Il patriarcato di Aquileia: una storia “sbagliata”, in Cultura in Friuli III, a cura di M. Venier e G. Zanello, nella sezione Città della spada, città della strada. Udine fra Medioevo e età contemporanea, a cura di M. A. d’Aronco, Udine, Società Filologica Friulana, 2017, pp. 619-638 (original) (raw)
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Il tema delle minoranze "etniche" e, in specie, dei Toscani nel contesto friulano non è certo originale. Non è nuovo nemmeno nella declinazione particolare dei rapporti tra gli immigrati di origine toscana e la città di Udine. Sembra dunque complicato evitare ripetizioni e trovare qualche spunto davvero innovativo, tuttavia occorre almeno compiere uno sforzo, a patto che -al di là di un doveroso richiamo alla letteratura storica -si provveda a una rilettura delle fonti e a una loro interpretazione nutrita di nuove sensibilità problematiche e storiogra che.
Riflessione storiografica sui concetti relativi alla storia medievale di Aquileia e del suo patriarcato.
Nell'autunno del 1363 il patriarca Ludovico della Torre (1359-1365) 1 si trovava a San Vito al Tagliamento, quando alle porte di quel castello si presentarono le truppe del duca Rodolfo IV d'Asburgo (1358-1365) con i loro alleati friulani, tra i quali primeggiavano i potenti e temuti Spilimbergo 2 . La tregua era nuovamente rotta. Il duca d'Austria, sceso in Italia in chiave anticarrarese, rischiava di impossessarsi in breve tempo dell'intero principato ecclesiastico aquileiese 3 .
Non esistono opere conosciute una volta per tutte, imprigionate nel campo chiuso d'una definizione univoca, fosse pure quella del suo autore»: 1 queste parole di André Corboz rappresentano -a nostro avviso -un'indicazione metodologica su cui riflettere ogniqualvolta ci accostiamo allo studio di un documento artistico. Dunque, a tale suggerimento è opportuno rifarsi anche di fronte a opere molto note e già indagate in profondità, sulle quali riteniamo di sapere già tutto, come nel caso di una celebre incisione del 1771 raffigurante uno scorcio di Udine, Il Palazzo Pubblico visto da mezzogiorno. Essa, parte di una serie di quattro vedute udinesi, insieme a Piazza Contarena, Piazza San Giacomo e Palazzo Arcivescovile, fu incisa dal friulano operante a Venezia Francesco Del Pedro (Udine 1740-Venezia 1806), 2 su disegni dell'udinese Ulderico Moro (Priola/Sutrio 1737-1804), 3 mentre le 'macchiette' che animano le vedute si devono a Francesco Fedeli detto il Maggiotto (Venezia 1750-1805). 4 Questi bellissimi fogli sono stati oggetto di diverse ricerche, 5 dalle quali apprendiamo che furono richiesti dalla Magnifica Comunità Udinese -quindi si tratta di una commissione pubblica -e che il relativo contratto fu siglato dal Moro, il quale fungeva da 'capofila' dell'impresa, il 31 dicembre 1769, stabilendo il prezzo della veduta di Piazza Contarena. 6 Nella distinta delle spese sostenute per quella commissione, datata 9 gennaio 1776, viene specificato che la tiratura era di 680 esemplari, per una spesa complessiva di 5941 lire e 18 soldi, con il concorso di 2480 lire da parte della Magnifica Comunità udinese. 7 Inoltre, dalla stessa fonte apprendiamo che all'inizio le 'macchiette' erano state affidate a Giuseppe De Gobbis, 8 pittore che, in effetti, intervenne in una prima versione di Piazza Contarena, ripudiata dal concessionario, con la conseguente sostituzione a favore Per il quale si veda GIACOMELLO 2009. 4 Su Francesco Fedeli, il Maggiotto, pittore specializzato nella produzione di 'macchiette' da inserire nelle incisioni e figlio del più noto Domenico, si rinvia a MERKEL 1995; . 5 RIZZI 1983a e RIZZI 1983b; inoltre, BERGAMINI / DONAZZOLO CRISTANTE 1992, p. 179 (Didascalie e commenti); GIACOMELLO / MORO 1999, pp. 17-21; GIACOMELLO / MORO 2006, pp. 210-214. 6 Il contratto è edito in GIACOMELLO / MORO 1999, pp. 26-27 (doc. 2). 7 RIZZI 1983, p. 205. Un'analisi dei costi dell'impresa è offerta in GIACOMELLO / MORO 1999, pp. 20-21. 8 Per il quale si rinvia in particolare a ALOISI 2013.
La ricerca epigrafica e antiquaria nelle Venezie dall'Età Napoleonica all'Unità d'Italia, a cura di A. Buonopane, M. Buora, A. Marcone, Firenze, Le Monnier, 2007
La pubblicazione del quinto volume del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), cui Theodor Mommsen lavor per un quindicennio prima che i due tomi vedessero la luce nel 1872 (Pars prior) e nel 1877 (Pars posterior), segna uno spartiacque nella storia degli studi di antichit in Friuli. Il Corpus decreta il tramonto della tradizione erudita locale che per consuetudini e metodo era rimasta lontana dalle istanze del nuovo storicismo. Il dato, per s evidente, stato pi volte sottolineato. Ci che mi propongo qui non è, dunque, di seguire il percorso o ricostruire la tradizione di questa o quell’iscrizione, bensì di illustrare sui documenti l’opera e i ragionamenti di coloro che hanno avuto per le mani il patrimonio epigrafico aquileiese nel corso del XIX secolo e lo hanno disegnato, divulgato, variamente studiato e commentato. .
Il patriarcato d’Aquileia e i suoi vicini occidentali nel pieno medioevo. Un progetto di edizione.
In: Memorie Storiche Forogiuliesi 89/90 (2009/10), S. 73-90.
Da tre anni ormai all'Istituto di Storia dell'Università di Graz si lavora ad un progetto per 1'edizione della documentazione relativa ai rapporti tra il patriarcato d'Aquileia ed i suoi vicini occidentali nel pieno medioevo. È tempo per fare un bilancio provvisorio.(') Questo rapporto sui primi risultati del progetto di ricerca e di edizione-tranne i motivi e le attività finora svolte riguardanti la raccolta, la revisione e l'elaborazione del materiale documentario-offre anche un breve sunto sulle relazioni tra le parti, i motivi e gli oggetti di conflitto, nonché considerazioni su alcuni problemi editoriali. Gettando uno sguardo sulla situazione della tradizione archivistica e sullo stato della ricerca ci si rende conto del significato e della portata di questo progetto. La questione della costituzione di una regione e coerente a questo la problematica della delimitazione geografica di codici diplomatici regionali solleva sempre anche la questione delle loro sovrapposizioni territoriali. Per effetto della complessità delle difficoltà sorgenti, questa edizione ne è un esempio evidente. Si entra quindi nei particolari nel merito delle questioni di delimitazione, di scelta nonché di concezione, classificazione e presentazione dei documenti. (,) Il progetto d'edizione «Patriarcato e Comune: Il Friuli e l'Ovest fino al 1251» (P19426) fu finanziato dal Fonds zur Forderung wissenschaftlichen Forschung austriaco (FWF) dal gennaio 2007 fino al gennaio 2010. Si propone quindi ora di guardare i primi risultati.