PAESAGGI IN RETE - ATTI ICONEMI 2012 (original) (raw)
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Sabato 28 aprile, ore 16.30 presso il palazzo Cesi in Acquasparta presentazione I CESI DI ACQUASPARTA, LA DIMORA DI FEDERICO IL LINCEO E LE ACCADEMIE IN UMBRIA NELL’ETÀ MODERNA Atti e nuovi contributi degli incontri di studio ad Acquasparta (TR) Palazzo Cesi 26 settembre – 24 ottobre 2015 a cura di Giorgio de Petra e Paola Monacchia
PPE ATTI XI Paesaggi cerimoniali
Dopo i due Incontri dedicati a una sintesi delle pre-e protostoria in Etruria (PPE IX e X), questi Atti sono dedicati a un'approfondita analisi dei paesaggi " fossili " , intesi come depositari di tutte le fonti archeologiche di un territorio. Il tema dell'undicesima edizione è dedicato ai paesaggi cerimoniali: i luoghi in cui le comunità antiche si recavano, in gruppi più o meno numerosi, per compiere rituali legati a una qualche divinità o al seppellimento dei defunti. Il paesaggio cerimoniale implica innanzitutto un territorio esterno all'abitato, talvolta con particolari requisiti (ad esempio la presenza di grotte o di una valle in cui si addensano le incisioni rupestri); in secondo luogo la presenza di un intervento antropico che modifichi il territorio e lo caratterizzi (in particolare la costruzione di necropoli, santuari, monumenti, destinato al culto collettivo); e infine la presenza di oggetti da interpretarsi come strumenti per ufficiare il rito o la cerimonia. In questa ottica i luoghi fisici del culto sono visti dalle comunità come un grande palcoscenico naturale per le cerimonie funerarie e religiose e i rituali come " messa in scena " , rappresentazione quasi teatrale, del proprio mondo di appartenenza e del proprio segmento sociale. In particolare si sono presi in esame: la descrizione dei monumenti religiosi e/o funerari e del territorio su cui insistono; gli ambienti fisici che hanno favorito l'instaurarsi di un paesaggio cultuale (i passi alpini, il convergere di strade o altro), in cui la cerimonia può considerarsi un rito propiziatorio a una difficile impresa; la persistenza o la cesura dei paesaggi cerimoniali nelle diverse epoche e facies culturali che si sono succedute. Come sempre il tema ha riguardato l'Etruria in senso lato, ma per i necessari confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché con problematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all'Etruria, è stato anche possibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche. La seconda sezione raccoglie gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre-e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni, con preferenza per gli aggiornamenti dei temi affrontati nei convegni precedenti.
la riattivazione del complesso ex salesiani di faenza tra vocazione originaria ed energie contemporanee
Rivista Studi Orientali, 2012
The objects from Antinoupolis in the Egyptian Museum of Florence
desunti dal sito httpswww.pathos-journal.compage\_36.html 5 Bellucci G. Tentativi umani nei secoli di lenire il dolore, in Convegno di algologia. Corso di aggiornamento: Psicologia, Fisiopatologia e terapia del dolore, Cortona (Arezzo), 3-4 novembre 1984. 6 Medico bizantinocontemporaneo di Giustiniano (527-565 d. C.), fratello dell'architetto di Santa Sofia. Si stabilì a Roma dove scrisse Θεραπευτικά/Le cure in cui discute persino le teorie di Galeno, dal quale prende le mosse. 7 Per più di venti secoli eserciterà sul pensiero medico la stessa influenza che Aristotele ebbe sulla filosofia. 8 Dal trattato Sulla natura dell'uomo che va però attribuita a suo genero Polibo.
La guerre est divine dans la gloire mystérieuse qui l'environne, et dans l'attrait non moins inexplicable qui nous y porte. Joseph de Maistre, Les Soirées de Saint-Pétersbourg Ce serait un crime de montrer les beaux côtés de la guerre, murmura un des sombres soldats, même s'il y en avait! Henri Barbusse, Le Feu : Journal d'une escouade La guerra era una nebbia originaria di possibilità psichiche, carica di sviluppi; chi tra i suoi effetti riconosceva solo l'elemento rozzo, barbarico coglieva, di un complesso gigantesco, un solo attributo, con l'identico arbitrio ideologico di chi vi vedeva soltanto il carattere eroico e patriottico.
ANNI SETTANTA IL VENETO E IL ROCK PROGRESSIVO
Bimestrale Anno V gennaio-febbraio 2010. 10 Borio G.-Facci S., op. cit., p. 1. 11 Riccardo Allorto nella sua Nuova storia della musica, definisce i caratteri della suite classica: "L'abitudine diffusa negli intrattenimenti danzanti del Rinascimento, di collegare 2 o 3 danze di carattere diverso (pavana e gagliarda; pavana e saltarello; pavana, salterello e piva; passamezzo, gagliarda e pavana; eccetera) fu conservata nelle composizioni formate da successioni di danze, non più legate alle occasioni dei balli, ma destinate all'ascolto. A queste composizioni è stato dato il nome di suites". Quello della suite come musica di ascolto è una sottolineatura di quanto l'autore aveva scritto poco prima: "Era, più semplicemente, musica da ascoltare, che si basava su una successione (suite) di forme e di ritmi di danze stilizzate". Ed è proprio questo l'elemento di contiguità con la suite prog, in quanto il progressive rock è musica da ascoltare, mentre la diversità della suite prog consiste nel fatto di essere una composizione di solito lunga e costruita in modo unitario oppure un ampio e vario contenitore.
