LE PAROLE DELLA LAICITÀ - "Cultura (del formaggio)" (original) (raw)

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - "L'attuale Re di Francia, l'amore di Dio e la freschezza di Jocca"

A partire da alcuni lavori di Gottlob Frege e di Bertrand Russell, sappiamo che usando l'articolo determinativo si dà ad intendere che il ricevente conosce già, e può identificare, la cosa designata. Russell animò una discussione di grande importanza con Peter Frederick Strawson per stabilire se il seguente enunciato sia o no falso, quando la Francia è una repubblica:

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Sport

Dal punto di vista delle prestazioni atletiche e tecniche che richiede, il calcio è certamente un grande sport. Ma lo è un po' meno, e quindi merita un po' meno di essere descritto con questa parola, dal punto di vista di uno dei capisaldi della sportività, cioè l’ideale olimpico alla De Coubertin, che auspica la vittoria del migliore. Non ci riferiamo alle note storie di corruzione intorno al calcio, che peraltro affliggono anche altri sport; ma proprio al modo in cui è strutturato il gioco stesso. Cercheremo di mostrare - in una serie di passaggi - che la ridotta coincidenza del calcio con il concetto di sportività può essere fatta risalire al modo in cui il calciatore ha diritto di toccare la palla, e più in particolare al modo in cui le regole del gioco stabiliscono il grado di controllo che il calciatore ha sulla palla e su ciò che intende farci.

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Razza

Si potrebbe dire, come fanno molti, che la parola in questione va comunque evitata per motivi pratici e psicologici: per incoraggiare comunque ad abbandonarne le conseguenze discriminatorie. Ma questo è forse la parte peggiore di tutta l’ideologia che sta dietro alla proposta di bandire razza, e come lei altre parole incolpate di cose che non dipendono affatto da loro. Infatti, dire che per non essere razzisti sia necessario evitare la parola, significa dire che per non discriminare in base a differenze occorra fingere che le differenze non ci siano. Invece, la cosa desiderabile è che vedendo le differenze, e riconoscendo che ci sono, non si discrimini. Che civiltà saremmo, se fossimo capaci di non discriminare solo l’uguale, e quindi per non discriminare il diverso dovessimo fingere che sia uguale? Davvero eliminiamo il razzismo, se per non discriminare l’altro abbiamo bisogno di credere che le razze non esistono, cioè che il motivo per non discriminare una persona è che... appartiene alla mia razza? Insomma, il non razzismo che hanno in mente queste persone sarebbe il rispetto per la mia razza. Mamma mia. Ebbene, questa è la via antirazzista proposta dal politically correct.

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Famiglia

Il senso in cui oggi in Italia viene usata la parola famiglia è spesso un senso truffaldino, abusivo, che provoca (come minimo) una profonda irritazione in chi se ne rende conto. Può essere interessante descrivere da vicino il tipo di procedimenti che determinano questo risultato. Per farlo, occorre un preambolo su alcuni meccanismi generali di costituzione dei significati. Il valore delle espressioni linguistiche è veicolato solo in parte dal significato che le parole hanno sul dizionario, detto significato convenzionale, e dalle regole della grammatica che determinano il significato composizionale degli enunciati. Moltissimo senso è affidato ai significati impliciti che il destinatario aggiunge mettendo in relazione l'enunciato con il contesto. Ad esempio, se diciamo che Gianna ha finito il suo libro, non diciamo se ha finito di leggerlo, di scriverlo, di rilegarlo, al limite di mangiarlo (se Gianna è una capra); ma il destinatario integrerà questa porzione di senso in base a informazioni contestuali. Un tipo particolarmente interessante di integrazione del significato "a cura del destinatario" sono quelle che negli anni 1960 il filosofo del linguaggio britannico Paul Grice ha chiamato implicature conversazionali. Questi significati scaturiscono dal fatto che i parlanti sono abituati a interpretare qualsiasi messaggio come utile e cooperativo. Ad esempio, nel seguente dialogo, se preso letteralmente, il parlante B non avrebbe risposto alla domanda del parlante A: A-È tornato Gianni da Parigi? B-Poco fa ho visto una bici rossa davanti al negozio di fiori Eppure A capisce che Gianni è tornato da Parigi, collegando la risposta ai fatti a lui noti che Gianni ha una bici rossa ed è fidanzato con la fioraia. Questo avviene perché A dà per scontato che B sia stato cooperativo, cioè abbia micromega-micromega-online » LE PAROLE DELLA LAICITÀ-F.

