Multiformità e dissoluzioni dell'Io nella scrittura di Yoko Tawada. Il caso di ''Das Bad'' (original) (raw)
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La 'dissoluzione' dell'Io e il problema della responsabilità in Hugo von Hofmannsthal
Il saggio indaga il rapporto tra dissoluzione dell'Io e responsabilità morale nell'opera drammatica di Hugo von Hofmannsthal (1874-1929) con particolare attenzione ai drammi giovanili del periodo impressionista e alle commedie della maturità, nelle quali emerge un Io anch'esso "relativo", ma in senso nuovo rispetto all'opera giovanile, etimologico: un Io che si costituisce nella relazione, attento all'altro e lontano dal titanismo della coeva cultura tedesca.
L'Io e l'autocoscienza in Fichte, 2019
Chi non conosce il mito di Narciso? Il mito di quel bel figlio della ninfa Liriope, che già appena nato meritava di essere amato. Proprio lui, Narciso — dal greco Nàrkissos che i più riconducono a Nàrké, stupore — portava fin dalla nascita, come spada di Damocle, un responso oracolare che lo invitava a non conoscere se stesso se mai avesse voluto arrivare a vecchiaia. Nonostante le diverse versioni del mito, tutti sanno che quel consiglio non verrà seguito. Infatti, per aver rifiutato l’amore della ninfa Eco e dopo che questa lo aveva maledetto, un giorno, trovandosi nei pressi di una fonte limpida, dalle acque argentee e trasparenti, spossato dalle fatiche e cercando di placare la sete, un’altra sete gli nasce. Si sporge verso la fonte per bere dall’immagine che vede riflessa e si innamora di quel corpo che solo ombra è. Attonito, non riesce ad allontanare i suoi occhi da quell’immagine: desidera, ignorandolo, sé stesso, amante e oggetto amato, mentre brama, si brama, e insieme accende ed arde. Si chiede in continuazione chi possa essere, fino a quando, struggendosi, non arriva alla conclusione che quello che vede e per il quale brama altro non è che se stesso. A tale scoperta, l’esclamazione non può non essere “Io, sono io!”.
Laura e il caos dei sentimenti: la prospettiva costruttivista intersoggettiva
Costruttivismi, 2018
A partire da una parziale trascrizione di un primo colloquio fra Laura e il suo terapeuta (v. presentazione del numero della Rivista di Claudia Casini) gli autori, in coerenza con i presupposti dell’approccio costruttivista intersoggettivo, propongono un insieme di ipotesi relativamente a: la domanda e le aspettative poste dalla paziente e l’utilità di una loro ridefinizione, l’inquadramento professionale del caso, le possibili modalità di utilizzazione della relazione terapeutica come strumento di cambiamento, la logica secondo la quale imposterebbero le fasi iniziali del trattamento e lo svilupperebbero in quelle più avanzate. Parole chiave: costruttivismo, intersoggettività, relazione psicoterapeutica, traumi relazionali precoci, dissociazione. Starting from a partial transcription of a first conversation between Laura and her therapist, the authors, consistent with the assumptions of the intersubjective constructivist approach, propose a set of hypotheses concerning: the patient's demand and expectations and the usefulness of their redefinition, the professional classification of the case, the possible modalities of using the therapeutic relationship as an instrument of change, the logic according to which they would set the initial phases of the treatment and develop it in the more advanced ones. Keywords: constructivism, intersubjectivity, psychotherapeutic relationship, early relational traumas, dissociation.
La problematica dell'io nei testi di Gozzano e Manganelli
Il lavoro presente, basato sui testi scelti per il primo modulo del corso che si occupava dei volumi degli autori italiani attivi nel Novecento che hanno esperimentato uno o più viaggi nei paesi orientali, vorrebbe presentare alcune idee su come interpretare e riflettere sopra i testi di Guido Gozzano (Un Natale a Ceylon e altri racconti indiani) o Giorgio Manganelli (Esperimento con l'India). Questi autori, oltre a personificare il pensiero della propria età attraverso i suoi ragionamenti e descrizioni, rappresentano anche la fonte fondamentale per le riflessioni di un altro tipo. Dopo la breve presentazione dei testi di cui mi occuperò, il cenno delle possibile interpretazioni di essi (spesso già fatte) e del contesto relativo a questa problematica, propongo la mia personale opinione e l'opzione interpretativa appoggiandomi anche su alcuni testi critici.
Sed non satiata. Per una fenomenologia del male nell’immaginario letterario del dandysmo
Im@go. A Journal of the Social Imaginary, 2017
Sed Non Satiata . For a Phenomenology of Evil in the Literary Imaginary of Dandyism. Our inquiry starts from a sociological key (with some references to Benjamin, Sartre and Bataille) and it has the objective to cartography the Evil’s phenomenology in dandyish imaginary in late ‘800 and early ‘900. In dandy we can see a way of being, to live, to take position towards the world. It’s an experience between “art and life” (typical of ‘800’s dandy) that is expressed especially throught the theory of provocation and the literary texture. It’s the evil’s theme to live in dandyish imaginary. Evil is for dandy’s culture an aesthetic tipology, you can think to sin parallelism trasferred on canvas by Fussli,Moreau, Redon, Whistler, Toulouse-Loutrec. In dandyism (Baudelaire, but also Wilde, Byron and Beerbohom) evil is an experience of strong anti-emotivity, artificiality and individualism that are expression of a humanity far from its charcteristic signs towards an invention level of good unm...
L’ideale dell’Io nella psicoanalisi, il cinema e la letteratura
Tre saggi sulla teoria sessuale (IV, 477). Freud aggiunge in nota: "Le fantasie chiaramente coscienti dei pervertiti, che in circostanze favorevoli vengono messe in atto, i timori deliranti dei paranoici, proiettati ostilmente sugli altri, e le fantasie inconsce degli isterici, che la psicoanalisi scopre dietro i loro sintomi, coincidono, dal punto di vista del contenuto, fino nei minimi particolari".
The article analyses the anomaly of Gil de Biedma’s identity perception. Considered the complexity of his point of view about himself and the hard reception of it, the article examines the consequence of this effort within his poetry. The subject of Gil de Biedma’s poems becomes a divided, duplicated, lacerated “yo” that in the end is killed by his own creator. The body, objectification of a subject that try to come true in an authentic manner, is the icon of a foreboding that torments the author and causes the elimination of his poetic alter-ego before retreating into silence. Key words: Gil de Biedma, identity, alter-ego, doubling.