I trascendentali tommasiani ens, unum, multiplicitas nel cosiddetto “tomismo analitico” (original) (raw)
Related papers
Divus Thomas, 2016
The new theoretical perspective proposed by the Open Theism theologians, compels us to start a deepening and an evaluation of the “classic” argumentative tools used to solve the ancient antinomy between divine omniscience and human freedom, to which the thesis of the Open Theism try to give a innovative solution. Among these tools – invoked by many authors in the contemporary debate about omniscience, in analytic philosophy of religion – several ones are part of Thomas Aquinas’s thought: the division in primary and secondary causes, the division of God’s knowledge, the distinction between propositions understood in sensu composito or in sensu diviso, the division between necessity de dicto or de re, and others. This paper aims to analyze the interpretation of these tools developed in the contemporary context and tries to draw some conclusions on the overall efficacy of the “Thomistic Solution” that we can build starting from these tools.
Provvidenza, ordo rerum e governo divino del mondo nell’analisi tomista
Ti Esti 2 (2022), 33-61
Nel presente articolo l'autore intende mostrare lo stretto legame filosofico, prima che teologico, tra le nozioni di provvidenza, "ordo rerum" e governo divino del mondo a partire dall'analisi tomista. Dopo una breve analisi sull'esistenza e la natura della divina provvidenza e la presentazione del cosiddetto "ordo rerum" (ordine delle cose), ci si sofferma a presentare la visione tomista circa il governo divino del mondo e la partecipazione delle cause seconde a tale governo.
Il chiasma tra Natura e trascendentale: «un’originaria duplicità»
Lo Sguardo, 2020
Aim of the paper is to analyze the ecological entailments of the relationship between the Philosophy of Schelling and the Ontology of Merleau-Ponty. The paper starts from Merleau-Ponty’s lectures at the Collège de France where Merleau-Ponty points out the union of subject and the object in the Descartes’ Metaphysical Meditations: this is what Merleau-Ponty calls Chiasm. Then the paper shows the agreement of the concept of Chiasm to the Schelling’s Naturphilosophie and the concept of Absolute as Becoming Bond. In the end, the paper argues that the Schelling’s notion of Absolute and the Merleau-Ponty’s concept of Chiasm lead to the problem of Statute of Philosophy conceived as a Transcendental Art.
Pluralismo argomentativo. Sull’argomentazione dell’interpretazione
2006
The name of the theory of legal argumentation this paper subscribes could be argumentative pluralism-an application of value pluralism to legal argumentation. Legal reasons and arguments, as well as ethical values, are plural and conflicting-their conflicts too cannot be resolved by any general lexical order. The first section of the paper provides a definition of legal argumentation and some theses on its structure and methodology; the second one analyses ten legal arguments; the third one provides three pluralist theses on legal argumentation. E questa molteplicità non è qualcosa di fisso […] ma nuovi tipi di linguaggio, nuovi giochi linguistici, come potremmo dire, sorgono, e altri invecchiano e vengono dimenticati (L. Wittgenstein)
“Ex commentario sapere”: Andronico di Rodi, Tolomeo e l’esegesi aristotelica
Filosofia, filologia e scienza in età ellenistica, a cura di M. Bergamo e R. Tondini. Milano: Ledizioni, 2022
Il presente saggio ricostruisce temi e funzione del catalogo delle opere di Aristotele e Teofrasto redatto da Andronico di Rodi nel primo secolo a.C. Nonostante Andronico venga ricordato perlopiù per la sua presunta “edizione” delle opere di Aristotele, fu in realtà il suo catalogo che portò al consolidamento del corpus aristotelico e facilitò l’avvento di una duratura tradizione di studio dei trattati cosiddetti “esoterici”. Originariamente una vasta e documentata opera in almeno 5 libri, del catalogo di Andronico ci rimangono solo pochi frammenti di tradizione indiretta. A partire dall’analisi di uno di questi frammenti, la Prefazione alla Vita di Aristotele di Tolomeo Lo Straniero, si sostiene che il catalogo androniceo vada inteso come un preambolo allo studio e al commento dei trattati aristotelici. Si riconduce inoltre al catalogo di Andronico l’origine delle sei questioni preliminari che i commentatori neoplatonici di Aristotele trattavano all’inizio dei loro commentari. In appendice al saggio si propone l’edizione, la traduzione (la prima in lingua italiana) e il commento al testo della prefazione di Tolomeo. Questo importante documento sopravvive unicamente in traduzione araba e solleva non pochi problemi interpretativi.
"Io devo capire". Una breve e parziale nota sull'epistemologia trontiana
In un autore che non ha mai nascosto la sua passione per la musica classica, tanto da averne preso a prestito non solo i temi e le suggestioni contenutistiche, ma anche gli stilemi e le scansioni compositive, non può risultare come il frutto di una semplice coincidenza il fatto che tre delle sue ultime monografie -potremmo forse dire le maggiori -inizino con lo stesso "attacco". Un attacco che non è per nulla acefalo, per continuare con il parallelismo musicale, ma si basa su una autoconvocazione in "battere". Con le spalle al futuro. Per un altro dizionario politico (1992), La politica al tramonto (1998) e si aprono, infatti, con l'esclamazione della medesima impellente necessità di «capire», necessità che assume la coloritura e l'incedere del progetto e che intona, quindi, non solo le singole opere, ma la traiettoria di un ventennio di ricerca e pensiero. Necessità di comprensione, ancora, che proprio dalla prospettiva del tempo lungo appare intrecciare una strutturale impellenza -«a questo fine della comprensione, tutti i mezzi, intellettuali, sono giustificati» 2 -con la pazienza di un compito: «pazientare prima di comprendere» 3 .
