lo scimpanzé e i canditi: inibizione e linguaggio (original) (raw)


Studio su alcuni documenti conservati al CEDAC

Le strutture corticali anatomicamente e funzionalmente fondamentali nell’uomo per la comprensione e la produzione del linguaggio sono rispettivamente l’area di Wernicke (planum temporale posteriore superiore sinistro) e l’area di Broca (corteccia orbito-frontale sinistra). A queste regioni, che nella maggioranza sono più grandi del corrispettivo corticale controlaterale, corrisponde un’asimmetria anatomica interpretabile in chiave evolutiva. Recenti studi hanno indagato la possibile esistenza di analoghe asimmetrie nelle aree corrispondenti delle scimmie, sia analizzandone le caratteristiche macroanatomiche (Gannon et al., 1998; Hopkins et al., 1998; Cantalupo e Hopkins, 2001), sia più approfonditamente con l’analisi citoarchitettonica e miofibrillare (Buxhoeveden et al., 2001; Sherwood, Gannon et al., 2003), con risultati in parte contrastanti. Tuttavia una comune prospettiva dell’evoluzione del linguaggio umano da una comunicazione gestuale viene suffragata dalla scoperta nelle grandi scimmie di movimenti della bocca simpatetici a movimenti motori fini (Waters, Fouts, 2002).

There was a time when the study on the origin of human verbal language caused scandals and prohibitions, as in 1866 when the Société de Linguistique de Paris forbade to present contributions on this issue. Nowadays, instead, this is one of the more controversial and widely studied topics, as if this question would hide some additional value, something that deals with the deep meaning of mankind and with its place in the world. Thus, since fossils can’t speak, and even the monkeys, which are so close to us, do not seem to have any intention to do it, biologists, neuroscientists, palaeontologists, and philosophers discuss about it.

Presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell’Università di Padova è conservato il Fondo Rossi-Landi nel quale è possibile consultare nella sua interezza lo scambio epistolare intercorso tra il 1971 e il 1973 tra il semiologo italiano Ferruccio Rossi-Landi (1921-1985) e il filosofo vietnamita Tran-Duc-Thao (1917-1993). Oggetto del carteggio è il progetto editoriale di un volume dal titolo L’origine del linguaggio e della coscienza che avrebbe raccolto la traduzione italiana di alcuni articoli di Thao apparsi nel decennio precedente nelle rivista francese La pensée. https://doi.org/10.19079/actas.2017.1.87

Questo studio nasce allo scopo di indagare come il sistema visivo umano riesca a gestire la carenza di informazioni, concentrandoci su un particolare caso di studio: l’elaborazione di immagini sfocate. La premessa a questo studio sta nella convinzione che un’indagine corretta sulla visione e sull’associazione dei campi semantici dovesse essere basata su materiali prodotti specificamente per essere sottoposti a una somministrazione a video, e pensati all’origine per subire le modifiche operate dalle sfocature. A tale scopo sono stati realizzati due studi: uno studio di categorizzazione in cui ai partecipanti sono state mostrate le stesse immagini, specificamente prodotte per il nostro esperimento, in tre versioni, non sfocate, a media e alta sfocatura, ed è stato chiesto loro di indicare cosa vedessero, quale elemento emergesse sullo sfondo e quale elemento avessero guardato per primo. I risultati di questo primo studio hanno evidenziato un netto passaggio dall’uso di concetti di base per descrivere le immagini nitide all’uso prevalente di tratti, forme e colori, nel caso di immagini sfocate. Il database di immagini utilizzato nel primo studio e la lista di parole generate per descrivere le immagini sono stati poi impiegati in un esperimento di priming, in cui le immagini a tre diversi livelli di sfocatura erano seguite da parole congruenti (Bandiera-ASTA), parole incongruenti (Bandiera-SEDIA) e non-parole. Il compito sperimentale a cui i partecipanti erano sottoposti era una decisione lessicale. L’analisi dei tempi di risposta ha confermato effetti di facilitazione semantica in presenza di immagini non sfocate, a media e alta sfocatura, avvalorando la tesi di un’elaborazione automatica delle immagini sfocate.