Commedie nella Commedia (original) (raw)
Introduzione alla Commedia [In Dante Alighieri, Divina Commedia. INFERNO, a cura di Raffaele Pinto Edimedia (con espansione online), Firenze 2021.
"Dante e il dantismo nelle Marche", a cura di Laura Melosi, Ilaria Cesaroni, Gioele Marozzi, Olschki Editore, 2022
Una testimonianza del lascito della Divina Commedia nei versi di un poeta contemporaneo. Il testo raccoglie l'intervento al convegno "Tra due liti d'Italia. Echi danteschi nelle Marche", Università di Macerata, 18-19 novembre 2021.
Nell'impossibilità di rintracciare tutti gli aventi diritto, l'Editore si dichiara disponibile ad assolvere ai propri impegni e a regolare eventuali spettanze per quanto riguarda le immagini e i testi pubblicati nel presente volume.
a cura di MARIA ANTONIETTA TERZOLI, ALBERTO ASOR ROSA, GIORGIO INGLESE Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2010 lino Pertile SUL DOLORE NELLA CoMMEDIA 1. Nel 1333, dodici anni dalla morte di Dante, il beato Simone Fidati da Cascia così invitava a considerare i mille modi in cui i màrtiri cristiani imitarono Cristo:
Il gioco della e nella «Commedia»
2019
Così sarai tuttor donna del giuoco (Il Fiore CLVI, 14) In via preliminare è utile formulare una indicazione di metodo, anche al fine di delimitare gli ambiti della mia indagine. Il tema del rapporto gioco-letteratura 1 (per noi lo stesso che gioco-arte), per la ricchezza degli intrecci e delle analogie cui rimanda (finzione, scherzo, maschera ed altro ancora), ha dilatato la vastità e complessità del suo oggetto, rischiando di impegnare multidisciplinarmente settori di studio ben oltre il campo strettamente letterario. Capita così che orientarsi con coerenza all'interno della relativa trattatistica riesce talvolta fuorviante. In età contemporanea è stato un Grande che ben si intendeva di poesia-Baudelairead individuare come coessenziale alla natura umana un rapporto simbiotico tra le manifestazioni ludiche e quelle letterarie, con una osservazione tanto elementare quanto ricca di esiti molteplici e complessi: «le joujou est la première initiation de l'enfant à l'art» 2. E più recentemente Dino Buzzati (tanto per rimanere all'interno della grande letteratura) scrive: «l'arte, per gli artisti, è il più delizioso dei giochi» 3 , col tono di chi ‗gioca', appunto,a rivelare un segretoche segreto non è, perché notoab immemorabili. La celeberrima Epistola ai Pisoni, testo di partenza per ogni discorso sull'arte, aveva consacrato una sua tassonomia: «aut prodesse volunt aut delectare poetae», insegnare («prodesse») o giocare («delectare») sono i due modi del fare poesia. Ma è anche vero, come rileva Michelangelo Picone 4 , che al rigore tassonomico del primo verso segue in attenuazione «aut simul et iucunda et idonea dicere vitae» econ una assiomatica conclusione «omne tulit punctum qui miscuit utile dulci» 5 , che sembra aver tracciato una pista battutissima dalla letteratura medievale dell'Occidente europeo, fino ai giorni nostri.A provarlo sarebbe facile percorrere un lungo elenco di autori e di opere che immaginando o ipostatizzando una società armoniosa e perfetta costruiscono uno spazio e un tempo felici, nei quali il gioco è regola permanente per garantire il transfert della morale, della religione, delle virtù civiche e perfino dell'igiene dall'ambito dell'astratta precettistica, dura a digerirsi intellettualmente, sul terreno dell'indisciplinata forza vitale che muove le cose del mondo e la concretezza del vivere. A mo' d'esempio ricordo, pur col limite del riferimento al solo mondo femminile, il Reggimento e costumi di donna di Francesco da Barberino, un testo dalle molteplici possibilità di approccio, manuale di formazione, romanzo allegorico, silloge di precettistica femminile, narrativa aneddotica e novellistica, ma tutte con l'evidente obiettivo di controllare l'immaginario, col gioco a far da mediatore. Interessante e intelligente la lettura dell'opera di Claude Cazalé Bérard, dove è sottolineato che 1
La presentazione offre informazioni sulla Commedia dell'Arte, sulle sue caratteristiche principali e su come dall'Italia si sia diffusa in tutta Europa. Viene fatto, poi, un confronto tra il personaggio di Pantalone e quello di Shylock, dal Merchant of Venice di Shakespeare.
