Palatino. Il palco di Nerone inghiotte la chiesa (original) (raw)
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L’organo a palazzo nell’Impero di Nerone
2008
L’articolo propone alcune testimonianze relative all’organo nell’Impero romano durante il regno di Nerone. Il percorso, letterario archeologico e figurativo, mostra uno strumento con precisi caratteri politici e diplomatici, tali da renderlo immagine sonora del potere imperiale. Il contributo prende avvio dalla scelta di Vitruvio, ingegnere del primo Augusto, di inserire nel De Architectura lo strumento quale macchina complessa, utile in tempo di pace ad esprimere l’immagine della gloria e della potenza dell’imperatore che era in grado di costruirla. Il saggio prosegue riferendo della presenza dello strumento durante l’impero di Nerone e proponendo l’ipotesi dell’esistenza di uno strumento proprio nel palazzo privato dell’imperatore. Attraverso la rilettura di alcuni passi della Vita Neronis di Svetonio e alcune rilevanze archeologiche messe in luce nella Domus Aurea sull’Esquilino, viene proposta una nuova interpretazione della vita, soprattutto musicale, di Nerone. Partendo dai tratti del giovane imperatore e dalla sua educazione si rilevano i legami di Nerone con il mondo alessandrino. Tali contatti divengono evidenti soprattutto nel palazzo dell’Esquilino dove scelte di stampo ellenistico predominano negli aspetti architettonici esteriori della domus, così come nelle ambientazioni dionisiache degli interni e negli apparati scenografici. È possibile dunque che gli ingegneri di Nerone, i quali avevano dotato il palazzo di alcuni congegni idraulici inventati da Ctesibio, meccanico di Tolemeo II Filadelfo, non avessero trascurato neanche l’organo idraulico, descritto per di più da Erone.
Modelli filoasburgici, celebrazione dinastica e pietas gonzaghesca nella Pala della Trinità
Ricostruendo Rubens: la famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità, atti della giornata di studi (Mantova, Palazzo Ducale, 12 ottobre 2016), Mantova 2017, pp. 29-40
ringrazia vivamente il Comune di Mantova per l'adesione e il sostegno all'iniziativa Il gruppo del Progetto di ricerca ringrazia per la fattiva collaborazione e la squisita accoglienza la Fondazione Magnani Rocca (Mamiano di Traversetolo, Parma) che ha consentito lo studio e la realizzazione della campagna documentaria e diagnostica sul frammento della Pala della Trinità di loro possesso © 2017 Fotografie e fotoriproduzioni su gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova © 2017 Riflettografie Centro Laniac, Dipartimento Culture e Civiltà, Università di Verona Diritti di riproduzione e traduzione riservati © Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova © Universitas Studiorum S.r.l., Mantova A norma della legge sul diritto d'autore e del codice civile, è vietata la riproduzione, totale o parziale, di questo volume in qualsiasi forma, originale o derivata, e con qualsiasi mezzo a stampa, elettronico, digitale, meccanico per mezzo di fotocopie, microfilm, film o altro, senza il permesso scritto dell'Editore
L'oratorio Lateranense di Lentigione
La storia in pdf (Accademia di Studi Storici Brig) n. 13 , 2021
L'oratorio lateranense di Lentigione intitolato al Nome SS. di Maria Vergine GIULIANO GELMINI e GIOVANNI SANTELLI «Chi cerca trova» recita un ben noto proverbio, e qualche volta capita che ciò si verifichi. L'esperienza, però, ci ha insegnato che è molto più facile trovare qualcosa quando non la si cerca e questo studio ne è una dimostrazione pratica, infatti, i documenti dell'Archivio Diocesano di Parma, che gettano luce sulla fondazione dell'oratorio e che abbiamo riportato in Appendice, sono stati rinvenuti, del tutto casualmente, una decina di anni fa, durante una ricerca effettuata per tutt'altro scopo. Per quanto riguarda l'Oratorio Lateranense , dobbiamo innanzi tutto precisare, per chi non è del posto, che sorge lungo la via Imperiale Inferiore, a circa mezzo chilometro dalla chiesa parrocchiale di Lentigione, in comune di Brescello (RE). La sua costruzione risale a quasi tre secoli fa e fu dovuta a Giulio Antonio Soliani, che volle dotare la sua proprietà di Lentigione di un oratorio pubblico.
Atti del XVIII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, Cremona, 14-17 marzo 2012, Tivoli 2013, pp. 613-626.
AlessAndRO lugARi -FedeRicO guidObAldi i RivestiMenti MARMORei pAviMentAli e pARietAli delle ResidenZe di neROne sul pAlAtinO AllA luce dei RecentissiMi RestAuRi* l'area del palazzo imperiale sul colle palatino fu oggetto di sterri piuttosto estesi sia sotto la direzione di Francesco bianchini nel Xviii secolo 1 , quando apparteneva al duca di parma, sia sotto quella di pietro Rosa, nella seconda metà del secolo successivo, prima per conto di napoleone iii e poi, dal 1870, per il governo italiano 2 . Furono però le successive indagini di boni, del 1912-13, che permisero di rimettere in luce non solo l'area del grandioso ninfeo, scoperto ma rinterrato dal bianchini nel '700 e allora chiamato "bagni di livia", ma anche una serie di ambienti connessi che erano stati risparmiati dagli sterri precedenti.
Cordano, Il santuario dei Palikoi
Sul culto siciliano dei Palikoí esiste un'ampia bibliografia, anche recente, incentrata soprattutto sul fatto che essi sono eroi gemelli 1 e localizzati in una parte della Sicilia (la valle dei Margi), che è stata al centro della autocoscienza sicula 2 , infatti su un'altura sovrastante il santuario 3 , che è vicina a Mineo, fu fondata da Ducezio nel V secolo a.C. la città di Paliké 4 . La maggior parte di tale bibliografia è precedente agli importanti scavi condotti da Brian McConnell e Laura Maniscalco proprio nel santuario; ma pure un recentissimo articolo apparso sulla rivista palermitana Mythos li ignora completamente 5 , pur essendo stati tempestivamente pubblicati sulla rivista Kokalos e nell'American Journal of Archaeology 6 . E' un peccato perchè la descrizione della monumentalizzazione del santuario avvenuta nel V secolo a.C. in forme del tutto greche e la continuità di culto fino al III secolo d.C. dovrebbero dire qualcosa di più agli studiosi di storia delle religioni e non solo! L'originario culto dei Palikoí avveniva in una grotta prospiciente un laghetto, strettamente collegato allo svolgimento del rito, ampiamente descritto dalla letteratura antica, anche se con discordanze; invece nel V secolo a.C. davanti alla grotta, sempre in vista del laghetto, viene edificato un hestiaterion, cioè un edificio per pasti comuni, adatto ad accogliere i frequentatori del santuario con modalità nuove, ispirate da modelli greci 7 .