termine genio ricorre ampiamente all'interno dei due saggi 1 di Paul Oskar Kristeller contenuti in Il pensiero e le arti nel Rinascimento e ha una sua connotazione storica ben precisa, a fondo indagata dallo storico tedesco. Il breve approfondimento che segue, pur muovendosi dalle pagine di Kristeller, tende a esaminare un aspetto più moderno e "estremo" -si lasci l'interpretazione di questo termine a diversi punti di vistadel concetto di genio, stravolgendo in parte le definizioni accumulatesi nel tempo sino ad oggi e rientrando in un settore più propriamente psicologico. Prima di entrare nel merito del percorso proposto, è necessario analizzare brevemente alcuni concetti importanti che emergono sin dal titolo. Per storicizzare s'intende una considerazione, il concepire un qualcosa rapportato al divenire storico, ricondotto dunque a una prospettiva precisa. Nel caso specifico si cercherà di costruire, attraverso l'interrelazione delle arti e lo scambio reciproco di informazioni, un ponte storico sorretto da quel genio moderno e "estremo" già citato. Altro termine da prendere in esame è quello di genio, ma sarebbe riduttivo e poco inerente all'approfondimento delineare l'uso, la comparsa e il divenire di questa entità, per questo mi limiterò a riportare solo alcune opinioni relative al tema trattato. Nella concezione di Batteux in Le Belle Arti ricondotte ad unico principio il genio riconosciuto come «padre delle arti» è ricondotto al principio dell'imitazione, difatti «lavora per il piacere, e dunque non deve e non può uscire dai limiti della natura stessa» 2 , proseguendo sarà ancora più esplicito: «[…] concludo che le arti, in quanto propriamente arte, non sono che imitazioni, rassomiglianze che non sono la natura ma che sembrano esserlo; e che così la materia delle belle arti non è il vero, ma soltanto il verosimile» 3 . Quest'ultimo passaggio sembra anticipare di quasi due secoli René Magritte e la corrente surrealista, soprattutto nell'opera La trahison des images [ ] di cui è noto il manifesto implicito nella dicitura Ceci n'est pas une pipe. Il passaggio più vicinosempre in Batteuxal particolare di questo lavoro, soggetto comunque a un'estremizzazione concettuale, è contenuto nella parte relativa alle condizioni in cui il genio deve trovarsi per imitare la natura, in cui si legge: L'estro di Ronsard, che era nato poeta, aveva delle pause di parecchi mesi. La musa di Milton aveva discontinuità, di cui la sua opera risente, per non parlare di Stazio, di Claudiano e di tanti altri, che hanno subito dei periodi di apatia e di debolezza; […] ci sono dunque dei momenti felici per il genio, quando l'animo infiammato come da un fuoco divino si raffigura tutta la natura e diffonde su tutti gli oggetti questo spirito di vita che li anima, questi aspetti toccanti che ci seducono o ci incantano 4 . 1 P. O. Kristeller, Il moderno sistema delle arti e «Creatività» e «Tradizione», 1983, trad. it. in Il pensiero e le arti nel Rinascimento, Donzelli, Roma, 2005, pp.179-244; pp.265-278. 2 C. Batteux, Les Beaux-Arts réduits à un même principe (1746); trad. it. Le Belle Arti ricondotte ad unico principio, il Mulino, Bologna, 1983, pp. 34-36. 3 Ibid. 4 Ivi, p.51. 2
Giuseppe Bailone. Nietzsche dopo la rottura con Wagner
Giuseppe Bailone. Nietzsche dopo la rottura con Wagner, 2019
Pubblico qui il lavoro di un collega che collabora al nostro manuale "Le vie della filosofia" - di cui potete trovare il progetto nel mio profilo. Qui potete leggere la seconda metà delle sue lezioni su Nietzsche dopo la rottura con Wagner, tenute all'Università popolare di Torino e pubblicate dalle edizioni dell’Università stessa. Gli scritti di Giuseppe Bailone si caratterizzano per uno stile chiaro e piacevole, spesso brillante e ironico, per una notevole conoscenza dei testi e per una costante attenzione filologica. Bailone ci guida alla lettura delle opere di Nietzsche che antologizza e commenta, guidandoci nella selva degli aforismi nicciani. Del documento qui ripubblicato Giuseppe Bailone è autore unico. Si è prestato a questa pubblicazione per promuovere il nostro manuale, che spesso riprende idee dalle sue lezioni e dai suoi libri. Ecco dunque un aggiornamento su questa iniziativa editoriale “dal basso”: IL MANUALE SCOLASTICO SCRITTO IN MODO COLLABORATIVO « LE VIE DELLA FILOSOFIA » CRESCE E CERCA NUOVI COLLABORATORI Il manuale fatto da insegnanti, che tiene