La guerra al terrorismo: drones, loans and phones, in "La Dottrina Obama", 2017, pp- 269-306 (original) (raw)

Intelligence, terrorismo e guerra economica

Nato a Napoli, ha studiato Filosofia Tedesca presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza. Si è occupato di immigrazione, radicalizzazione, criminalità, relazioni internazionali e difesa. Nel 2022 si è diplomato lASD presso il Centro Alti Studi della Difesa (CASD). Ha, inoltre, perfezionato la sua formazione con master specifici relativi alla difesa e alla sicurezza. Da febbraio 2023 è cultore della materia in Intelligence e in Relazioni Internazionali presso la Link Campus University di Roma. Nel giugno 2023 è stato nominato Ufficiale della Riserva Selezionata nella Marina Militare. PRINT PREVIEW 5/8 Ricorda Platone? Il mito della caverna: percepiamo solo le ombre della realtà. Comprensione e conoscenza... Le persone sono nate per seguir virtute e canoscenza… Individuare le fonti delle informazioni attendibili... In che senso? In che modo? È il risultato di un processo che dovrebbe rendere l'intelligence un sapere per tutti, insegnato fin dalle scuole dell'obbligo, come la lettura, la scrittura e il far di conto. Tutto il resto viene dopo. Per quanto riguarda le società economiche, a cosa servirebbe l'intelligence? Capire chi siano i partner in un determinato affare, ad esempio? Queste sono notizie facilmente reperibili. Molto più importante è, invece, studiare i contesti geopolitici, le tendenze sociali, le regole del commercio globale. Individuare i prodotti vincenti sul mercato e i partner affidabili viene dopo. Per quanto riguarda gli uomini, invece? Tutto il sistema educativo e sociale è impostato per creare consumatori di beni commerciali o di idee politiche e culturali. Occorre opporsi alla deriva di essere passivi destinatari di informazioni altrui. È necessario avere gli strumenti per saper distinguere le informazioni utili da quelle irrilevanti. Yuval Noah Harari, il grande storico israeliano, ci ricorda che: "Oggi il vero potere è sapere quali informazioni ignorare" 5. E riguardo agli Stati? Gli Stati nascono con uno scopo preciso: garantire la vita dei propri cittadini. Pertanto, la sicurezza è il fondamento dello Stato. Sicurezza fisica, compresa la difesa dalle pandemie, e sicurezza economica, che se non garantita può provocare rivolte sociali e, quindi, una minaccia alle istituzioni democratiche.

Linguaggio collaterale. Retoriche della "guerra al terrorismo." John Collins e Ross Glover

2020

Che cos'è il linguaggio? La quasi totalità dei manuali di linguistica dedica il primo capitolo a rispondere a questa domanda: il linguaggio è un codice, uno strumento di comunicazione, un sistema articolato di suoni e di significati… "Il linguaggio è un'organizzazione terroristica". Così esordiscono John Collins e Ross Glover, nell'Introduzione di Linguaggio Collaterale, pubblicato recentemente in edizione italiana a cura di Roberto Cagliero.

La NATO e la guerra al terrorismo durante la presidenza di Bush

Aracne, Roma, 2012

Il Patto Atlantico del 1949 segnò l'inizio di una nuova era per l'Occidente. Per la prima volta nella loro storia gli Stati Uniti si impegnarono militarmente in tempo di pace a difendere gli alleati europei da un'aggressione esterna. Ad oltre dieci anni dalla fine della Guerra Fredda, gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 capovolsero questa prospettiva con l'Europa decisa a sostenere l'alleato oltre Atlantico. La NATO applicò in breve tempo il casus foederis: l'attacco al cuore dell'America divenne così un attacco a tutti gli Stati membri dell'Alleanza. Ma quel consenso e quella rapidità rappresentarono una «pietra miliare sulla via dell'impotenza» per la stessa NATO.

