Italiani e stranieri nello spazio urbano. Dinamiche della popolazione di Roma (original) (raw)
Uno degli aspetti che connota Roma e il suo popolamento è la dicotomia urbe/agro romano che caratterizza il comune con la più ampia superficie agricola in Italia. La vasta cintura rurale ha costituito a lungo un diaframma che ha impedito alla città uno sviluppo per conurbazione con i comuni confinanti, salvo poi rappresentare il terreno di facile conquista per un’urbanizzazione che mal sopporta pianificazioni e regole. L’espansione edilizia nell’hinterland è continuata senza soste anche quando, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, la crescita della popolazione si è arrestata nel comune di Roma, trovando motivazioni sufficienti nella domanda di alloggi derivante dalla nuclearizzazione delle famiglie, dall’espulsione di popolazione a seguito della terziarizzazione delle aree centrali, dall’affermarsi di preferenze abitative indirizzate verso case unifamiliari site in aree verdi, anche se periferiche. In parallelo, la città è stata investita da un’immigrazione straniera quanto mai varia per provenienze, strutture demografiche e familiari, progetti migratori, attività e insediamento, che mostra una forte e crescente integrazione e un adattamento ai percorsi territoriali sperimentati dalla popolazione autoctona. Il volume si propone la ricostruzione delle dinamiche demografiche avvenute negli ultimi decenni nell’area metropolitana romana e lo studio del contributo diretto e indiretto che l’immigrazione straniera ha apportato a quelle dinamiche. Ne risulta un modello di continuum urbano dotato di forte coerenza complessiva, in termini demografici e socio-territoriali, tale da connotare l’area romana come un sistema dinamico, stratificato e complesso al suo interno, che rappresenta l’esito di processi spontanei di adattamento dei suoi cittadini, italiani e immigrati, alle difficoltà presentate da un governo degli alloggi prevalentemente inerte e da un sistema di trasporti largamente deficitario. Il quadro che emerge riflette l’incapacità degli attori politici di governarne gli andamenti e di provvedere alle esigenze dei cittadini in base a linee coerenti di politica sociale, urbanistica e territoriale.