Sara Santoro (ed.), "EMPTOR ET MERCATOR. Spazi e rappresentazioni del commercio romano", Bibliotheca Archaeologica 43, Edipuglia 2017 (original) (raw)

L’introduzione di botteghe stabili nella città antica costituì una formidabile innovazione, non solo nell’economia ma anche nella struttura sociale e nei comportamenti. La città assunse l’aspetto che ci è noto ancora dai sopravvissuti quartieri medievali, fittamente occupati dalle botteghe. Gli studi sui luoghi e sulle rappresentazioni del commercio nella città antica sono stati piuttosto episodici e parziali, nonostante l’importanza economica e sociale del fenomeno, sia sotto il profilo urbanistico che tipologico ed evolutivo, sia per quanto attiene le relazioni tra il dato archeologico e gli aspetti giuridico-amministrativi. Questo volume si propone di contribuire al superamento di queste carenze conoscitive, analizzando i comportamenti sociali che ruotano attorno alle attività commerciali al dettaglio, letti attraverso la loro rappresentazione figurata, la loro materializzazione in strutture edilizie, le tracce del loro uso. L’ambito geografico della ricerca per gli aspetti urbanistici, distributivi ed edilizi concerne specificamente alcuni siti-campione dell’Italia centrale adriatica, di quella tirrenica e delle province centroeuropee e balcaniche, mentre l’ambito cronologico preso in esame va dal II secolo a.C. al II secolo d.C., con alcuni approfondimenti specifici sull’epoca tardoantica e altomedievale. Il volume si compone di una prima parte dedicata agli spazi della produzione, del commercio e dell’abitazione nella città antica, una seconda consacrata alle rappresentazioni della compravendita nell’Italia romana, ed infine una terza incentrata sugli spazi del commercio e della produzione negli insediamenti minori in Italia e nelle province transalpine. L’uscita del volume segue la prematura scomparsa di Sara Santoro, che con straordinaria energia si è dedicata a questo lavoro nel quale si apprezzano i molteplici interessi che hanno caratterizzato la sua attività di studiosa brillante e rigorosa.

Tabernae, thermopolia e cauponae: dalle fonti allo scavo archeologico, in S.Santoro (a cura di), Emptor et Mercator. Spazi e rappresentazioni del commercio romano, Edipuglia, Bari 2017, pp. 31-40.

Emptor et Mercator. Spazi e rappresentazioni del commercio romano, 2017

Current definitions in archaeological literature, identifying places selling hot food and drinks in Roman period, are often too generic to give a detailed overview of every type of place and to let us understand which were the purposes it was made for. So, the idea of a beginning from the Greek and Latin literature not only has allowed to have a “Roman view” of these places, but to obtain also the etymologies of words since it’s not possible to create a typology or identify a shop by its ancient definition. On the contrary we could connect buildings and places brought to light during excavations to ancient terms thanks to a selection of characteristic parameters like dimensions, position in urban layout, inner furniture and important finds; main comparisons have been found in Pompeii, Herculaneum and Ostia. Far from complete, these linguistic researches are flexible and represent a first attempt of classification ready to be changed and completed with data from new excavations.

La “mansio” di Vignale (Piombino): l'archeologia di un “sito minore” in una lettura antropologica “surmoderna”, in S. Santoro Bianchi (a cura di), Emptor e mercator: spazi e rappresentazioni del commercio romano, Bari 2017, pp. 513-532

Vignale is an ancient and late antique settlement located along the coast in Central Tuscany. Since 2003, the site is the focus of a “global archaeology” project, intended to investigate the longue durée of the territory from the pre-Roman times until the present day (http:// http://www.uominiecoseavignale.it/). The archaeological investigation revealed the remains of an ancient settlement continuously inhabited between the 3 rd century BC, at least, and the 6 th -7 th century AD. After a quite obscure phase in pre-Roman times, a farm was built probably in the mid of 2 nd century BC, in connection with a roughly paved road (glarea strata), in turn may be connected to the Roman road network in the region (Via Aurelia/Aemilia Scauri). In the second half of the 1 st century BC a large villa maritima was built just aside the farm. In the subsequent centuries the villa/mansio underwent a series of minor transformation and probably between the 6 th and 7 th century the structures of the villa were abandoned and a large cemetery took its place among the ruins. The present paper focuses both on the history of the settlement and on its possible interpretation as instance of what is called “non-place” in the contemporary anthropological theory.

Luciano Palermo, Il mercato romano nel carteggio di Francesco Datini (1377-1409). Lettere da Roma a Barcellona, Valenza e Maiorca, Roma nel Rinascimento, Roma, 2020, in «Archivio Storico Italiano», 179/3 (2021), pp. 604-607.

Recensione al volume: Luciano Palermo, Il mercato romano nel carteggio di Francesco Datini (1377-1409). Lettere da Roma a Barcellona, Valenza e Maiorca, Roma nel Rinascimento, Roma, 2020.

F. De Romanis, Timoteo, Apollodoro e i Chirographa di TPSulp. 78, in M. Maiuro con G. D. Merola, M. De Nardis, G. Soricelli, Uomini, istituzioni, mercati. Studi di storia per Elio Lo Cascio, Bari 2019, 443-448.

Bari 2019 Pragmateiai Collana di studi e testi per la storia economica, sociale e amministrativa del mondo antico diretta da Elio Lo Cascio

Mercanti “italiani” a Spalato nel XV secolo, «Reti Medievali Rivista», 20/2 (2019), pp. 189-227, http://rivista.retimedievali.it, ISSN 1593-2214.

This essay aims to examine the Italian mercantile presence in fifteenth-century Split. The presence of numerous Italian merchants not only stimulated an economy that was already flourishing and devoted to trade: it also allowed for organic, functional links with the major economies and financial centres of the time – especially Venice and Florence – as well as with the supply markets in the Kingdom of Naples. These merchants were able to weave tight relationships with the socio-economic structures of Split's community and furthermore exhibited a strong proclivity for establishing deep roots in the city.

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