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Natura (selvaggia)

Micromega Online, 2019

Da qualche decennio nessuno mette in discussione che una delle cose più belle da fare nel tempo libero sia andare nella natura selvaggia. Quella cioè che non è opera dell'uomo, ma anzi offre all'uomo una sorta di paragone, uno stato prima-di-lui e senza-di-lui, con cui confrontarsi e da cui imparare qualcosa. Si è d'accordo, in linea di principio, che la natura (selvaggia e incontaminata) sia bellissima. Personalmente, credo sia anche un'esperienza importante per tornare a dare alle opere dell'uomo il ruolo che gli spetta sul pianeta. Troppe persone vivono come se il sistema di riferimento del nostro vivere fossero la società umana, la cultura, i tanti manufatti. E giudicano queste cose dal loro interno, senza rendersi conto che il loro vero significato si comprende solo osservando in che rapporto stanno con la realtà nel suo insieme, cioè con la natura in cui si sono inserite, il pianeta, l'universo stesso. Ad esempio, le moto da acqua sembrano piene di senso per chi le consideri nel sistema di riferimento dei veicoli creati dall'uomo e in quello del business da intrattenimento; ma appaiono schifose a chi le consideri nel sistema di riferimento del paesaggio marino, che è più importante sia perché preesiste di molti milioni di anni ai veicoli e al business, sia perché fa parte delle condizioni ecologiche senza le quali questi non avrebbero mai cominciato né potrebbero continuare a esistere. [http://temi.repubblica.it /micromega-online/category/le-parole-della-laicita/]Ebbene, ora si va tutti nella "natura", intendendo non l'erba delle aiuole di città, ma proprio la natura selvaggia. La parola natura, in espressioni come parco naturale, percorso natura, esperienza della natura, viene intesa e capita come "natura selvaggia", "incontaminata". Ma questo modo di intendere la parola è spesso fuorviante, perché la natura di cui si tratta non è più davvero selvaggia. Di fatto, che cosa accade? Molte amministrazioni hanno preso l'abitudine di guidare le persone in appositi luoghi, che tipicamente sono proprio i più belli del loro territorio, mediante pubblicità, cartelli di indicazioni, sentieri attrezzati, tabelloni contenenti le mappe della zona e i profili delle montagne con relative altitudini, informative sulla fauna, la flora, il suolo. Risultato: proprio i luoghi più notevoli e selvaggi sono snaturati, perché addomesticati. Al punto che ormai alle nostre latitudini la natura selvaggia è un paesaggio in via di estinzione. Invece di fare l'esperienza della natura selvaggia, il viandante fa l'esperienza della natura come pretesto per un intervento che ha qualcosa di culturale-istruttivo e molto di pubblicitario. Ogni esibita manifestazione di amicizia da parte di chi amministra la "risorsa naturale" è anche una piccola vanteria e un tentativo di figurare il più possibile. Insomma, per asservirla a modesti interessi anche la natura selvaggia viene ridotta a un prodotto dell'uomo. Invece, l'esperienza della natura veramente selvaggia è significativa e insegna qualcosa-che potrebbe insegnare a tutti, se gli se ne desse la possibilità-micromega-micromega-online » LE PAROLE DELLA LAICITÀ-N.

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - "Agriturismo, barca a vela e altre parole bene accette"

Molte volte sono andato in barca a vela. Quasi sempre ospite di amici o parenti appassionati, talvolta prendendo a noleggio una barca per iniziativa sempre di persone amiche. Si è trattato di esperienze diversissime, in varie parti del Mediterraneo e dell'Adriatico croato. Una cosa però le ha accomunate tutte: si andava a motore. È naturale, le barche a vela hanno il motore, "per sicurezza", perché non si sa mai. E siccome si è pigri, invece di solcare il mare azzurro manovrando continuamente per far sospingere la barca col vento in poppa o di bolina eccetera, si accende il motore e si va con quello, si attraversano i bracci di mare da un'isola all'altra, si visitano le calette, sempre con il provvido motore. micromega -micromega-online » LE PAROLE DELLA LAICITÀ -Ag... http://temi.repubblica.it/micromega-online/le-parole-della-laicita-agritu... di 3 30/11/2017, 18:45 (29 novembre 2017)

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Mistero

In certi ambienti questa parola è usata in modo truffaldino, mantenendone apparentemente il significato ma in realtà cambiando gli oggetti a cui la si riferisce, fino a farle designare cose che sono quasi il contrario.

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Sinistra

Quando si parla di partiti di sinistra, in che senso si usa questa parola? Il PD, residuo del maggiore partito della sinistra italiana, in che senso è ancora di sinistra? E se non lo è più, perché? Un modo di riproporre questi interrogativi è il seguente: quella che molti chiamano la sinistra ha davvero abbandonato i poveri? Non possiamo rispondere in modo organico a queste domande, ma una breve riflessione su ciò che è accaduto può forse servire a capire meglio in che senso parliamo di sinistra oggi in Italia. Detto in modo brusco: non c'è dubbio che di recente il maggiore partito italiano godente fama di essere di sinistra ha abbandonato le cause tradizionali dei poveri, rivelandosi l'alleato del grande potere economico e di quelle élite su cui si è assai discusso in seguito a un intervento di Alessandro Baricco. L'artefice non unico ma più evidente di questa deriva è stato Matteo Renzi, che per tale motivo tutti quelli che sono davvero di sinistra hanno sempre avuto come il fumo negli occhi. Renzi ha realizzato la novità che-semplificando molto-a simpatizzare e votare per il leader del PD non erano più le persone di sinistra, ma gli stupidi di sinistra e gli intelligenti di destra. Questo perché bisognava essere stupidi per non accorgersi che Renzi non è di sinistra, e se si era intelligenti si capiva che era di destra. Tuttavia non credo che questa narrazione esaurisca la storia di come si sono svolti i fatti. Io credo che la sinistra abbia abbandonato i poveri perché-prima-i poveri avevano abbandonato la sinistra. Con il progressivo arricchimento medio degli italiani conseguito al boom economico e poi soprattutto con l'imperante ottimismo economico-aziendale iniziato negli anni 1980, insomma l'era dei manager rampanti che dominavano l'immaginario collettivo (vi ricordate di Mario Schimberni, oppure di Raul Gardini?), gli italiani poveri hanno cominciato a credere di poter diventare ricchi: non soltanto di smettere di essere poveri, ma proprio di diventare ricchi. Diventarlo almeno un po': tutti quanti dei ricchetti. E mettersi a comprare continuamente nuove auto, ennesimi outfit, televisori per tutte le stanze della casa. Questa diffusa aspirazione ha costituito l'humus ideale per l'affermarsi di personaggi che un po' esplicitamente, ma soprattutto implicitamente, promettevano il realizzarsi del sogno di diventare tutti ricchi; tutti dei ricchetti soddisfatti col SUV. Naturalmente il principale di questi personaggi è stato Silvio Berlusconi, che ha la doppia responsabilità di avere incarnato politicamente tale genere di aspirazione al consumo e all'arricchimento (ottenuto se necessario frodando il fisco e violando regole essenziali della convivenza civile), ma ha la responsabilità ancora più grande di avere diffuso e affermato questa mentalità attraverso l'espansione pervasiva della televisione commerciale. In ogni caso, ribaltando una situazione secolare, Berlusconi ha fatto della destra italiana il principale riferimento politico delle persone socialmente svantaggiate, non micromega-micromega-online » LE PAROLE DELLA LAICITÀ-Si.

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Democrazia

Questo breve intervento non pretende di essere altro che un riassunto, anche se con un taglio in parte nuovo, di ciò che è già stato detto sul tema da ben altri autori che il sottoscritto. Democrazia è diventata una parola molto simile a quelle di cui si servono le religioni, nel senso che la parola e il suo oggetto sono stati sacralizzati, specularmente demonizzando tutto quello che se ne discosta. Lo scempio atroce dei totalitarismi novecenteschi di ogni colore l'ha resa obbligatoria. Per buone ragioni, dunque, democratico è diventato quasi per tutti un termine assolutamente positivo, mentre non democratico costituisce di per sé stesso un giudizio di condanna. Ma la parola merita ancora di mantenere questo valore così assoluto, e chi la usa ha davvero il diritto di usarla? Perché fosse così, la parola dovrebbe essere usata per parlare di situazioni e comportamenti in cui il potere (greco krátos) è esercitato dal popolo (greco dêmos) inteso come la totalità delle persone, per lo più attraverso suoi rappresentanti, secondo regole che diano la prevalenza alla maggioranza, e garantendo che questa non ne approfitti per schiacciare la minoranza. Le democrazie reali, però, non sempre sono questo. Cioè, gli oggetti a cui la parola viene riferita sono spesso dei sistemi politici e sociali in cui il potere non è esercitato davvero dal popolo. Sotto l'ombrello costituzionale di un regime democratico si nasconde spesso una situazione in cui il popolo non ha il potere; e non perché sia normativamente impedito dall'esercitarlo, ma perché non lo sa esercitare. Questo fa sì che usare termini come democrazia o democratico risulti spesso mistificatorio. Chi formalmente è titolare di un potere può esercitarlo solo se, prima di tutto, è capace di scegliere. Per esempio, a un bambino si può dire che può decidere lui se appoggiare o non appoggiare l'orsetto di peluche sulla stufa; ma se il bambino non sa che la stufa brucia, userà il suo potere per determinare eventi che sono contro il suo interesse. Cioè, non sapendo abbastanza cose, godrà di un potere solo apparente, perché sarà padrone di prendere decisioni, ma non ne sarà capace. Ancora peggio, quando al bambino si dice che può decidere lui se mangiare il minestrone o il gelato, ma poi gli si racconta che mangiando il gelato farà arrabbiare l'uomo nero e quello verrà a prenderlo nel suo letto, il bambino non eserciterà il suo potere scegliendo ciò che preferisce, ma "sceglierà" ciò che preferisce chi lo ha condizionato. Un popolo può dunque esercitare il potere se capisce abbastanza cose da non scegliere contro il proprio interesse, e se è abbastanza maturo da non essere facilmente ingannabile. Chiaramente queste condizioni si possono realizzare solo in parte: quindi a parità di regime costituzionale un paese è tanto più democratico quanto più le persone sono capaci di capire le conseguenze delle decisioni, e quanto più sono difficili da ingannare. micromega-micromega-online » LE PAROLE DELLA LAICITÀ- ...

LE PAROLE DELLA LAICITÀ - " Sesso "

Le parole della lingua sono gravate da componenti che ci impongono una visione del mondo molto di parte. Spesso questa visione ci danneggia, e arriva a impedirci (anche per tutta la vita) di vivere le cose per quello che sono. Se diciamo Pia va con tutti, o è stata con Mario, quello che gli altri capiscono da predicati così generici (andare, stare) è quasi sempre l'accoppiamento sessuale. Questo avviene perché sanno che se si trattasse di qualsiasi altra attività nessuno sceglierebbe di usare verbi così vaghi da non dire niente, e la chiamerebbe direttamente con il suo nome: Pia parla con tutti, ha cenato con Mario. Se qualcosa non viene chiamato con il suo nome, è probabile che si tratti di sesso, perché di sesso non si può parlare nello stesso modo in cui si parla delle altre cose.