L'illustrazione della 'Commedia'
Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo. Atti del convegno internazionale, Roma 7-9 novembre 2016, Roma, Salerno editrice, 2018
In questo intervento si discutono alcune questioni relative all’origine, la funzione e le tipologie dell’illustrazione della "Commedia" di Dante su libro manoscritto (nonché, per alcuni presupposti teorici e metodologici evocati, dell’illustrazione libraria medievale tout-court) con le quali si confronta, oramai da oltre due anni, l'équipe interdisciplinare che va sotto il nome di "Illuminated Dante Project" (d’ora in poi IDP ). *** In this presentation, some issues related to the origin, function, and types of illustrations adorning the manuscripts of Dante's "Divine Comedy" (as well as, due to some theoretical and methodological premises invoked, medieval book illustration in general) are discussed. These issues have been examined by the interdisciplinary team known as the "Illuminated Dante Project" (hereafter referred to as IDP) for over two years now.
Canti della "Commedia" al Collegio Romano
Tra il 2005 e il 2008, insieme a Nicola Ciampitti e a Rino Caputo, abbiamo progettato, organizzato e condotto un triplice corso di "lecturae" su "Inferno", "Purgatorio" e "Paradiso", come oggetto ricerca e studio per docenti e studenti di Roma. Oltre a coloro indicati nel calendario, il professor Achille Tartaro aveva dato il proprio contributo allo studio delle prime due cantiche. Gli incontri si svolsero nell’Aula Magna del Liceo “E. Q. Visconti”. Lo studio della terza cantica fu il più approfondito. Esso aveva la mira di indagare alcuni degli enigmi teologici che la lettura del Paradiso pone, come la relazione tra Creatore e creazione; l’origine della corruzione e del male; i fondamenti teologici e metafisici della metafora e dell’allegoria dantesche. Tale impegno culminò in una tavola rotonda fra tre teologi delle religioni monoteiste, perché i dubbi emersi durante il corso fossero, se non risolti, approfonditi alla luce del dialogo tra tradizioni e metodi diversi.
in Il desiderio preso per la coda, a cura di Alfonso Amendola, Emilio D'Agostino, Serena Sornicola, Atti del seminario di studi su Sogno, Teatro e Desiderio, 3-4 giugno 2008, Plectica, Salerno, 2009 1. La lettura tradizionale del primo verso della Commedia ("Nel mezzo del cammin di nostra vita"), secondo la quale il poeta alluderebbe ai suoi 35 anni di età, non fu unanime fra gli antichi commentatori del Poema. Guido da Pisa, in particolare, propose una intepretazione molto diversa, per la quale sintagma indicherebbe il sonno in cui il poeta era immerso quando si smarrì nella selva oscura. La esegesi moderna, sulla scorta di un passaggio del Convivio che compara l'esistenza umana ad un arco, o parabola, il cui punto più alto si situa sui 35 anni 1 , ha preferito tale lettura, e si è attestata sulla informazione cronologica esterna che collega gli anni di vita del poeta alla data del viaggio: l'anno giubilare 1300 2 . La proposta di Guido, però, merita di essere approfondita (indipendentemente dalle implicazioni profetico-visionarie che ne sarebbero deducibili), poiché suggerisce una ipotesi sulla genesi interiore, o psicologica, della Commedia che ci permette di contestualizzarne meglio l'ideazione nella biografia intellettuale di Dante, ed apre, inoltre, alla interpretazione del testo prospettive che vanno nella direzione onirica che è il tema del presente convegno.
