'Le vite di Franchino Gaffurio', in 'Ritratto di Gaffurio', D. Daolmi (ed.), Lucca: LIM, 2017, pp. 27-48 (original) (raw)
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Franchino Gaffurio e i suoi libri
Nella sua lunga vita e intensa attività, Franchino Gaffurio (1451-1522), responsabile della schola cantorum del Duomo di Milano dal 1484 alla morte, ma anche insegnante al Ginnasio milanese istituito da Ludovico il Moro e appassionato teorico della musica, ebbe a che fare con molti libri: alcuni manoscritti autografi, altri commissionati o fatti copiare sotto la sua stretta sorveglianza, oppure studiati e postillati di suo pugno, altri ancora assemblati e costruiti per rispondere alle sue esigenze, raccordando e riutilizzando materiale preesistente. Accanto a questi vi sono gli incunaboli delle sue stesse opere e altri volumi a stampa da lui acquistati, nonché edizioni altrui curate da lui stesso. Infine, le Cinquecentine. Tutti questi volumi recano spesso la traccia della presenza del possessore, se non in note di acquisto o possesso o sottoscrizioni autografe, in postille marginali.
Gli anni 1478-80, che coincidono con quelli del soggiorno napoletano di Gaffurio, furono un momento di fermento musicale e di forte confronto teorico e intellettuale tra i musicisti e gli umanisti operanti nella Napoli governata da Ferrante d'Aragona. 1 Gaffurio giunse in città nel novembre 1478, al seguito del doge genovese fuoruscito Prospero Adorno, forse a bordo della stessa galea che condusse quest'ultimo in salvo a Napoli, e che gli era stata messa a disposizione dall'alleato aragonese. Il giovane musicista era entrato alla corte dell'Adorno l'anno precedente, provenendo a sua volta da Verona, dove si era dedicato alla docenza e alla stesura di trattati teorici ora perduti. 2 A Napoli, tuttavia, la modesta corte genovese venne accolta abbastanza in sordina, probabilmente perché il re non desiderava inimicarsi del tutto il ducato di Milano che a sua volta aveva appoggiato la rivolta popolare anti-Adorno. Inoltre il re di Napoli Ferrante -allora particolarmente impegnato sul fronte delle alleanze politico-dinastiche 3 -era preso da nuove e maggiori preoccupazioni, come la crisi diplomatico-militare scoppiata con Firenze. La gianluca d'agostino Il soggiorno di Gaffurio a Napoli e il contesto musicale locale
Un ritratto lucchese di Antonio Franchi
A P P U N T I Dipinti napoletani nella raccolta Rinuccini a Firenze: una collezione da spartire e una proposta per Antonello (Luca Giacomelli) PARAGONE Rivista mensile di arte figurativa e letteratura fondata da Roberto Longhi ARTE Anno LXVIII -Terza serie -Numero 132 (805) Marzo 2017
Franchino Gaffurio. Magnificat
Società Editrice di Musicologia, Musica mensurale, 2, 2021
Introduzione Nota biografica I Magnificat di Gaffurio: le fonti Caratteri stilistici e formali Apparato critico Criteri di edizione dei testi Criteri di trascrizione della musica Errori e varianti
Ci sono delle sere in cui l'anima e la memoria, rivangando la poesia di secoli, s'attaccano a un verso, né vorrebbero più lasciarlo parendo loro che quel verso abbia espresso in un modo definitivo la mobile e incontenibile materia della poesia RAFFAELLO FRANCHI, Morali letterarie Autore e curatore di un considerevole numero di volumi e al centro di molte fra le più importanti esperienze culturali del primo Novecento, Raffaello Franchi (1899-1949) è una figura di intellettuale oggi poco nota: eppure è assai agevole ritrovare la sua presenza accanto a nomi illustri della nostra letteratura, come collaboratore di diverse iniziative culturali ed editoriali periodiche. Giovanissimo incontrò i gruppi della «Voce» e di «Lacerba», orizzonte in cui fiorirono i suoi primi lavori poetici, dati in lettura, fra gli altri, al genius loci Palazzeschi. 1 Partito per la Grande guerra allargò il cerchio delle sue amicizie a scrittori e artisti 'settentrionali', come Linati, Carrà, Boccioni, Bacchelli e Giuseppe Raimondi. Proprio sulla «Raccolta», la rivista bolognese che Raimondi diresse tra il 1918 e il 1919, Franchi diede vita a una serie consistente di scritti di critica e di invenzione, pubblicando per quelle edizioni la silloge poetica Luce sulle case e la raccolta di saggi Formazioni. Contributo a una storia dell'arte contemporanea. 2 Conclusa l'esperienza della rivista emiliana, Franchi si aprì al gruppo torinese facente capo a Gobetti, e pubblicò sul «Baretti» sette articoli, intervenendo in modo serrato sulle arti figurative -articoli che saranno riuniti nel volume La pittura italiana dall'Ottocento al Novecento (Palermo, 1929) -fra cui spicca un precoce interesse verso il 1 RAFFAELLO FRANCHI, Istmo. Ritratti letterari, Firenze, Edizioni di «Lettere d'oggi», 1942, p. 6, nuova edizione Genova, San Marco dei Giustiniani, 2005, a cura di Paolo Senna. Su Franchi si veda il circostanziato profilo di RICCIARDA RICORDA, Raffaello Franchi, «Studi novecenteschi», Pisa-Roma, XV, n° 35, giugno 1988, pp. 7-60. Per i precedenti interventi critici, in realtà assai contenuti, si rimanda alla nota bibliografica, ivi, pp. 58-60. 2 ID., Luce sulle case, Bologna, «La Raccolta», 1918 (poi Firenze, Vallecchi, 1920) e ID., Formazioni. Contributo a una storia dell'arte contemporanea, Bologna, «La Raccolta», 1919.