Mercati, mercanti, diritto mercantile in uno spazio di confine: il Mezzogiorno italiano (IX-XII secolo), in La crescita economica dell'Occidente medievale. Un tema storico non ancora esaurito, Atti del XXV convegno internazionale di studi, Pistoia 14-17 maggio 2015, Roma, Viella, 2017 (original) (raw)
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The economic and commercial prosperity of Venice in the Later Middle Ages was based on an extensive network of international agreements, called pacta, signed with the Mediterranean partners in order to maintain free and safe traffic routes and to ensure freedom of movement for its merchants. The pacts formed the basis of ius or mos mercatorum and the international law of that time. The aim of this paper is to illustrate the Venetian pacts with the eastern Mediterranean, to outline their nature, forms, contents and effectiveness.
2022
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GLI ITALIANI E LE FIERE TEDESCHE NEL MEDIOEVO: UN INCONTRO MANCATO Nel corso del XII secolo, sotto il regno di Federico Barbarossa, i mercati annuali della bassa area renana (Colonia, Aquisgrana, Duisburg, Utrecht) si trasformarono in fiere, le quali, ben presto, costituirono un sistema. Le città di Oppenheim, Worms, Magonza e Spira, che si trovano sul tratto mediano del Reno, ottennero dall'imperatore Federico 11, nella prima metà del XIII secolo, alcuni privilegi legati alle fiere, le cui clausole erano state evidentemente concordate. Un terzo raggruppamento nacque nella Wetterau e nella regione del Meno, dove principalmente le fiere di Friedberg e Francoforte assunsero un'importanza sovraregionale. Altre manifestazioni fieristiche importanti per il commercio con l'estero si tenevano a Nordlingen, Zurzach, Linz e Bolzano'. Nei decenni che seguirono il 1330, anno in cui Francoforte ottenne una seconda fiera, la città si Per la storia delle prime fiere tedesche, v. i lavori di H. Ammann, Neue BeitrZge zur Geschichte der Zurzacher Messen, Aarau 1930; Id., Die deutschen und schweizerischen Messen des Mittelalters, Brussels 1953; Id., Die Nordlinger Messen, Aus Verfassungs-und Landesgeschicbte. Festschrzj5t zum 70. Geburtstag uon Theodor Mayer, vol. 2 , Lindau 1955, pp. 283-315; J. Jarnut, Die Anfange des europuiscben Messewesens, in Brucke zwischen den Volkern -Zur Geschichte der Frankfurter Messe. Band i: Frankfurt im Messenetz Europas -Ertrage der Forschung [Ausstellun im Historischen Museum der Stadt Frankfurt am Mainl, a cura di H. Pohl e M. Pohle, Frank B urt/M. 1991; W. Herborn, Die mittelalterlichen Messen im deutschsprachigen Raum, in Briicke xwischen den Volkern, cit.; E Irsigler, Jahrmarkte und Messesysteme im westlichen Reichsgebiet bis ca. 1250, in Europaiscbe Messen und Marktesysteme in Mittelalter und Neuzeit, a cura di P. Johanek e H. Stoob, Koln 1996.
Nelle pagine seguenti verranno esposte, attraverso lo studio della trattatistica del tempo, le competenze teoriche, matematiche e contabili raggiunte da chi, nella seconda metà del Quat trocento, esercitava ai più alti livelli l'attività di mercante/banchiere. 1 Questa delimitazione del campo di ricerca ai grandi operatori è dovuta alla ricchezza di fonti che ci hanno lasciato e all'ab bon danza della letteratura scientifica che ha analizzato sotto vari punti di vista la loro attività. La scelta di abbinare a un saggio che si concentra sulla figura del contabile nell'antichità queste osservazioni sulle competenze dei mercanti del tardo Medioevo ha una ragione ben precisa: questi attori sociali condividono, in diversi momenti e contesti, alcuni aspetti del percorso formativo e professionale degli specialisti della contabilità di cui si è parlato nel lavoro di Filippo Ledda. Sin dall'inizio del XIV secolo, questo iter è definito dagli autori dei trattati di matematica pratica in funzione della pratica della mercatura ed è quindi pensato principalmente per chi la esercita. I percorsi educativi iniziano con l'apprendimento dei saperi professionali imprescindibili e dunque con l'abaco; un costante tracciato di formazione informale nasce per il mercante/banchiere e per gli operatori finanziari, ma non esclude chi 213 1 Per una più ampia definizione dell'oggetto della ricerca rimando a un altro lavoro che è nato parallelamente a questo: F. PISERI, La formazione e la professionalizzazione del "corpo mercantesco" nel XV secolo, destinato ad essere pubblicato nel volume in preparazione a cura di M. MORANDI, dal probabile titolo Formare alle professioni. Commercianti e contabili. Il volume, frutto della rielaborazione dei materiali originati dal seminario svoltosi a Pavia il 16 aprile 2010, presso il Collegio Ghislieri, come ricordava Monica Ferrari, è legato al percorso di riflessione sulla "Storia pedagogica delle professioni", titolo di una serie di volumi dedicati a questo tema presso la casa editrice FrancoAngeli di Milano, serie di cui sono responsabili Egle Becchi e Monica Ferrari.
Gli atti del XXV convegno su La crescita economica dell'occidente medievale. Un tema storico non ancora esaurito, che si è tenuto a Pistoia tra il 14 e il 17 maggio 2015-pubblicati rispettando la tradizione che li vuole disponibili nel momento in cui si apre, con cadenza biennale, il successivo convegno-confermano, senza temuta di smentita, il carattere del Centro Italiano di Studi di Storia e d'Arte di Pistoia come un istituto di alti studi medievali a dimensione internazionale, radicato nella cultura europea, conosciuto come tale nella comunità scientifica, e insieme legato strettamente al territorio che da più di cinquanta anni ne accoglie, promuove e accompagna amorevolmente i lavori. Gli atti vengono pubblicati in concomitanza e con il patrocinio di Pistoia capitale italiana della cultura 2017, graditissimo riconoscimento del fatto che il Centro, con le sue iniziative, contribuisce alla notorietà internazionale della città. Come sempre in passato, anche in questa occasione la partecipazione ai lavori, aperti a tutti, è stata numerosa sia per quanto riguarda la presenza qualificata di studiosi italiani e stranieri, sia per quanto riguarda i comuni cittadini, attenti e interessati alla storia. Hanno partecipato ai lavori anche dodici borsisti, proseguendo una tradizione del Centro, che ha sempre rivolto particolare attenzione ai giovani che si avviano agli studi storici. L'argomento che è stato affrontato, su una proposta di Franco Franceschi prontamente fatta propria e sviluppata dall'intero Comitato scientifico, è uno dei "grandi temi" della storia, non solo medievale, tanto che qualche anno fa un autorevole economista dell'università di Harvard ha definito la crescita economica «un mistero» che non può essere svelato solo attraverso l'uso di indicatori economici (come ricapitola lo stesso Franco Franceschi nella sua bella e colta introduzione al convegno). E se è complesso anche per le società contemporanee chiarire i meccanismi con cui si incrementa la «ricchezza delle nazioni», il compito, naturalmente, è ancora più arduo per l'età preindustriale ed il mondo medievale in particolare, quando alla gradualità si sostituisce poco a poco un ritmo veloce di crescita: ma questo non è un buon motivo per non tornare a interrogarsi su un fenomeno di enorme portata e sul quale, negli ultimi anni, non sono mancate ricerche e discussioni. Un compito complesso, dunque, ma non inutile anche in funzione della conoscenza del mondo contemporaneo, a guardare quanti economisti tra quelli impegnati a spiegare forme, modi, quantità e conseguenze della crescita della ricchezza mondiale degli ultimi due secoli, identificano proprio nel Medioevo (e specie in quello italiano) un punto di partenza utile per le proprie analisi. Seguendo un metodo di lavoro consolidatosi negli anni, gli obiettivi principali