E tornammo a riveder la natura. Karl Löwith oltre l’alienazione dell’Occidente, in: Giornale Critico di Storia delle Idee, n. 9, 2013 (original) (raw)

E tornammo a riveder la natura. Karl Löwith oltre l'alienazione dell'Occidente di Marco Bruni 1. La verità o della natura; 2. La storia di una lunga decadenza: la denaturalizzazione cristiana e moderna; 3. Nietzsche e il ritorno alla natura. 1. La verità o della natura Nel saggio intitolato La questione heideggeriana dell'essere, Karl Löwith ha sostenuto che «l'essenziale è qualcosa di semplice» [1] , e questa semplicità dell'essenziale egli l'ha individuata, in sintonia con il pensiero antico dai cosiddetti presocratici a Plinio il Vecchio, nella physis sempiterna, nella originarietà e autosussistenza della natura. Per Löwith, «la cosa che conta è la vera conoscenza dell'unica e sempre uguale natura di tutto ciò che esiste», per cui «il pensiero che si è spinto "maggiormente avanti" nella ricerca della verità può essere uno che storicamente si colloca nel passato» [2] . Infatti, il mondo della natura, secondo il pensatore di Monaco, non si modifica con il variare delle nostre interpretazioni storiche, tanto che ai tempi di Aristotele era lo stesso che ai tempi di Newton o di Einstein. La scepsi (skepsis) non è, dunque, come Löwith stesso ha spiegato, «mania di dubbio» o il cartesiano «dubbio metodico», ma ricerca della verità, dove la verità, il «vero sapere (episteme)» è l'invariante natura di tutte le cose che si manifesta nella theoria, la quale, poi, «è realmente una visione del mondo, ovvero una contemplazione di ciò che è visibile» [3] . La verità delle cose consiste, quindi, innanzi tutto, nel manifestarsi innegabile (aletheia) della natura, del mondo naturale che non ha bisogno di giustificazioni perché si presenta da sé [4] . Del resto, il mondo fisico «è pensabile anche senza un rapporto, che gli è essenziale, con l'esserci dell'uomo, mentre nessun uomo è pensabile senza mondo»: «veniamo al mondo e ci dipartiamo da esso; esso non ci appartiene; siamo noi ad appartenergli» [5] .