La Controriforma e i valdesi: il caso della Puglia (original) (raw)

Abstract

La prima parte di questa ricostruzione storica si incentra sul tema dell'originalità dell'esperienza di Valdo di Lione, il fondatore del valdismo, un tratto importante da sottolineare per comprendere quali siano state le vicende, ed in un certo senso, anche le fortune che hanno distinto i valdesi da tutti gli altri movimenti eterodossi che si svilupparono nel basso Medioevo; la novità di questa esperienza, come vedremo, sarà la colonna sui cui poggerà la sua ampia diffusione nella penisola italiana, essendo esso capace di amalgamarsi alla perfezione con l'esperienza dei Comuni; infine l'incontro con la Riforma, con l'esperienza ginevrina di Giovanni Calvino, che se da un lato segna l'inizio di una tradizione sinodale - con il sinodo di Chanforan del 1532 - che persiste, all'interno della Chiesa valdese, sino ai nostri giorni, dall'altro, invece, indica il momento in cui il valdismo abbandona completamente qualsiasi tratto tipico dei movimenti eterodossi medievali - ad esempio la pratica nicodemitica - per diventare ufficialmente un popolo-Chiesa di stampo protestante. Nella seconda parte della ricostruzione, invece, mi sono posto essenzialmente due obiettivi. Il primo è stato quello di cercare di ricostruire una topografia delle comunità valdesi nell'Italia dell'epoca, al fine di comprendere quali siano state le ragioni di un movimento migratorio così consistente verso l'Italia del Sud, in particolare verso l'attuale provincia di Cosenza, la Calabria e il territorio della Capitanata, in Puglia, dove ancora oggi persistono comunità franco-provenzali. Il secondo obiettivo, invece, è stato quello di riportare alla luce le vicende che hanno visto come protagonisti quei borghi pugliesi nel loro rapporto con l'Inquisizione romana nel periodo del Concilio tridentino.

Armando Vinciguerra hasn't uploaded this draft.

Let Armando know you want this draft to be uploaded.

Ask for this draft to be uploaded.