Letture dai classici di Battista Mantovano, «Studi umanistici Piceni», XXIV 2004, pp. 97-104. (original) (raw)
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The manuscript Vat. Lat. 3284 contains both the text of Lucan’s Bellum Civile and a huge stratification of exegetic materials, added by several different hands in a long time interval. The most recent hand, in particular, supplies a true full-scale commentary to Lucan’s text, and has been ascribed by Mariagrazia Antonetti to an unknown humanist close to the members of the Accademia Romana. A closer look to the commentary, however, refutes this reconstruction and reveals instead a massive use of the recollectae to Lucan written by Benvenuto da Imola, even if the anonymous humanist reveals on many controversial points a significant independence from this source. Internal and external clues bring to locate the drawing up of the humanistic commentary contained in the Vat. Lat. 3284 in Ferrara, in the first decades of the fifteenth century.
L’articolo individua l’esistenza della tradizione indiretta per alcune opere di Francesco da Fiano. Pochi decenni dopo la morte dell’autore, Francesco d’Acquaviva, un napoletano che operò nell’Est Europa, inserí infatti in alcune sue lettere e orazioni passi di opere in prosa di Francesco da Fiano e cosí fecero Giovanni Belmesseri, originario di Pontremoli, e Porcelio Pandoni con i versi. La tradizione indiretta contribuisce alla constitutio textus, consentendo in qualche caso di correggere gli errori presenti nei testimoni manoscritti; rende inoltre possibile attribuire con certezza al da Fiano alcune lettere trasmesse adespote. Il riutilizzo tacito di testi del da Fiano getta luce sul ruolo svolto da questo autore nella nascente cultura umanistica quale modello di scrittura epistolare e poetica. *** This article reports the existence of an indirect tradition for some works of Francesco da Fiano. A few decades after the death of the author, Francesco d’Acquaviva, a Neapolitan working in eastern Europe, included in some of his letters and speeches passages from prose works by Francesco da Fiano, and Giovanni Belmesseri from Pontremoli and Porcelio Pandoni did the same with his verse works. The indirect tradition is useful for the “constitutio textus” because it allows correction of some errors in the MSS. It also makes certain the attribution to da Fiano of some letters transmitted without an author’s name. The unacknowledged use of texts by him throws light on his role as a model for epistolary and poetic composition in the early days of the humanistic movement.
Si tratta di un codice di 105 carte in scrittura umanistica lombarda, con caratteristiche miste di scriptura textualis e di littera antiqua, opera di due diversi amanuensi (cambio di mano alla c. 57r l. 11). Antigrafo del primo amanuense è il codice Parigino lat. 8528, quello del secondo è un codice più antico che bisognerà cercare di identificare in futuro. Il codice luganese è, per la sua prima parte, 'fratello minore' dell'Ambrosiano A 235 inf.; se vale per il Parigino lat. 8528 la datazione proposta da Massimo Zaggia (1435-1440), l'Ambrosiano è appena posteriore al Parigino, il Luganese invece va datato intorno al 1440.
A novel? No. I don't have the endurance any more. To write a novel you have to be like Atlas, holding up a whole world on your shoulders and supporting it there for months and years. (Diary of a Bad Year, p. 54) Tra Virgilio e Eliot: che cos'è un classico Con il titolo di un saggio di Thomas Stearns Eliot, "What is a Classic?", nel 1993 a Graz, John M. Coetzee dedica al concetto di classico una conferenza che sarà pubblicata prima su Current Writing (1993) e poi in Stranger Shores. Essays 1986Essays -1999Essays (2001 1 . Fin dall'inizio, però, comprendiamo quanto Coetzee sia lontano dal saggio del poeta america-1
«Mediaeval Sophia» 18 (2016), pp. 171-213 (on line)
English - This paper takes remark by the publication of «Humanae ac divinae litterae». Scritti di cultura medievale e umanistica, Spoleto [PG], Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo [CISAM], 2013, a volume in which Mauro Donnini presents 46 of his essays on the medieval and humanistic culture and literature, written from 1979 to 2012. The main themes are the critical edition of medieval Latin and humanistic texts; literary, linguistical and stylistical problems; the versifications; the relationships with classical "auctores"; narratology and analysis of the tale. - Italiano - Questo intervento trae spunto dalla pubblicazione di un volume di Mauro Donnini («Humanae ac divinae litterae». Scritti di cultura medievale e umanistica, Spoleto [PG], Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo [CISAM], 2013), nel quale lo studioso presenta 46 dei suoi studi sulla cultura e la letteratura medievale e umanistica, scritti fra il 1979 e il 2012. I principali temi affrontati sono l’edizione critica di testi mediolatini e umanistici; problemi letterari, di lingua e stile; le versificazioni; il riuso delle "auctoritates" classiche; la narratologia e le tecniche di analisi del racconto.
Tassonomia umanistica nel Panepistemon di Angelo Poliziano: la divinatio nella classificazione delle discipline Nella principale prolusione di natura filosofica di Poliziano, intitolata Panepistemon e pubblicata a Firenze nel febbraio 1492, 1 emerge un ideale enciclopedico della conoscenza secondo un ordinamento di ispirazione prevalentemente aristotelica. 2 Tale prolusione non segna tuttavia un'adesione all'aristotelismo da parte di Poliziano e una sua rinuncia alla dottrina platonica, della quale si trova l'eco in alcuni suoi scritti precedenti, ma piuttosto suggerisce un accordo tra le due correnti filosofiche in anni in cui Poliziano collaborò ed ebbe piena intesa con Giovanni Pico della Mirandola. Quest'ultimo, la cui visione eclettica abbracciava più filosofie e religioni -nel suo pensiero accanto alla tradizione neoplatonica coesistevano quella dell'esoterismo cristiano e cabalistico -, nell'ultimo periodo della vita sostenne la concordia tra Platone e Aristotele. 3 Nella lettera, che divenne poi la dedicatoria premessa al De ente et uno, così scrive a Poliziano negli anni in cui questi teneva il corso sull'Ethica Nichomachea: