M. AIMONE, E. BESANA, G. MENNELLA, Inscriptiones Christianae Italiae septimo saeculo antiquiores – vol. XVII. Regio XI Transpadana usque ad Ticinum, a cura di G. MENNELLA, Bari 2017. (original) (raw)
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C on questo contributo si presentano, in forma ancora preliminare, alcune anticipazioni di uno studio più ampio, tuttora in corso, che, attraverso l'analisi della produzione epigrafica e dei relativi contesti monumentali di appartenenza, ha come obiettivo l'individuazione e l'analisi della gamma lessicale e dei moduli espressivi direttamente o indirettamente riferibili ad un'area o ad una struttura "sacra" materialmente tangibile e, almeno potenzialmente, fruibile 1 .
La località “Selva Piana”, a circa 3 km a SE dal paese di Formello (RM), alle pendici meridionali di Monte Aguzzo, in epoca etrusca e romana era attraversata da una serie di strade che collegavano le città di Veio e di Capena. Le evidenze archeologiche già note attestano la frequentazione in quest’area dell’ager veietanus dall’età etrusca fino al III sec. d.C. La scoperta di un frammento di un’iscrizione cristiana già parzialmente nota dal 1979 ci permette ora di ricostruire l’intero testo, risalente all’inoltrato V secolo d.C., e ci consente di affermare che l’area ha ospitato lo sviluppo di una comunità cristiana rurale tra il quarto e il quinto secolo, anche con un interessante caso di riutilizzo di una decorazione architettonica pagana del I sec. d.C.
FONTI ANTICHE E MODERNE PER LA PITTURA RELIGIOSA DI TIZIANO NEL SESTO DECENNIO, pp. 60-75
in "Arte Veneta", 72, 2015
L’obiettivo di questo contributo è quello di riconsiderare alcuni aspetti propri della pittura religiosa di Tiziano nel sesto decennio, interpretandoli alla luce di un dialogo mai interrotto con Roma e soprattutto con la maniera di Raffaello e Michelangelo. È attraverso le esperienze maturate in questi anni, in cui si compie il secondo soggiorno augustano del 1550-1551, che il Vecellio con un estremo sforzo di sintesi tra forma e colore intuisce la via per chiudere la “provvidenziale” (Pallucchini 1981) partita con la cultura centroitaliana. A partire dall’individuazione di nuove fonti di riferimento desunte dalla scultura antica e moderna, in particolare dei Lombardo, ma anche dalla circolazione di stampe e disegni, il contributo analizza alcune opere destinate alla Spagna e all’Italia, che il maestro stesso definisce “devotissime”. Tra queste, il Peccato originale e la Santa Margherita del Prado, o ancora il Cristo risorto appare alla Madre della chiesa Parrocchiale di Medole, un dipinto generalmente costretto ai margini della storiografia tizianesca per le sue drammatiche vicende conservative, ma in realtà emblematico di questo momento di inquietudine formale, passeggero, ma allo stesso tempo capace di traghettare il maestro nella sua ultima stagione.
Published in: J. Nelis (ed.), Receptions of Antiquity, Gent 2011, pp. 277-295
Receptions of Antiquity ••• Jan Nelis This volume presents a series of papers which cover the general theme of the reception of antiquity, a topic which has in recent years become a discipline in itself, or what some might call a 'cross-discipline'. Indeed the Nachleben of the (culture of) classical antiquity, and of antiquity as a whole, manifests in a number of diverse domains, opening up the field of reception studies to scholars from disciplines other than Classics. This collection of papers illustrates this diversity, uniting as it does original research by scholars from a variety of disciplines: classicists, historians, theatre historians, architectural historians, psychologists, archaeologists, artists, and more, all of whom have treated some aspect of the so-called 'classical tradition' by means of their own individual approaches, leading to a volume rich and dense in themes and methodologies. Receptions of Antiquity has been written by friends of Freddy Decreus, in honour of his career, and in celebration of his thought. It is their creation, but reflects the spirit in which Freddy, the one for whom the book has been conceived, always operates: one of open, critical, self-conscious but at the same time highly auto-critical, free, non-dogmatic, and above all incessantly renewing, curiousity. May this spirit live on in Freddy's own continuing quest for meaningfulness, and in those whom he has inspired. Jan Nelis, PhD, is a postdoctoral researcher at Ghent University-F.W.O.-Vlaanderen. He has published on the reception of antiquity under Nazism and fascism, as well as on the relationship between fascism and catholicism.
Per una tipologia e topografia delle chiese e istituzioni nazionali a Roma in età moderna. Una introduzione 9 DOMENICO ROCCIOLO Chiese nazionali e Chiesa locale a Roma in età moderna: aspetti giurisdizionali e interrelazioni 23 MATTEO BINASCO Le comunità anglo-celtiche nella Roma del XVI e XVII secolo 37 ANU RAUNIO Piante tenere del giardino cattolico. I nobili svedesi convertiti al cattolicesimo presso l'Ospizio dei Convertendi di Roma 49 JOHAN ICKX San Giuliano dei fiamminghi a Roma: legami e limiti di una natio 65 TOBIAS DANIELS La chiesa di Santa Maria dell'Anima tra Papato e Impero (secoli XV-XVII) 77 HIERONIM FOKCIŃSKI La chiesa nazionale polacca a Roma 97 Chiese e nationes a Roma TOMÁš PARMA La scarsa presenza della nazione ceca-boema nella Roma papale tra XV e XVIII secolo 103 ANTAL MOLNÁR Una struttura imperfetta: le istituzioni religiose ungheresi a Roma (secoli XI-XVIII) 117 JADRANKA NERALIĆ Il ruolo delle istituzioni illiriche di Roma nella formazione della nazione croata 133 ANNA ESPOSITO Le nationes difficili. Albanesi e corsi a Roma nel primo XVI secolo e le loro chiese nazionali 161 LAURENT TATARENKO I ruteni a Roma: i monaci basiliani della chiesa dei Santi Sergio e Bacco (secoli XVII-XVIII) 175 CESARE SANTUS Tra la chiesa di Sant'Atanasio e il Sant'Uffizio: note sulla presenza greca a Roma in età moderna 193 GIOVANNI PIZZORUSSO E MATTEO SANFILIPPO Dalle frontiere dell'Europa cattolica alla Città Eterna: chiese nazionali e comunità straniere in età moderna 225 Indice dei nomi 243 Gli autori 251 Abbreviazioni ACDF = Archivio storico della Congregazione per la Dottrina della Fede ACGr = Archivio del Collegio Greco di Roma ACGU = Archivio del Collegio Germanico-Ungarico
Durante la tarda antichità l'area dell' entroterra etneo, a differenza di Catania e di tutta la Sicilia sud-orientale, è estremamente laconico in fatto di espressioni epigrafiche. Certamente ciò dipende in gran parte dalla difficile reperibilità di adeguati supporti scrittori: manca, infatti, il tenero calcare e il poco marmo a disposizione è di riutilizzo; la pietra lavica, d'altro canto, oppone una forte resistenza alla lavorazione. Ciò vale anche per l' escavazione delle catacombe, ambienti sotterranei difficili da realizzare nella lava dura e compatta: come per il periodo pre-e protostorico generalmente mancano le tombe a grotticella artificiale che sono caratteristiche delle culture dell'antica età del bronzo in poi 1 , così per l' età tardoantica, a partire da Catania e procedendo verso Nord sono assenti gli ipogei funerari, sostituiti da altre forme di sepoltura 2 ; essi ricompaiono nel territorio ennese, laddove ritorna la roccia calcarea più facile da scavare.