L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA DELEGIFICAZIONE (original) (raw)
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L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL SINTOMO
Il titolo del noto romanzo di Kundera (19) sprigiona un fascino sottile e, al tempo stesso, molto potente: esso propone una impareggiabile metafora linguistica di quella "embricazione" tra opposti che Escher raffigura in modo altrettanto efficace in alcune delle sue stampe.
INAMMISSIBILE LA REVISIONE NON FINALIZZATA AL PROSCIOGLIMENTO
SALVIS JURIBUS: INAMMISSIBILE LA REVISIONE NON FINALIZZATA AL PROSCIOGLIMENTO , 2022
“In tema di revisione, è inammissibile la richiesta fondata sulla prospettazione di elementi tali da dar luogo, se accertati, non al proscioglimento, ma alla dichiarazione di responsabilità per un diverso e meno grave reato”
L'OGGETTO "DISEQUILIBRANTE", Ugo La Pietra, 2021
L’obiettivo dell’elaborato è percorrere la fluida cronologia di Ugo La Pietra, attraverso alcuni suoi progetti di design (domestico e urbano), emblematici per definire “La teoria del sistema Disequilibrante”. Attraverso l’analisi di questo artista emergeranno alcuni principi fondanti del design radicale. L’obiettivo è quello di mettere in discussione i parametri fondamentali dello spazio domestico convenzionale. Ogni oggetto è concepito da La Pietra come un dispositivo in grado di generare una certa tensione “disequilibrante”. Egli intende scardinare le consuetudini dell’ambiente domestico borghese attraverso la distruzione e riconversione dell’oggetto stesso. L’artista poliedrico, che si definisce come un “fisico teorico”, ricerca problemi, li porta all’esasperazione e trova una qualità concettuale e formale attraverso la problematica stessa. Il progetto apre interrogativi più che offrire soluzioni e deforma la tradizione per cercare una nuova “cultura del design”. La sinestesia tra le arti è per lui un mezzo essenziale attraverso cui cercare nuovi significati. La cosa più interessante è che, con un fine sociale, Ugo La Pietra sperimenta materiali e tecnologie mai adoperate, riproponendo dinamiche andate perdute nel Design italiano. A figure come Ugo La Pietra si deve l’avvicinamento dell’artigianato al Design. Interpretando questa disciplina come un’attività mentale e intellettiva, trova una nuova possibilità per il Design, tra approccio artistico e politecnico. Importate contestualizzare la sua mentalità in un ambiente in cui si stava sempre più perdendo la “cultura del fare”, e il legame con il territorio. Negli anni sessanta la maggior parte della produzione era industriale e seriale, ogni oggetto era autoreferenziale, pensato per essere venduto in qualsiasi luogo della terra. L’unione tra tecnologia avanzata, artigianato e il prodotto artistico è un fenomeno attuale in quanto il mercato internazionale è sempre più interessato all’oggetto di eccezione. La sua opera deve essere intesa come artistica, non cerca soluzioni e pragmatismo ma pone domande per generare una nuova consapevolezza. Per tutta la vita ricerca la liberazione della forma.
DIVISORE INCERTO E NULLITA' DELLA CLAUSOLA DI INDICIZZAZIONE DEL
Giurisprudenza italiana, 2021
La mancata specificazione della base di riferimento di 360 o 365 giorni nella clausola di indicizzazione del tasso di interesse pone il problema della sua nullità per indeterminabilità dell’oggetto e delle sue conseguenze, in particolare quanto alla riduzione o all’assenza di qualsiasi importo dovuto a tale titolo. Aspetti che consentono di riflettere non solo in generale sui rapporti tra interpretazione, integrazione e nullità parziale del contratto, ma anche su trasparenza, buona fede e proporzionalità dei rimedi applicabili.
The representation of the divine is one of the most discussed topics among archaeologists, anthropologists and historians of religions. The images make the invisible visible and represent the sacred. But the images change in time and space and only the reference context can return the correct meaning. The reflection develops through the analysis of the terracotta figures and the votive contexts of Capua, Locri and Naples. Un recente volume curato da Maria Bonghi Jovino e Federica Chiesa offre al dibattito scientifico numerosi spunti di riflessione intorno ad un tema ancestrale quale la rappresentazione del divino e la costruzione delle immagini che rendono visibile l'invisibile 1. Il rapporto con il divino-esplorato in un notissimo lavoro di Keré-nyi 2-è parte integrante dell'uomo sin dalla prime tracce di un "aldilà" che risalgono al Paleolitico; fenomeni naturali-cielo, stelle, acqua, fuo-co-assumono connotazioni religiose che lentamente si sviluppano in altre forme; il mistero della nascita e della morte, la trasformazione della natura sono vissuti come altrettanti aspetti di un "diverso da sé" ed in-torno ad una sepoltura o ad una sorgente si va strutturando l'idea del sacro 3. Sarà Anassimandro, come tramandato da Aristotele a formulare una delle prime spiegazioni del divino "e questo è il divino: è immortale e in-corruttibile, come asseriscono Anassimandro e la maggior parte dei filosofi della natura (Aristotele, Fisica IV 203b.14). 1 M. BONGHI JOVINO-F. CHIESA, Le sembianze degli dei e il linguaggio degli uomini. Studi di lessico e forma degli artigiani capuani, Milano 2016. 2 K. KERÈNYI, Il rapporto con il divino, Torino 1991. 3 J.P.VERNANT, Mythe et pensée chez les Grecs, Paris 1985.
LA NON IRRAGIONEVOLEZZA DELLA " LEGGE SEVERINO " . NOTA A MARGINE DI CORTE COSTITUZIONALE N.236/2015
Con la sentenza n.236/2015 la Consulta ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale, sollevata dal TAR Campania, in riferimento alle disposizioni dell'art.11, comma 1, lettera a) e dell'art.10 del dlgs. 235/2012 (Testo Unico in materia di incandidabilità), meglio noto come "Legge Severino". Il giudizio a quo verteva sull'impugnativa, presso il giudice amministrativo, del decreto di sospensione, emanato dal Prefetto di Napoli, nei confronti di Luigi De Magistris dalla carica di Sindaco della medesima città. Il decreto interveniva in ottemperanza dell'art.11 del presente decreto legislativo, oggetto della questione di legittimità, per avere il Sindaco riportato una condanna in sede penale non definitiva per abuso d'ufficio. La normativa dispone, infatti, la sospensione per l'aver riportato una condanna non definitiva dalle cariche e per i reati previsti dall'art.10: quest'ultimo include, per l'appunto, tra le cariche quella di Sindaco e, tra i reati, l'art.323 del c.p.(abuso d'ufficio). I dubbi prospettati sulla legittimità costituzionale delle sopracitate disposizioni sono vari ma possono essere ricondotti a due profili. Il primo di questi attiene a vizi inerenti alla natura della sospensione ed ai suoi effetti temporali, mentre il secondo attiene ad un profilo più generale, inerente all'art. 51, comma 1, Cost. e alla discrezionalità del Legislatore sul punto. Riguardo al primo, il giudice a quo dubita della legittimità dell'art.11, nella parte in cui prevede l'applicazione "retroattiva" della sospensione a seguito della condanna non definitiva, in quanto il dlgs.235 è intervenuto successivamente al fatto di reato e al giudizio di condanna di De Magistris. Il presupposto alla richiesta è il fatto che la sospensione risulterebbe qualificabile come "sanzione" e, se così fosse, non fonderebbe, di conseguenza, l'applicabilità retroattiva, poiché contrasterebbe con il principio generale di irretroattività delle leggi aventi natura sanzionatoria. Quindi, secondo il giudice a quo, la riserva di legge disposta dall'art.51 porrebbe una costituzionalizzazione dei principi che regolano le fonti di produzione del diritto e, in tal caso, l'art.11 delle preleggi che sancirebbe l'irretroattività delle disposizioni che pongono in essere la sospensione, poiché sanzioni assimilabili a quelle penali. Secondo il TAR, infatti, che gli istituti dell'incandidabilità della sospensione e della decadenza possono ritenersi assimilabili ad una sanzione penale sul piano dell' "afflittività" e sul fatto che essi traggono il loro presupposto in una sentenza di condanna in sede penale 1 . L'elemento dell'afflittività emergerebbe poi, a fortiori, nei riguardi della disciplina di diritti costituzionalmente riconosciuti come, nel caso concreto, l'elettorato passivo 2 . Il giudice rimettente riconduce, poi come detto poc'anzi, i dubbi di legittimità costituzionale sotto un altro profilo e cioè quello inerente la discrezionalità del Legislatore. Il TAR sostiene che la normativa oggetto dello scrutinio di legittimità rappresenti un "eccessivo sbilanciamento" a favore della salvaguardia della moralità della pubblica amministrazione rispetto all'interesse costituzionale del 51. Da quest'affermazione discendono le norme parametro della questione, che rappresentano gli interessi costituzionali non tutelati: il diritto all'elettorato passivo, inteso come diritto inviolabile ex art.2 Cost., l'art.97, comma 2 e l'art. 4, comma 2, in quanto l'oggetto impedirebbe lo svolgersi di 1 Il giudice a quo esemplifica questo assunto, facendo riferimento al rapporto di stretta interconnessione tra la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici a seguito di sentenza di condanna per alcuni reati.
