Un curioso poliptoto nel XLV libro delle 'Storie' di Livio, «Maia», LI 2009, 3 pp. 535-44. (original) (raw)

Walter Lapini, Eschilo (Agamennone 1200), Euripide (Fenicie 748), Eubulo (I giocatori di dadi 56.2 KA) e alcune riflessioni sulle congetture poligenetiche, «Maia» 68, 2016, pp. 630-636.

Maia 68 (3/2016) 630-636 ESCHILO (AGAMENNONE 1200), EURIPIDE (FENICIE 748), EUBULO (I GIOCATORI DI DADI 56, 2 KA) E ALCUNE RIFLESSIONI SULLE CONGETTURE POLIGENETICHE Walter Lapini Qualche anno fa avanzai una nuova proposta testuale per il tormentato v. 1200 dell'Agamennone di Eschilo 1 . La proposta era quella di scrivere stov ma al posto di pov lin. Dunque non: qaumav zw dev sou, 1199 pov ntou pev ran trafeisan aj llov qroun †pov lin † 1200 kureiǹ lev gousan w{ sper eij parestav tei~. 1201 ma: qaumav zw dev sou, 1199 pov ntou pev ran trafeisan aj llov qroun stov ma 1200 kureiǹ lev gousan w{ sper eij parestav tei~. 1201

F. Gazzano, La Lidia di Plinio il Vecchio, "Maia" 70/2, 2018, pp. 260-279.

Abstract: The essay takes into consideration the encyclopaedic work of Pliny the Elder – his Natural History – as a test-case to collect and study the information he gives about the region of Lydia, in a double direction: on one side, it discusses the data he offers about the mythical and historical past of the Lydian kingdom from a “Greek” perspective, for their historical and historiographical value; on the other side, it takes into account Pliny’s description of Lydian geography and economy in his times, analysing them from a “Roman” point of view. The aim is to advance some methodological observations about the value of Latin texts as “cover-texts” for the Archaic Greece (and Lydia) history.

“Semiotica del ‘doppio’”, in A Maurizio Bettini. Pagine stravaganti per un filologo stravagante, a cura di A. Romaldo, Mimesis, Milano, pp. 233-236, 2017.

gioVanni manetti SEMIOTICA DEL 'DOPPIO' 0. Uno dei contributi più cospicui della ricerca condotta da Maurizio Bettini, soprattutto agli inizi degli anni Novanta, concerne una riflessione intorno al tema del 'doppio': riflessione, vorremmo aggiungere, che non si presenta solo come di tipo antropologico, ma che ha anche sicuramente risvolti di tipo semiotico. Il tema del 'doppio' compare in vari testi: innanzitutto nel volume collettivo da lui curato e introdotto, La maschera, il doppio e il ritratto (Bettini 1991b); poi nella monografia Il ritratto dell'amante (Bettini 1992a), dove viene analizzata e illustrata sotto vari aspetti nei diversi capitoli la tematica di una dimensione duplice (la statua, il ritratto, l'ombra, il sogno, i gemelli, ecc.); infine, nell'introduzione all'edizione dell'Anfitruo di Plauto, che compare con il titolo Sosia e il suo sosia. Pensare il 'doppio' a Roma (Bettini 1991a).

Rosso Malpelo e Ciàula moltiplicati. In margine a una recente ‘lettura multipla’, «Testo», XXIV, n. 46 (luglio-dicembre 2003), pp. 115-123.

Sono trascorsi ormai due decenni dall'uscita de II testo moltiplicato (1982), volume che offriva una lettura 'multipla' della novella boccacciana di Lisabetta da Messina (Decameron iv 5), raccogliendo i contributi di cinque diversi studiosi, ad ognuno dei quali era affidato il compito di applicare, su quello stesso racconto, una particolare metodologia interpretativa (a Mario Baratto quella sociologica, ad Alessandro Serpieri la psicoanalitica, a Cesare Segre la strutturale-semiologica, a Giovanni Nencioni la linguistica, ad Anna Maria Cirese l'antropologica). Si trattava di un esperimento critico forse non privo di una certa dose di azzardo e di rischio, agli occhi degli stessi autori, stando almeno a certe loro dichiarazioni di cautela e anche di distanziamento (come ha notato recentemente Maria Antonietta Terzoli, in La testa di Lorenzo: lettura di Decameron ivj, «Nuova Rivista di Letteratura Italiana», iv, i [2001], pp. 207-226: 207-208), ma che certamente era maturato in un preciso clima culturale, rappresentando la traduzione in prassi critico-interpretativa di una serie di coerenti germi teorici. È oggi inevitabile evincerlo rileggendo alcuni passaggi dell'introduzione di Mario Lavagetto (Due risposte informa di premessa), che insistevano sul concetto-chiave di polisemia del testo, dichiaratamente correlato a un altro elemento centrale per l'interpretazione testuale, quello di ricezione. Il testo, ogni testo, scriveva infatti il prefatore, appare «stratificato, complesso, percorso da molteplici direttrici di senso che si intersecano e si annodano nel corpo di una stessa parola», e anzi «emette segnali [...] soggetti a combinarsi gli uni con gli altri e sempre variabili in rapporto alle successive trasformazioni del codice, del ricevente»; e ancora: «esiste una pluralità, indefinita a priori, di interpretazioni compatibili» (ivi, p. 7). Concetti e parole che sono oggi ormai entrati a far parte dello stesso repertorio scolastico-manualistico, e che si richiamavano evidentemente a posizioni critiche di ispirazione strutturalistica e semiotica, ampiamente circolanti sin dagli anni '60, tra le quali saranno in particolare da ricordare, per limitarsi all'ambito italiano, specifiche formulazioni come quella di «ipersegno», adottata da Maria Corti per definire il testo letterario nei Principi di comunicazione letteraria del 1976, o certe annotazioni di Cesare Segre (avanzate già nel 1969 ne / segni e la critica, e poi più volte ribadite dallo stesso studioso) sulT«incremento di significazione» cui i testi sono soggetti con lo scorrere del tempo, e sul ruolo fondamentale che in tale processo assume la rinnovata percezione da parte dell'osservatore.

Recensione del volume SER MATTEO DI BILIOTTO NOTAIO, Imbreviature. II registro, in «Archivio Storico Italiano», CLXXVI, Disp. II, 2018, pp. 378-381

Review by Antonella Ghignoli of the book : SER MATTEO DI BILIOTTO NOTAIO, Imbreviature. II registro (anni 1300-1314), a cura di Manila Soffici, Sismel-Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2016 ((Memoria Scripturarum, Testi latini, 5).