A. Orlando, La Favola di Latona di Orazio De Ferrari. Il ritorno di un capolavoro/The Fable of Leto by Orazio De Ferrari. The Return of a Masterpiece, 2016 (original) (raw)

A poche righe dall'incipit della monografia che Piero Donati ha dedicato a Orazio De Ferrari nel 1997 1 − a oggi l'unico catalogo ragionato sull'opera del pittore genovese, sebbene dopo una ventina d'anni da quel lavoro fondamentale sono state aggiunte a quel corpus diverse opere allora ignote agli studiosi 2 -, viene ricordata la prima fonte coeva al De Ferrari 3 . Si tratta dei Raguagli di Cipro del poeta Luca Assarino, edito a Bologna nel 1642 4 e dunque con Orazio ancora in vita, trentaseienne 5 . Già nel primo paragrafo del volume di Donati, pertanto, viene ricordata la tela con Latona, esplicitamente menzionata e dettagliatamente descritta dal poeta 6 . Si poteva pensare che quel quadro fosse frutto della totale invenzione dell'Assarino e non realmente realizzato dal pittore. Piero Donati scrive infatti: "Non so se Orazio abbia mai realmente praticato questo soggetto" 7 . Il dubbio è comprensibile visto che, nonostante l'elogio dell'Assarino, non vi è menzione del quadro nella biografia di Raffaele Soprani, redatta a pochi anni dalla morte del pittore e ritenuta del tutto attendibile. Consta di tre pagine molto ben argomentate. Ma, si badi, egli segnala solo opere in edifici pubblici 8 . Confidando viceversa nell'attendibilità dell'Assarino, e cioè ritenendo plausibile che quella menzione così precisa non fosse frutto della sua fantasia poetica, ma ispirata dalla visione diretta del quadro, ci si augurava che il capolavoro riemergesse in qualche collezione. Così è stato nel 2005, quando gli antiquari madrileni Jorge Coll e Nicolás Cortés, dopo aver acquistato il dipinto ( ) 9 dalla collezione dell'Infantado, ossia presso i discendenti di Rodrigo Díaz de Vivar y Mendoza VII Duca dell'Infantado 10 , e avendone immediatamente rilevato la firma sul bastone a sinistra -"HORAT. FER-RAR. GENO" −, la hanno pubblicata in un catalogo di opere della galleria, insieme anche ad altri quadri genovesi di diversa provenienza 11 . Elena De Laurentis, autrice della scheda in quel volume, ha ovviamente ricondotto subito alla tela citata nel Raguagli il capolavoro spagnolo 12 . Ma su questo si tornerà ancora.