Marmamamar. Sul tetto dipinto dello Steri (original) (raw)
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Rosario Perricone (ed.), IMAGINIS TEMPORA CURRUNT, 2024
La struttura del soffitto ligneo della Sala Magna di Palazzo Chiaromonte, conosciuto come lo Steri di Palermo, condiziona indubbiamente l’orientamento dello sguardo. Le ventiquattro travi, la passarella centrale che le divide in due settori e i lacunari posti a otto metri d’altezza e ben illuminati dai finestroni esterni e da un sistema di lampade che in origine pendevano dalle mensole, possono essere percepiti come un insieme caotico di colori, immagini figurative e decorazioni astratte, che sfuggono alla vista non appena lo spettatore si mette in movimento, o possono offrire un vero e proprio itinerario che delimita una spazialità intimamente vincolata al discorso visuale che vi si svolge. La questione non è secondaria, perché interessa direttamente un aspetto fondamentale della rappresentazione: la costruzione del significato. L’interpretazione non può procedere giustapponendo l’esegesi di singole immagini o singole storie, pena la perdita di una visione d’insieme, necessaria quando la figurazione si affastella prepotente su ogni singola superficie a disposizione, come nel caso dell’opera palermitana. Altrettanto importante è il vincolo che esiste tra l’immagine, la sua distribuzione in rapporto alle altre rappresentazioni, e la funzione dello spazio nel quale viene messa in opera.
Riparo Dalmeri: le pietre dipinte dell'area rituale
Giampaolo DALMERI, Stefano NERI, Michele BASSETTI, Anna CUSINATO, Klaus KOMPATSCHER & Nandi Maria HROZNY KOMPATSCHER, 2011
Over the past twenty years of prehistoric researches in the alpine area, the Dalmeri Rockshelter has become a key site for the reconstruction of the behaviour, activities and exploitation of the mountain territories by the Epigravettian human groups. The faunal and lithic remains, with the well-preserved paleosurfaces, provided the opportunity to obtain a partial, but significant reconstruction of the palaeoeconomy, the function and the internal organisation of the site. In the latter years of excavation, the discovery of a notable quantity of red ochre painted stones, revealed different representations, both naturalistic paintings and signs. After this discovery, the interpretation of the site began to touch the artistic-religious sphere, providing a new perspective of research about Epigravettian art and spirituality. This first monographic paper as an «pictorial atlas» focuses on the study and interpretation of the “painted stone ensemble” of the site. This work presents all the data related to the most representative stones, but it is still far from being an exhaustive analysis both from a methodological and an interpretative point of view.
G. Cantoni – A. Capurso (a cura di), On the road. Via Emilia 187 a.C. >> 2017. Catalogo della Mostra (Reggio Emilia, 2017-2018), Parma 2017, p. 326.