L'Edizione Foscoliana Della Commedia
2017
studio sull'edizione della Commedia allestita da Foscolo nel 1827 ed edita a cura di Mazzini, per i tipi dell'editore Rolandi a Londra, nel 1842 - 1843
Scopo di queste poche righe è quello di offrire una sintesi della geografia dantesca a partire dalla concezione medioevale dell'Ecumene e la sua trasposizione nella comedia. Inoltre, a fronte delle molteplici ed ancora aperte interpretazioni dell'opera, per ovvi motivi di tempo e spazio di questo intervento, accoglierò le più accreditate. LA GEOGRAFIA DEL MEDIOEVO Per comprendere il contesto di quanto stiamo per affrontare, dobbiamo innanzitutto immedesimarci nel modo di pensare, di vivere e di concepire dell'uomo del XIII secolo. E' doveroso premettere che tutta l'opera di Dante si appoggia su solidi presupposti scientifici allora conosciuti. L'istruzione all'epoca si basava sui classici greco-romani, sulle sacre scritture, sulla patristica, soprattutto quella agostiniana, sulla lingua latina ed era prerogativa della Chiesa. La società era permeata dalla concezione religiosa dell'esistenza seppure affrontata razionalmente.
La Commedia nel Sei e Settecento
La ricezione della Commedia dai manoscritti ai media, Roma, Bardi, 2003 (Atti dei Convegni Lincei, 351), 2023
Appare oggi riduttivo parlare del Seicento come di un “secolo senza Dante” o del Settecento come del secolo semplicemente caratterizzato da un “assalto a Dante”, per quanto queste valutazioni abbiano senza meno alcuni aspetti di innegabile pertinenza. La tradizione editoriale e critica della Commedia nel Seicento e nel Settecento configura uno scenario irriducibile ad una semplice oscillazione di opposizioni dialettiche tra reazionari e progressisti, marinisti e classicisti, letterati puri e filosofi, illuministi e arcadici. Il deciframento della tradizione contribuisce a identificare le linee guida trasversali che caratterizzano riconfigurazioni variabili di argomenti anche ripetitivi, all’interno di un sistema concettuale che coniuga la letteratura con la Storia, con la conoscenza dei fatti naturali, con l’attualità politica, o può invece isolarla come fatto a sé stante, in considerazione di una sua parnasiana purezza.
La Commedia nella società e nella scuola italiana
Il Dante dei Moderni - La Commedia dall'Ottocento ad Oggi, LoGisma, Firenze, 2017, pp. 369-378, 2017
Si illustra come Dante, e la Commedia in particolare, siano veicolati alle masse in Italia; si passano in rassegna spettacoli teatrali, trasmissioni radiofoniche e televisive dal dopoguerra in poi che abbiano avuto come protagonista il poeta, mettendone in risalto le peculiarità e cercando di sottolinearne le differenze di impostazione. Quindi si traccia un quadro del modo in cui Dante viene insegnato nei vari ordini di scuola, prendendo in esame i libri di testo e i commenti alla Commedia adottati negli ultimi anni. Infine si affronta il tema del possibile aggiornamento degli insegnanti italiani sul tema della Commedia.
La polivalenza dei miti d’arte ovidiani nella „Commedia
in Carlota Cattermole - Marcello Ciccuto (a cura di): MITI FIGURE METAMORFOSI L'OVIDIO DI DANTE a cura di CARLOTA CATTERMOLE e MARCELLO CICCUTO, 2019
I miti relativi a figure di artisti che hanno osato sfidare gli dei, che per brevità chiamerò in seguito 'miti d'arte', come appunto il mito delle Pieridi, il mito di Aracne e quello di Marsia, sono presenti nella struttura della Commedia in punti di grande rilievo: nei canti iniziali del Purgatorio e del Paradiso, al centro dell'Inferno, nonché sotto forma di bassorilievi, opere d'arte divine, tra gli artisti superbi del Purgatorio: e il valore particolare di tali riferimenti è dato dal loro significato autoriflessivo e poetico. Le fonti dei versi danteschi, come dimostrano i prestiti lessicali, sono i racconti mitologici ovidiani, che già nelle Metamorfosi sono interpretabili come allusioni all'autodeterminazione dell'artista. Nel presente scritto, dopo essermi brevemente occupata di due questioni generali, cerco di arricchire il discorso relativo alle riscritture ovidiane di Dante con un'interpretazione che si discosta dalle valutazioni critiche precedenti, fondamentalmente riconducibili a due correnti di pensiero. * Il presente articolo è stato realizzato con il sostegno dei progetti di ricerca del Fondo Nazionale delle Ricerche Scientifiche (NKFI -PD 121397).