La Missione diplomatica italiana in Persia nel 1862 (original) (raw)

Fortune e sfortune di un ambasciatore: il fallimento della missione a Roma di Juan de Figueroa (1558-1559)

«Roma moderna e contemporanea», fasc.1-3, XV (2007), pp. 95-129

Fortune e sFortune di un ambasciatore il Fallimento della missione a roma di Juan de Figueroa (1558-1559 al centro del presente contributo è una vicenda politico-diplomatica poco nota, come si conviene a ogni fallimento di cui, per diverse ragioni, si voglia perdere la memoria: quella di Juan de Figueroa, primo ambasciatore a roma designato da Filippo ii nel 1558, dopo la conclusione della guerra contro papa Paolo iV. il rifiuto del pontefice di ricevere il rappresentante del sovrano asburgico, tacciato di eresia e dichiarato scomunicato per essersi reso colpevole nei mesi precedenti, durante il suo governo dello stato di milano, di comportamenti giudicati gravemente lesivi dell'autorità ecclesiastica, creò una situazione assai spinosa per la corona cattolica, priva di un ambasciatore a roma proprio quando tutto lasciava presagire un prossimo conclave. il Figueroa infatti lasciò i territori pontifici senza avere preso possesso del proprio ufficio, nell'attesa che abili mediatori interponessero i loro buoni uffici con l'iracondo Paolo iV. il destino volle, però, che, proprio quando la posizione del papa si fu ammorbidita, l'ambasciatore morisse, aprendo la strada alla nomina di Francisco de Vargas. Fin qui il racconto tradizionale dei fatti. se tuttavia si prova a muovere lo sguardo al di là di essi, servendoci di documenti nuovi o poco noti per rileggere quelli già conosciuti, il quadro che emerge appare assai più complesso e le ragioni che presiedettero al fallimento della missione del Figueroa non del tutto coincidenti con quelle, tutto sommato rassicuranti -la notoria rigidità e l'antispagnolismo dell'anziano Paolo iV -che la storiografia ha indicato. infatti l'intera vicenda fu condizionata in maniera decisiva tanto dai conflitti fazionali in corso alla corte di Filippo ii, quanto dal comportamento dei rappresentanti informali del re cattolico a roma (il cardinale Pedro Pacheco e lo stesso Vargas), i quali nel difficile contesto di un pontificato nella sua fase conclusiva, non esitarono a tessere in maniera spregiudicata strategie in cui s'intrecciarono ambizioni personali, interessi fazionali e ambiguità politiche, in un gioco di sponda e di specchi con i nuovi equilibri che si andavano forgiando alla corte di bruxelles.

Degatia, Consules maris e Pars imperii a Pisa alla fine del XII secolo

Degatia, Consules maris e Pars imperii a Pisa alla fine del XII secolo* PIERLUIGI CASTAGNETO A Pisa il termine «degatia» indica innanzi tutto una tassa indiretta e solo successivamente si trasforma in un istituto per l'esazione dei diritti sulle merci marittime. Nel 1153 il collegio consolare che estromise la domus dei Visconti dalle cariche comunali stabilì che i rettori della chiesa e del monastero di S. Vito, posto in prossimità dell' Arno, nella zona occidentale della città, «non debeant inde dare aliquam decatiam set [sic!] liberi et absoluti omni tempores-'. Nel 1157 abbiamo attestato un cambiamento del termine: si passa dalla definizione di una tassa alla citazione di un luogo in cui si esercita una funzione giurisdizionale/, dipendente gerarchicamente dai consoli. Lo stretto legame tra reggitori del Comune e la degazia è testimoniato nei Brevi consolari degli anni successivi, anche se differenti sono i modi con cui i due testi normativi regolano l'ufficio per le esazioni sulle merci marittime. Il Breve consolare del 1164, nel passo in cui viene prescritto ai consoli di eleggere gli ufficiali del Comune, stabilisce che venga designato «unum custodem super guardia et degatia sancti Viti», mentre nel testo del 1162 non c'è alcuna traccia di nomina del citato guardiano. È dunque chiaro che nell'intervallo tra i due statuti viene messa in atto la subordinazione gerarchica degli ufficiali fiscali e d'ora in poi appare evidente come l'uffi-* Molti aspetti esaminati in questo saggio sono stati trattati da R. Trevisan, L'Ordine del Mare a Pisa dalle origini alla metà del XIII secolo, tesi di laurea, Pisa a.a. 1986-1987, reI. G. Rossetti. Rossella Trevisan e l'autore di queste pagine stanno preparando uno studio sull'Ordine del Mare a Pisa tra XII e XIII secolo.

Il Diario di viaggio in Persia di Pietro della Valle: un confronto con le Lettere

Tra i viaggiatori europei dell'epoca Pietro della Valle rappresenta una eccezione 1 . Né mercante, né ambasciatore, né missionario, e pertanto libero dai condizionamenti di un ruolo e da compiti o interessi ben precisi, egli ha potuto lasciare, grazie anche alla sua solida formazione intellettuale, quello che è considerato il migliore resoconto della Persia safavide. L'adolescenza di Pietro fu quella di un nobile patrizio romano e come tale fu educato: giurisprudenza, studio delle lingue classiche, musica e poesia 2 . Tuttavia una svolta decisiva e determinante per il futuro del ventitreenne della Valle fu rappresentata dal suo soggiorno a Napoli dal 1609 al 1614. In questi cinque anni, tramite l'amico Mario Schipano, medico ed esperto di arabo e di turco, Pietro entrò in contatto con una serie di studiosi ed eruditi, tra i quali Giovan Battista della Porta, il matematico Nicola Antonio Stelliola, il botanico Fabio Colonna e con il viaggiatore Giovan Battista Vecchietti e l'orientalista Diego de Urrea Conca, inviato a Napoli nel 1611 come funzionario della corte vicereale ed esperto di arabo, turco e persiano, in seguito alle conversazioni con i quali cominciò ad interessarsi di Oriente.

Relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Ragusa e l’Impero del Marocco. La missione Casilari (1779-1780)

AFRICANA -Rivista di Studi Extraeuropei, 2015

This article focuses on the diplomatic mission of the Ragusan captain Casilari, to free the crew of a Ragusean ship captured by the Moroccan pirates. Through the relations between Ragusa and the empire of Morocco, the paper deals with an episode of the endemic piracy in the Mediterranean, but it also sheds light on the importance of the Ragusan consular network which provided vital information for the success of the mission.

Lo spettacolo della diplomazia: narrazioni di ambascerie in Oriente nella storiografia latina di epoca imperiale

Moreno, I., Nicolai, R. (eds.). La representación de la actio en la historiografía griega y latina. Roma: Edizioni Quasar, pp. 77-90., 2016

In the study of Roman historiography, little attention has been paid to the spectacular and performative representation of embassies, despite the important role they play in Ancient historical narratives. This article analyzes some diplomatic-related scenes with Eastern settings in Livy, Curtius Rufus and Ammianus, to emphasize the non-verbal aspects transmitted by these passages.

Prima ricognizione dei documenti diplomatici italiani del periodo agosto 1896-dicembre 1899 riguardanti l’Armenia

Rassegna Armenistica Italiana 5, 2002

Marco Bais prima ricognîzione tlei documenti tlíptamatici itatiani del período agosto 1896'dicembre 1899 ríguardanti l'Armeniu Da qualche anno si stanno pubblicando i documenti diplomatici italiani del periodo 1878'1923 relativi all'Armeniq consewati ptesso l'Archivio storico diplomatico del Ministero degii Esteri. Tale progetto, rea1nzato g5úe al contributo dell'(Jnione Armeni d'Italid, viene portato avanti sotto la direzione di alcuni docenti OeiAipartimento di Scienze delio Stato dell'Università di Firenze,ta i quali ricordo laprof. Marta petriccioli " I dott. Alberto Tonini, oltre, naturalmente, al prof. Ennio Di Nolfo, che presiede la Cornmissione per la pubblicazione di questi documenti. Lo scopodi qoèrta impres4 come dice il prof. Di Nolfo nella prefazione al primo dei te volumi sinora pubblicati, ó que[ò di colmare una lacuna, mèttendo a disposizione degli studiosi e di tutri coloro che si ò".op*o di sioria arrnsna e/o ottomara e delle relazioni tra le nazioni ewopee e l'Impero ottommo, un "orpi*o appamto documentario fino a oggl difficitrnurte attingibile. Ma il fine più squisitamente scientifico, as$rme anche valenze affettive, se così voglia:no dire: il desiderio, cioè, di far daffiorare dagli archivi nomi, fatti, circostanze che possano aiutare noi tutti a recuperare la memoria non solo di vicende collettiveben note seppur talora taciute o rimosse-ma anche di storie individuali bruscafiIente, ma forse non irrimedi abilmente, cancell ate. L'arco di tempo che si prevede di coprire va dal trattato di Berlino (1878)di poco successivo a quello di Santo Stefano-ai rattati che posero un termine al primo conflitto mondiale. Non è mio intento neppufe accennaro qui alle tappe del sorgàt" e dello svilupparsi della question€ arrn€na nell'ambito della più ampia questione d'oriente,-al centro delle relazioni tri le potenze dell'epoca-Inghilterr4 Franci4 Austria-Ungheria Germani4 Russia e Italiae l'lmpero ottomano. Va tuttavia ricordato che in questi anni la q,.""rtior" delle province annene dell'Anatoliu diueoo" oggetto di dibattito tra le grandi potenze e gli Armeni

Conoscere e Cartografare L’Iran, Spie e Carte DI Ieri e DI Oggi. Pietro Della Valle e I Viaggiatori Europei Nella Persia Del Primo ‘600 Alla Luce Del Presente

ISIMU, 2020

Una delle caratteristiche della prima età moderna è lo sviluppo della cartografia. Fra il 1450 e il 1650 le carte passarono da rappresentare il mondo in modo medievale, in termini di orbis terrae, a una divisione del globo terrestre in segmenti formati da reticolati e coordinate. Questo cambio fu dovuto in particolare ai numerosi viaggi di esplorazione o avventura e di natura diplomatica intrapresi in quegli anni dagli europei. Anche l’Italia vanta nomi importanti di viaggiatori che contribuirono a questo sviluppo. Nel caso dell’Iran, che all’epoca gli europei chiamavano Persia, il “nostro uomo” è Pietro della Valle (1586-1652). Lui c’era, e con lui lo sguardo e gli interessi dell’Italia, rappresentata all’epoca dallo Stato della Chiesa e dalla Repubblica di Venezia. Ma della Valle non era solo. Con lui c’erano anche l’inglese Sir Robert Sherley, il tedesco Heinrich von Poser und Groß Naedlitz e lo spagnolo don García de Silva y Figueroa. Essi, ed altri che li seguirono, cercarono d...