I dati non personali: l’emersione dei big data nel diritto dell’Unione europea (Non-personal data: the surfacing of big data in European Union law) (original) (raw)

Diritti fondamentali e big data. I profili costituzionali della protezione dei dati personali tra diritto italiano e europeo

2019

La tesi si propone di affrontare le questioni legate all'impatto dei big data sui diritti fondamentali, concentrando l'attenzione sulla funzione costituzionale del diritto alla protezione dei dati personali nel contesto italiano ed europeo. Dopo aver dato conto del percorso svolto dal diritto internazionale ed europeo per definire i fondamenti di tale disciplina e le implicazioni costituzionali delle garanzie che propone, viene esaminato con particolare attenzione il quadro normativo interno, analizzando come il Giudice delle leggi e il legislatore nel tempo abbiano affrontato il rapporto tra diritti e informazioni. Specifica attenzione è rivolta soprattutto all'individuazione dei molteplici interessi intercettati da questa disciplina e ai criteri di bilanciamento da essa indicati per procedere alla ricomposizione dei conflitti tra prerogative confliggenti. L'analisi si sofferma inoltre sul sistema di tutele elaborato a livello comunitario, concentrandosi inizialment...

“Across the great divide: i dati personali e il diritto internazionale”. Relazione al Convegno internazionale “Privacy - Courts facing Courts. Accesso e utilizzo dei dati dentro e fuori l’Unione Europea”. Palazzo di Giustizia di Milano. 13-14 ottobre 2016.

2° sessione: venerdì 14 OTTOBRE 2016 9,00 -9,30 Registrazione partecipanti 9,30 Apertura dei lavori e saluti: Presidente del Tribunale di Milano-Pres. Dott. Roberto BICHI Commissione Diritto dell'UE -Ordine Avvocati di Milano -Avv. Manlio Marino 9,50 PANEL1 Privacy e cittadino dell'Unione nella società 4.0 Chairperson:Dott. Francesca FIECCONI, Cons. Corte d'Appello Milano, coord Gruppo Europa Osservatorio Giustizia civile di Milano Avv. Bruna GABARDI VANOLI Pubblica amministrazione e cittadino: la privacy e il diritto di accesso ai tempi della società 4.0 Avv. Massimiliano PUGLIA -CORTE DI GIUSTIZIA UE Referendario nel Gabinetto del Vicepresidente Tizzano EUROPA -La tutela dei dati personali nelle recenti pronunce della Corte di Giustizia dell'UE Avv. Agostino MIGONE DE AMICIS -Presidente Comitato etico IC Humanitas Sperimentazione clinica e privacy nella prospettiva dei Regolamenti comunitari 536/PANEL2Tra oggi e domani: un uomo sempre più macchina o una macchina sempre più uomo ? Chairperson: Dott. Angelo MAMBRIANI, Magistrato, sez. B) Imprese Tribunale di Milano Avv. Maria Laura GUARDAMAGNA -Milano -Lussemburgo -EUROPA -Doping e limitazioni del diritto alla privacy degli atleti

Il dato non personale alla luce del Regolamento (UE) 2018/1807: tra anonimizzazione, ownership e Data by Design

federalismi.it n. 18/2020, 2020

Il Regolamento (UE) 2018/1807 relativo a un quadro applicabile alla libera circolazione dei dati non personali nell'Unione europea ha portato alla luce la questione riguardante la disciplina delle informazioni non connesse ad una persona fisica identificata o identificabile. Nonostante le nuove regole predisposte dal legislatore siano circoscritte all’ambito della circolazione, il dato non personale si contraddistingue per una serie di interrogativi che ancora non hanno trovato una risposta univoca. Il presente contributo si propone di approfondire le particolarità di questa fattispecie poco nota, analizzando i principali aspetti attinenti alle due classi che la compongono: quella del dato anonimizzato e quella del dato industriale. La trattazione si esaurisce con una riflessione sulle difficoltà che potrebbero presentarsi quando i dati personali si uniscono a quelli non personali dando vita agli insiemi di dati misti.

Il consenso al trattamento dei dati personali nel diritto europeo

Rivista del diritto commerciale, 2019

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BIG DATA E REGOLAMENTO EUROPEO SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

Il trattamento dei cd. Big Data, per conformarsi al Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, richiede un'indagine preliminare volta a individuare quali siano le misure organizzative e tecniche idonee alla corretta valutazione e, poi, alla mitigazione del rischio per la privacy dei consumatori. L'articolo offre una prima ricognizione dell'apparato normativo applicabile ai Big Data e, rilevando l'inadeguatezza del tradizionale schema negoziale - basato sul binomio "informativa-consenso" - a tutelare i diritti del data owner, propone una riflessione su scenari regolamentari futuribili.

Recenti sviluppi in tema di diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali nello spazio giuridico europeo - Federalismi.it, 2015

2015

Sommario: 1. Premessa. 2. La sentenza dell'8 aprile 2014 della Corte di giustizia dell'Unione europea: la declaratoria di invalidità della direttiva n. 2006/24/CE sulla conservazione dei dati personali. 3. La complicata armonizzazione della disciplina europea. 3.1. La riemersione del dibattito relativo alla conservazione dei dati contenuti nei Passenger Name Records (PNR). 3.2. Il caso SWIFT in materia di dati relativi alle transazioni finanziare internazionali. 4. L'insorgenza di profili di conflitto con l'art. 8 CEDU e con la Convenzione n. 108 del Consiglio d'Europa. 5. Osservazioni conclusive: il progetto di riforma della disciplina UE. federalismi.it -Focus TMT |n. 2/2015 la direttiva n. 2006/24/CE, si pone come una chiara manifestazione della volontà di rinforzare la tutela accordata al diritto alla privacy dei cittadini, anche a discapito della sicurezza collettiva. Per altro verso, le minacce alla sicurezza globale e all'ordine pubblico hanno portato nuova linfa al dibattito relativo alla raccolta e alla conservazione di dati e informazioni personali, ad esempio attraverso i PNR (Passenger Name Records) o mediante la tracciatura dei dati relativi a transazioni finanziarie internazionali, anche per mezzo di pesanti intrusioni nella vita privata degli individui. Alla luce del costante susseguirsi di vicende legate al tema del diritto alla riservatezza, il non agevole contemperamento delle due menzionate esigenze, cardini di ogni società democratica, sembra destinato ad influenzare ancora a lungo il dibattito giuridico e politico in seno alle istituzioni dell'Unione. Peraltro, queste ultime, a partire dal 2012, sono coinvolte nella travagliata procedura di approvazione di un c.d. «pacchetto privacy», volto a riformare gran parte della normativa in materia, il quale sembra volersi porre quale risposta concreta alla necessità di riequilibrare il bilanciamento tra protezione dei dati personali e sicurezza collettiva. 2. La sentenza dell'8 aprile 2014 della Corte di giustizia dell'Unione europea: la declaratoria di invalidità della direttiva n. 2006/24/CE sulla conservazione dei dati personali Con la sentenza dell'8 aprile 2014, cause riunite n. C-293/12 e n. C-594/12, la Corte di giustizia ha dichiarato invalida la direttiva n. 2006/24/CE riguardante «la conservazione di dati generati o trattati nell'ambito della fornitura di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico o di reti pubbliche di comunicazione», adottata il 15 marzo 2006 dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La cornice giuridica di riferimento, all'interno della quale era stata adottata la direttiva, è stata oggetto di importanti innovazioni a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. In questo contesto sono essenzialmente due gli elementi che appaiono meritevoli di essere evidenziati. In primo luogo, dopo l'attribuzione dello «stesso valore giuridico dei trattati» 1 alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (c.d. Carta di Nizza), il diritto al rispetto della vita privata (art. 1 TUE, art. 6: "1. L'Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei trattati. Le disposizioni della Carta non estendono in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati. I diritti, le libertà e i principi della Carta sono interpretati in conformità delle disposizioni generali del titolo VII della Carta che disciplinano la sua interpretazione e federalismi.it -Focus TMT |n. 2/2015 federalismi.it -Focus TMT |n. 2/2015 Dall'altro lato, la previsione del secondo paragrafo dell'art. 16, consente certamente di individuare l'istituzione di una vera e propria competenza legislativa in capo all'Unione in materia di protezione dei dati personali. Una lunga serie di direttive 7 , ancorché per larga parte emanate prima dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è riconducibile al dettato dell'art. 16 TFUE. Tra queste figurava anche la direttiva n. 2006/24/CE, diretta alla regolazione della conservazione dei dati relativi alle comunicazioni elettroniche per finalità di contrasto alla criminalità. L'espressa intenzione perseguita con l'adozione della direttiva era quella di "armonizzare le disposizioni degli Stati membri relative agli obblighi, per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico o di una rete pubblica di comunicazione, relativi alla conservazione di determinati dati da essi generati o trattati, allo scopo di garantirne la disponibilità a fini di indagine, accertamento e perseguimento di reati gravi, quali definiti da ciascuno Stato membro nella propria legislazione nazionale" 8 . L'art. 3 della direttiva 9 imponeva segnatamente l'obbligo per tali fornitori di conservare tutti i dati concernenti i servizi di comunicazione elettronica utilizzati dalle persone fisiche, specificamente indicati all'art. 5 della direttiva stessa 10 , necessari ad individuare l'origine e la destinazione delle comunicazioni, oltre a tutte le ulteriori informazioni sulla trasmissione. federalismi.it -Focus TMT |n. 2/2015 federalismi.it -Focus TMT |n. 2/2015

Il consenso al trattamento dei dati personali nel nuovo Regolamento europeo Analisi giuridica e studi comportamentali

Consent to the Proceeding of Personal Data in the New European Regulation (GDPR) and in the Light of Behavioural Analysis The article questions the rule of consent to the proceeding of personal data, especially in the technological context, as a tool of self-determination or protection of the data subject (efficacy of the privacy consent). The analysis is conducted having regard to the 2016/679 European Regulation (GDPR) and drawing on results from behavioral studies. By examining private remedies (liability for damages) laid down for the infringement of the rules on consent and the relevant judgements in the Italian legal system, the study finally argues that the right to privacy consent lacks autonomous legal protection. Some proposal for an alternative scenario are finally suggested.