La Quadriennale di Roma (original) (raw)

Giovanna Bonasegale 1931: la I Quadriennale a Roma. Identità nazionale e peculiarità regionali, in XIV Quadriennale di Roma. Retrospettive 1931/1948, Milano 2005, pp. 35-48.

La prima Quadriennale romana, nel 1931, segnò il compimento dell'organizzazione del sistema delle mostre da parte del regime fascista e, al tempo stesso, una risposta agli artisti, anche in merito alla loro tutela economica, fino ad attuare un nuovo propositivo rapporto tra lo Stato e le arti. I due difficili compiti, oltre all’inquadramento legislativo, richiedono il supporto di frequenti dibattiti sulle arti figurative e la lungimirante politica di alcuni intellettuali legati al Governo, primi tra tutti Cipriano Efisio Oppo e Giuseppe Bottai, ma anche Antonio Maraini, Margherita Sarfatti, Massimo Bontempelli, Mino Maccari, Ardengo Soffici e quanti animarono su giornali e riviste, nonché nelle sedi del Partito fascista, un humus culturale opportuno e disposto ad accogliere le grandi novità che si stavano predisponendo: l’imponente apparato di mostre, premi, concorsi, regolamenti, statuti, commissioni, giurie, corporazioni, organizzazioni sindacali, che avrebbero disciplinato e organizzato ben presto, con leggi e decreti e in una visione organica, quella che oggi definiamo la politica delle arti del regime fascista. INDICE 1. Negli anni precedenti 2. Biennale di Venezia: “consorella” rivale 3. Il dibattito sull’arte 4. Un “sistema delle mostre” 5. Provenienze regionali e sintesi nazionale 6. Boccioni e Fontana, occasioni perdute 7. Più audace della Biennale 8. Romani: un quarto degli espositori

Il Quadrato “magico” pompeiano

Quaderno del Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, 1, 1995

Si tratta dell'analisi di un crittogramma dalla probabile ascendenza cristiana o giudaico-cristiana, che viene descritto come “Quadrato SATOR” o “Quadrato ROTAS”, o ancora “Quadrato magico pompeiano”, in quanto le sue più antiche raffigurazioni sono state rinvenute appunto nel corso degli scavi della cittadina distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

LA CANOFIENA ROMANA

Canofiena romana e cavalli “de razza Costaguti”, 2020

Tratto da: Canofiena romana e cavalli “de razza Costaguti”. Breve viaggio nella romanità linguistica scomparsa o in divenire (Serie Romanesca 3), Roma, 2020. https://www.amazon.it/dp/B08K41XRR7

Quadrato Semiotico del Primo Maggio

Il Quadrato del Primo Maggio – Quadrato della Festa dei Lavoratori è un’applicazione di uno strumento della Semiotica tradizionale, prende a prestito il modello di quadrato semiotico elaborato da Algirdas J. Greimas (Greimas, Courtés, 1979), una composizione raffinata dove si possono mettere in evidenza le relazioni logiche che regolano la significazione di un testo secondo la definizione che se ne ha in semiotica.

Quadragesimo Anno

Alleanza Cattolica , 2021

Ricorre quest’anno il 90esimo anniversario della lettera enciclica Quadragesimo Anno di S.S. Pio XI, pubblicata nel 1931 per commemorare i 40 anni dalla celebre enciclica Rerum Novarum di S.S. Leone XIII. Si riprende il tema della questione sociale «senza chiedere aiuto alcuno né al liberalismo né al socialismo, dei quali l’uno si era mostrato affatto incapace di dare soluzione legittima alla questione sociale, l’altro proponeva un rimedio che, di gran lunga peggiore del male, avrebbe gettato in maggiori pericoli la società umana». Il 1931, anno di pubblicazione dell’enciclica Quadragesimo Anno di S.S. Pio XI, si situa in un contesto storico profondamente mutato rispetto al 1891, quando venne promulgata la Rerum Novarum di Papa Leone XIII. Nei diciassette anni precedenti, infatti, si erano susseguiti dei veri e propri cataclismi: la Prima guerra mondiale (1914-1918), inizio della «guerra civile europea», secondo la celebre definizione dello storico Ernst Nolte (1923-2016); la rivoluzione bolscevica in Russia (1917); l’avvento del fascismo in Italia (1922); il forte progresso delle industrie seguito però dal crollo di Wall Street e dall’inizio della grande depressione nel 1929; la costituzione e la crisi della Repubblica di Weimar (1918-1933) che si sarebbe conclusa con l’avvento al potere di Adolf Hitler (1889-1945) e l’instaurazione del regime nazionalsocialista. Era finito un mondo e ne iniziava un altro, caratterizzato dall’avanzata di quelle vere e proprie “religioni secolari” costituite da nazionalismi e regimi totalitari, mentre la secolarizzazione iniziava a logorare delle società ancora profondamente religiose. Lo scontro, a livello politico, era tra i vecchi regimi liberali e i nuovi totalitarismi, caratterizzati dalla ricerca utopica della società perfetta, dalla creazione dell’uomo nuovo, mentre inizia a formarsi la «società di massa», ben descritta dal filosofo spagnolo José Ortega y Gasset (1883-1955). Il mutato contesto storico pone quindi nuove e gravi sfide al magistero sociale della Chiesa. I richiami al diritto di proprietà privata nella sua duplice funzione, individuale e sociale, alla libertà di associazione, al principio di sussidiarietà e ai limiti della pubblica autorità, che non deve fagocitare la società civile, sono di grande attualità nel frangente storico che stiamo attraversando, dove si prospettano modelli sociali, economici e politici di governance decisi dal centro e dall’alto, che rischiano di superare gli stessi Stati nazionali e di frammentare sempre più compagini sociali già duramente provate.