Le figure della differenza ontologica nel tomismo del Novecento (seconda parte)
This study presents the significant differences between some of the greatest twentieth-century Thomists regarding what they consider to be the key to Thomistic metaphysics; namely, the real composition of essence and the act of being in created substance and the consequent ontological difference between ens and its esse. Four philosophers are studied in chronological order: Etienne Gilson, Jacques Maritain, Cornelio Fabro and Marie-Dominique Philippe. Their respective positions are systematically analyzed –––––––––– 80 Di recente, un tentativo di rilettura di Metafisica Z alla luce dell’actus essendi è stato proposto da M. BALMÈS, Pour un plein accès à l’acte d’être avec Thomas d’Aquin et Aristote, Réenraciner le De ente et essentia, prolonger la Métaphysique, L’Harmattan, Paris 2003. L’Autore si iscrive nella linea di Marie-Dominique Philippe, di cui fu discepolo. 81 Sulle dottrine non scritte, cf. il classico volume di G. REALE, Per una nuova interpretazione di Platone, Rilettura della metafisica dei grandi dialoghi alla luce delle «Dottrine non scritte», Vita e Pensiero, Milano 1995. Per un primo raffronto con la problematica del presente studio, si veda il c. 7 della IIa parte, 214-227, nonché il c. 14 della IIIa parte, 435-453. Quella che potrebbe essere la «differenza ontologica» platonica, in questa ottica, viene descritta così a p. 225: «È questo il nocciolo della protologia platonica: l’essere è prodotto da due principi originari, e quindi è una sintesi, un misto di unità e molteplicità, di determinante e indeterminato, di limitante e illimitato. E su questo tema Platone si spingerà addirittura a presentare uno scorcio negli scritti, in particolare nel Filebo» (i corsivi sono del Reale). Il lavoro che auspichiamio è già stato iniziato negli studi di CRISTINA D’ANCONA COSTA, “La doctrine néoplatonicienne de l’être entre l’antiquité tardive et le moyen-âge. Le Liber de Causis par rapport à ses sources”, Recherches de théologie ancienne et médiévale 59 (1992) 41-85, nonché di Giovanni VENTIMIGLIA, Differenza e contraddizione, Il problema dell’essere in Tommaso d’Aquino: esse, diversum, contradictio, Vita e Pensiero, Milano 1997, pp. 62-82. Alain Contat 250 according to four criteria: 1) the epistemological locus of the ontological difference within the third theoretical science; 2) the exact “nature” of essence and esse and their mutual relationship; 3) the consequences which this position poses regarding the problem of the subsistence of the suppositum and the problem of accidental esse; 4) and finally the judgment made by each author on the relationship between the ontological difference in St. Thomas and the Socratic metaphysics of Plato and Aristotle. Two opposing “figures” of the relationship between essence and the act of being emerge: 1) Gilson and Fabro – despite their disagreements on other points – consider essence by itself and in se as the measure of the act of being by way of potency, meaning that it does not enjoy any actuality until it is actuated by its act of being. 2) Maritain and Philippe, on the other hand, in accordance with the Dominican Thomism of Cajetan and John of St. Thomas, hold that essence is a formal act, the specifying actuality of which does not owe anything to the act of being, which has the exclusive role of making the essence exist. Prof. Contat concludes his extensive inquiry explaining why the first “figure” is the only one that fully agrees with St. Thomas’s texts and principles, and invites scholars to delve more deeply into the four series of problems from a historical and speculative point of view..
Le figure della differenza ontologica nel tomismo del Novecento (prima parte)
This study presents the significant differences between some of the greatest twentieth-century Thomists regarding what they consider to be the key to Thomistic metaphysics; namely, the real composition of essence and the act of being in created substance and the consequent ontological difference between ens and its esse. Four philosophers are studied in chronological order: Etienne Gilson, Jacques Maritain, Cornelio Fabro and Marie-Dominique Philippe. Their respective positions are systematically analyzed according to four criteria: 1) the epistemological locus of the ontological difference within the third theoretical science; 2) the exact “nature” of essence and esse and their mutual relationship; 3) the consequences which this position poses regarding the problem of the subsistence of the suppositum and the problem of accidental esse; 4) and finally the judgment made by each author on the relationship between the ontological difference in St. Thomas and the Socratic metaphysics of Plato and Aristotle. Two opposing “figures” of the relationship between essence and the act of being emerge: 1) Gilson and Fabro – despite their disagreements on other points – consider essence by itself and in se as the measure of the act of being by way of potency, meaning that it does not enjoy any actuality until it is actuated by its act of being. 2) Maritain and Philippe, on the other hand, in accordance with the Dominican Thomism of Cajetan and John of St. Thomas, hold that essence is a formal act, the specifying actuality of which does not owe anything to the act of being, which has the exclusive role of making the essence exist. Prof. Contat concludes his extensive inquiry explaining why the first “figure” is the only one that fully agrees with St. Thomas’s texts and principles, and invites scholars to delve more deeply into the four series of problems from a historical and speculative point of view...