conto degli studenti culturalmente meno favoriti, proposto su academia.edu, va avanti [[https://www.contributi-a-didatticaericerca.it/index.php/le-vie-della-filosofia/15-il-progetto-didattico\] ma qualche collaboratore ha dovuto rinunciare per le complicazione sul lavoro o nei concorsi a cattedre intervenute con il Covid19. Abbiamo pubblicato: il testo per il 1° anno in versione breve (sia come cartaceo print on demand che come e-book-una parte è disponibile gratis in https://www.contributi-a-didatticaericerca.it/images/PDF/Anteprima-testo-in-vendita.pdf) e due fascicoli dello stesso testo in versione lunga (cartacei) gli altri due fascicoli di questa versione sono sostanzialmente pronti e saranno pubblicati a breve. Anche i primi capitoli del testo del secondo anno sono in versione provvisoria a disposizione di chi volesse visionarli. Sono stati scritti (e a disposizione) anche alcuni capitoli sul 900. Siamo in trattative con alcuni editori, ma per adesso intendiamo proseguire le pubblicazioni per garantire il più possibile, in caso di cessione, il nostro stile di scrittura e impaginazione, il nostro metodo e i nostri collaboratori. Per i motivi detti, stiamo cercando nuovi collaboratori soprattutto per la trattazione dei filosofi dell'educazione (2° e 3° anno di corso), e per alcuni autori italiani, come Vico, Croce e Gentile. Inoltre: il positivismo in generale, Bergson, Sorel, Freud, Jaspers, e anche una serie di autori e correnti di importanza intermedia del 900 il cui inserimento dipende anche dall'offerta dei nuovi collaboratori. L'ispirazione generale dell'opera è la filosofia della comunicazione di Jürgen Habermas, per cui la filosofia stessa è un "discorso finalizzato all'intesa". In academia.edu trovate un nostro documento di lavoro sul "Discorso filosofico della modernità" di Habermas, in funzione della nostra interpretazione della filosofia contemporanea: https://www.contributi-a-didatticaericerca.it/images/PDF/Habermas-e-paradigmi-modernita.pdf Mariarosa Macchi, Federico Repetto, Elio Pizzo, Vincenzo Ariano Chi è interessato a collaborare può scrivere direttamente al nostro redattore-coordinatore: repetto_federico@fastwebnet.it
mistica e Nietzsche. Madeleine Sémer e la contemporaneità interpretate da Guardini
2021
La lettura della biografia di Madeleine Sémer, convertitasi al Cristianesimo in età adulta e appassionata del pensiero di Friedrich Nietzsche, suggerisce a Guardini un'originale interpretazione della figura intellettuale e spirituale della donna, orgogliosa sino alla fine della propria salute e bellezza, e, insieme, della figura della contemporaneità, nella quale solo un Cristianesimo rinato, riscattato dal sospetto d'essere contrario alla vita e frutto di risentimento, può risultare ancora affascinante e persuasivo. L'articolo, utilizzando anche scritti guardiniani inediti in Italia e il testo della biografia di Sémer, intende mostrare la singolarità della proposta di Guardini, soprattutto ove si considerino i termini del dibattito intorno alla mistica assai vivace negli anni Venti e Trenta del Novecento in ambito teologico e filosofico.
Nietzsche, Bernays e l'impossibilità di un'arte autonoma [Preview]
in «Dianoia. Rivista di filosofia», XXXVII (2023), n. 2, numero monografico: "«So viel Misstrauen, so viel Philosophie». Nietzsche lettore di filosofia", a cura di E. Caramelli e F. Cattaneo, pp. 163-175; ISSN: 1125-1514; ISBN: 978-88-7000-996-5; ISSN digitale: 1826-7173, 2023
This essay addresses the problem of Nietzsche’s debt to the pathological interpretation of tragic catharsis developed by philologist Jacob Bernays, with particular attention to the aesthetic question of the autonomy-heteronomy of art. In The Birth of Tragedy Nietzsche criticises Bernays’ interpretation by defending the principles of art’s autonomy, i.e. by stating that it is not possible to understand Greek tragedy if one studies it only in relation to its extra-aesthetic (in Bernays’case pathological) effects. But is it really possible to conceive of art only as autonomous? The essay shows that even Nietzsche himself identifies tragedy as a healing power, an effective balm for the health of the Greek people. Thus, on the basis of a critical consideration of Nietzsche’s tragic theory, an attempt is made to relativise Nietzsche’s explicit criticism of Bernays’ interpretation and thus reconsider the relationship between the two theories.