Il volo del drone. Verso una guerra postumana? Una riflessione di filosofia del diritto internazionale

Jura Gentium. Rivista di filosofia del diritto internazionale e della politica globale , 2016

I conflitti contemporanei segnalano con drammatica evidenza la crisi dell'ordinamento internazionale e, in particolare, del diritto umanitario. L'asimmetria tecnologica è, in questa prospettiva, decisiva. Il saggio intende riflettere sugli effetti che l'impiego massiccio di aeromobili a pilotaggio remoto ha sulla morfologia della guerra e sull'effettività dei 'temperamenta belli'

I droni nelle operazioni di intelligence e anti-terrorismo in Yemen e Pakistan

2014

Violetta Orban e Dottoressa in Relazioni Internazionali presso l'Universita Roma Tre con una tesi dal titolo "Le transizioni politiche in Medio Oriente. Siria, Libano e Yemen in prospettiva comparata". Presso lo stesso Ateneo ha conseguito con lode la laurea triennale in Scienze Politiche con una tesi in Relazioni Internazionali intitolata "Sistema internazionale e processi di democratizzazione in Medio Oriente: i casi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti". Ha ottenuto la borsa di studio Piccola Astre (Alta Scuola Roma Tre) ed il diploma di Esperto in Cerimoniale e Protocollo nazionale ed internazionale dalla SIOI (Societa Italiana per l'Organizzazione Internazionale), in seguito al quale ha svolto un tirocinio presso l'Ufficio III del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2013 ha seguito il Master in Istituzioni e Politiche Spaziali della SIOI e successivamente ha svolto uno stage in area Strategy & Marketing in Telespazio, analizzando le maggiori istituzioni nazionali, europee ed internazionali nel settore spaziale. E membro dell'associazione Women in Aerospace -Europe.

DALLA LUBJANKA A BIN LADEN, le origini del terrorismo islamico

2024

Il terribile e tragico attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas contro gli israeliani ha confermato ciò che sosteniamo e documentiamo da molti anni, ossia che Hamas e Al Qaeda agirono l’11 settembre 2001 con un obiettivo comune: quello di colpire gli Stati Uniti e Israele e quindi il sionismo e i suoi sostenitori occidentali. Sono passati ventidue anni dall’inizio della nuova era del terrorismo globale e l’impressione personale di chi scrive queste righe è che si sia perso tanto tempo inutilmente, inseguendo fantasmi e frankenstein che in realtà non esistevano, se non come paravento per operazioni militari strategiche non dichiarate. Basti pensare all’ambiguo rapporto che nel corso di questi due decenni è intercorso tra Stati Uniti e Russia. Si è passati dall’accordo tra i due colossi mondiali per attaccare l’Afghanistan nel 2001 e risolvere così i problemi geopolitici di Putin, alla guerra fredda del 2024, in cui, se da un lato si arriva finalmente a comprendere le finalità della Russia putiniana: ovvero sfidare l’occidente e non certo entrare nella Nato come si sperava nel 2001, dall’altro si rischia che questi conflitti regionali possano allargarsi alle varie alleanze, sempre più strutturate e solide, e possano confluire tragicamente verso una terza guerra mondiale. L'Italia è spesso presente in questa narrazione. Inizialmente terreno di scontro tra le superpotenze, al tempo della strage di Ustica del 1980, fu poi alleata degli Usa contro il terrorismo islamico. Ma, andando un poco oltre la propaganda, si scopre che questo sodalizio con Washington si è svolto al di fuori delle leggi italiane e allo stesso tempo l'ambigua politica di Roma si è spesso intrecciata con l'eversione islamista, soprattutto negli ambienti della sinistra extraparlamentare. Una storia torbida, mai raccontata, di cui forse l'autore è involontario protagonista.

War on terror : un bilancio

2019

The War on Terror concept has justified several military inter- ventions during the first fifteen years of the 21st century and consequently has led to an evolution of US strategic thinking. The aim of this paper is to outline, first, some elements of theWar onTerror strategy that inevitably influencedWestern military operations in the short term; secondly, to analyze geopolitical theaters of war (particularly Iraq) where theWar onTerror has developed.

Conversazione sul terrorismo, in Storiografia, 18, 2014

M astrogregori. La rivista « Storiografia » sta progettando un numero speciale dedicato al tema delle agenzie clandestine, del segreto e delle attività coperte. In preparazione di questo lavoro futuro abbiamo pensato di incontrare Giovanni Mario Ceci, che studia già da tempo i vari aspetti del terrorismo ed ha pubblicato recentemente per Carocci una storia del dibattito sul terrorismo italiano (2013). Con lui cerchiamo di affrontare il problema del terrorismo, in questo quadro di apertura di piste relative al tema del segreto e delle agenzie clandestine, e provando a discutere concetti che molto spesso sono stati creati e utilizzati da "tecnici" (militari, giuristi, criminologi) o studiosi o scienziati sociali. Quello che gli chiederei, per aprire la conversazione, è quali siano state le esperienze di ricostruzione storica dei vari aspetti e momenti del fenomeno del terrorismo, i lavori più importanti che storici di mestiere o professionali abbiano dedicato a questo fenomeno.