I FRAMMENTI DI EPICARMO IN ATENEO
Frammenti sulla scena (online), 2019
l poeta siciliano Epicarmo visse tra la fine del VI e il V secolo a.C. ed era molto noto nell'antichità per aver dato vita alla commedia assieme a Formo/Formide 1 . La sua vita si lega a quella del tiranno di Siracusa Ierone (478-467 a.C.) 2 e ai letterati presenti a corte, tra i quali spiccano in modo particolare Eschilo e Pindaro 3 . Si tratta di un autore conosciuto soltanto in maniera frammentaria, attraverso i numerosi testi tramandati per via diretta e indiretta. Le fonti antiche che citano Epicarmo hanno restituito in totale 239 frammenti autentici. I motivi della citazione risiedono generalmente nelle particolarità linguistiche doriche e 1 Stando a Sud. ε 2766, Epicarmo avrebbe iniziato a rappresentare le proprie opere sei anni prima l'inizio della seconda guerra persiana, ovvero nel 486/5 a.C., mentre l'Anon. de com. 9 p. 7 Koster colloca la nascita di Epicarmo κατὰ τὴν ογ´ ὀλυµπιάδα, ovvero tra il 488 e il 485 a.C. Una delle due testimonianze è necessariamente errata ed è probabile che l'Anonimo de comoedia abbia confuso la nascita dell'autore con il suo floruit. Cf. anche RODRÍGUEZ-NORIEGA GUILLÉN 1996, IX. Sulla data di nascita di Epicarmo, cf. anche SCHMID/STAHLIN 1959, 639, i quali propongono una datazione più alta (555 a.C.). Sull'invenzione epicarmea della commedia, cf. lo stesso passo di Suda citato sopra. Sulla relazione di Epicarmo e Formo/Formide, cf. Them. Or. XXVII, 337b e Arist. Po. 1448a 29-1449b 9. 2 Marm. Par. v. 71 (FGrH 239 Jacoby): «Da quando Ierone regnò sui Siracusani sono passati cento trentatré anni, quando ad Atene era arconte Carete [472/471 a.C.]. Anche Epicarmo era poeta al tempo di costui». 3 Sul contesto culturale della Sicilia di V secolo a.C. e sul rapporto con gli altri intellettuali, cf. BOSHER 2012, 97-111; RODRÍGUEZ-NORIEGA GUILLÉN 2012, 85-86; MORGAN 2012, 48-54; NOVO-KHATKO 2015, 69-84. Su Epicarmo, la monografia più recente è quella di KERKHOF 2001. I Frammenti sulla scena (online) Studi sul dramma antico frammentario Università degli Studi di Torino Centro Studi sul Teatro Classico
Il titolo di questo intervento è evidentemente in debito verso due modelli storiografici. Il primo è il convegno che Angiola Maria Romanini organizzò nel 1980 all'Università di Roma «La Sapienza». «Roma anno 1300» fu l'ultimo dei grandi convegni che la Romanini realizzò nella sua Università, destinati a marcare i punti di passaggio da lei considerati charnière della sua visione del Medioevo europeo, e a evidenziare in esso il ruolo di Roma -che alla Sapienza, curiosamente, era restato in ombra forse nel corso dell'intera esistenza della cattedra di storia dell'arte medievale, e dunque almeno per un secolo 1 . La ragione del prestito è dunque presto spiegata. Il secondo modello invece, anteriore di dieci anni, è insieme più pertinente e più complesso da giustificare: è quello della mostra di New York, con il catalogo e il volume di survey, e del parallelo «Symposium», che nel 1970 marcarono un punto fermo, forse non più superato, su «The Year 1200» 2 . Mostra e simposio definirono lo Stile 1200 quale rete di fenomeni, intessuti tra i paesi del nord, dunque tra la regione mosana, la Francia del Nord, l'Inghilterra; un vasto gruppo di episodi contrassegnati da multiformi flessioni stilistiche, ma tuttavia coerenti -questa era la tesi di mostra e convegno -nel comune riferimento alla cultura bizantina aulica. Il Muldenfaltenstil -semplificando -diventava quindi un dato trasversale a numerosi campi tecnici, dalla miniatura, alla pittura murale, alla scultura, all'oreficeria; internazionale per definizione, fino a permettere ipotesi circa artisti viaggiatori e contatti tra culture geograficamente molto lontane, come quelle dell'Inghilterra normanna con la Sicilia di Ruggero, e della sponda catalana del Mediterraneo 3 .