L'INSEPARABILITÀ DI LOGICA ED ETICA [ITALIAN]
This essay takes logic and ethics in broad senses: logic as the science of evidence; ethics as the science of justice. One of its main conclusions is that neither science can be fruitfully pursued without the virtues fostered by the other: logic is pointless without fairness and compassion; ethics is pointless without rigor and objectivity. The logician's advice to be dispassionate is in resonance and harmony with the ethicist's advice us to be compassionate Abstract: Questo lavoro considera la logica e l'etica in senso ampio: la logica come scienza dell'evidenza; l'etica come scienza della giustizia. Una delle sue principali conclusioni è che nessuna scienza può essere perseguita con successo senza le virtù promosse dall'altra (la logica è inutile senza equità e compassione); l'etica è inutile senza rigore ed obiettività. Il suggerimento dato dai logici di essere distaccati è in risonanza ed armonia con il suggerimento dato dagli eticisti di essere compassionevoli
SUL CD. OBBLIGO DI REPÊCHAGE E LA “DEQUALIFICAZIONE CONTRATTATA”
I CASSAZIONE 15 maggio 2012, n. 7515 -ROSELLI Pres. -IANNIELLO Est. -FRESA P.M. -Centro di ricerca, produzione e didattica musicale tempo reale (avv. Aragiusto, Frediani) c. M.R. (avv. Tartaglione). Conferma A. Firenze 31 ottobre 2009. Licenziamento -Giustificato motivo oggettivo -Obbligo di repêchage -Oggetto -Mansioni equivalenti e inferiori a quelle svolte -Onere della prova -Grava sul datore. In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il datore di lavoro ha l'onere di dedurre e provare in giudizio che al momento del licenziamento non sussisteva alcuna posizione di lavoro utile, alla quale avrebbe potuto essere assegnato il lavoratore licenziato per l'espletamento di mansioni equivalenti a quelle da ultimo svolte o, in mancanza, anche di mansioni di livello professionale inferiore, provando altresì, in quest'ultima ipotesi, di avere offerto al lavoratore tale opportunità di prosecuzione del rapporto in compiti professionalmente inferiori, esistenti e comunque utili per l'impresa e che questa offerta non è stata accettata, prima del licenziamento. (1) II CASSAZIONE 13 giugno 2012, n. 9656 -ROSELLI Pres. -IANNIELLO Est. -CORASA-NITI P.M. -F. B. (avv. Fontanarosa e al.) c. Akzo Nobel Coating s.p.a. (avv. Moro). Conferma A. Milano 25 novembre 2009. Licenziamento -Giustificato motivo oggettivo -Obbligo di repêchage -Onere della prova -Grava sul datore.
A partire da uno scritto di Kant, che risale al 1768, un periodo cioè che precede la Dissertazione (1770), con cui si apre il percorso critico che di lì a qualche anno approderà alle opere maggiori, lo scritto ragiona sui problemi che sorgono con il concetto di spazio, problemi che sarà poi l'immaginazione trascendentale, fin dalla prima edizione della Critica della ragion pura, con tutta la sua produttività e il suo schematismo, a riformulare, mettendo così sempre più chiaramente in luce questo speciale ruolo dello spazio, principio e fondamento di enti con i quali non coincide analiticamente. Ma al di là delle soluzioni che Kant darà al problema, il problema del rapporto spazio/ordine, che questo scritto del '68 identifica e di cui ha il merito di tracciare con chiarezza i contorni e la portata, il problema in sé rimane, non solo nei suoi sviluppi futuri, ma anche nei vari contributi che intorno ad esso si erano espressi prima che Kant vi ponesse mano e che non possono certo venir relegati, come pure vorrebbe una certa vulgata storicista, nella condizione archeologica di semplici eventi preparatori. Nei paragrafi seguenti, dopo aver ripreso alcuni temi del Timeo di Platone, che sia pure in chiave mitica sostiene un punto di vista accostabile a quello di questo scritto di Kant, ci soffermeremo prevalentemente sui contributi di Cartesio e Leibniz, in quanto entrambi possono ricondursi alla tesi della identità analitica di spazio e ordine (in realtà, la posizione di Leibniz è più complessa) che Kant, come sappiamo, contesta. == Starting from a text by Kant, dating back to 1768, a period that precedes the Dissertation (1770), which opens the critical path that will lead to his major works in a few years, the text reflects on the problems that arise with the concept of space. These problems will later be reformulated by transcendental imagination, with all its productivity and schematism, starting from the first edition of the Critique of Pure Reason, thereby highlighting more clearly the special role of space as a principle and foundation of entities that do not coincide analytically. However, beyond the solutions that Kant will provide to the problem, the problem of the space/order relationship, which this text from '68 identifies and deserves credit for clearly delineating its contours and scope, the problem itself remains. Not only in its future developments but also in the various contributions that had been expressed about it before Kant addressed it, and which certainly cannot be relegated, as a certain historicist viewpoint would suggest, to the archaeological condition of mere preparatory events. In the following paragraphs, after revisiting some themes from Plato's Timaeus, which, albeit in a mythical key, supports a perspective comparable to that of Kant's text, we will mainly focus on the contributions of Descartes and Leibniz, as both can be traced back to the thesis of the analytical identity of space and order (although Leibniz's position is more complex), which Kant, as we know, contests.