"In principio fuit textus". Studi di linguistica e filologia offerti a Rosario Coluccia, Firenze, Cesati, 2018 [indice, tabula gratulatoria, premessa dei curatori] (original) (raw)

P. Trovato, Su un volgarizzamento delle chiose dantesche di frate Stefano Mangiatroia (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, XL 37) (draft). Now in: "In principio fuit textus". Studi... offerti a Rosario Coluccia, Ed. V.L. Castrignanò et al., Firenze, Cesati, 2018, 143-158

Il pregio attribuito allora agli inediti [sc. nel decennio 1884-1895] contribuì spesso a sviare l'attenzione degli studiosi dalle questioni che i testi, gli inediti stessi, una volta editi o comunque noti, ponevano: così dalle questioni d'ordine generale, metodologiche e storiche, come da quelle dell'esegesi particolare. Accadde spesso che la pubblicazione dell'inedito si esaurisse in sé, e anche a volte che essa fosse troppo malamente eseguita, quasi l'etichetta dell'inedito bastasse […]. Multa renascentur.

Recensione a: Testi e tradizioni. Le prospettive delle filologie, Atti del seminario, Alghero 7 giugno 2003, a cura di Paolo Maninchedda, Cagliari, CUEC-Centro di Studî Filologici Sardi, 2004 («Studî», 1), in «La Parola del Testo», IX, 2, 2005, pp. 427-432.

: « . In principio fuit interpres: la traduzione come genesi e palingenesi T3 della letteratura»

Ticontre, 2015

"Monographic section «Ticontre. Teoria Testo Traduzione» n. 3 (March 2015) "In principio fuit interpres: Translation as the Genesis and Palingenesis of Literature" edited by Paola Cattani, Matteo Fadini, Federico Saviotti. / CFC per la sezione monografica "In principio fuit interpres: la traduzione come genesi e palingenesi della letteratura" del n°3 (2015) della rivista «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», a cura di Paola Cattani, Matteo Fadini e Federico Saviotti." Dead Line 15/05/2014-

C. De Caprio - F. Montuori, Per l'edizione della "Quarta Parte" della "Cronaca di Partenope", in "In principio fuit textus".

In principio fuit textus". Studi di linguistica e filologia offerti a Rosario Coluccia, a cura di V. Castrignanò, F. De Blasi, M. Maggiore, Firenze, Cesati, 2018, 2018

Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse verso le forme che la scrittura storica in volgare assunse in area meridionale. Nondimeno, non sono ancora molte le edizioni moderne di testi cronachistici in volgare. Persino la Cronaca di Partenope, cioè il più importante corpus trecentesco di testi storici in volgare, non è stata edita in tutte le sue parti e non è stata pienamente utilizzata sotto il profilo storico-linguistico per mettere a fuoco i caratteri della prosa storica di area non toscana. Preceduto da un quadro che renda ragione del contesto culturale e della fisionomia stilistica di CrP IV, il saggio di edizione offre uno dei paragrafi più mossi e interessanti dal punto di vista narrativo: quello dedicato all’arrivo di Carlo III di Durazzo a Napoli nel luglio 1381 e allo scontro tra l’esercito del pretendente al trono e quello di Giovanna I d’Angiò e Otto di Brunswick.

La Crusca e i testi. Lessicografia, tecnica editoriale e collezionismo librario intorno al "Vocabolario" del 1612, ed. G. Belloni e P. Trovato, Padova, libreriauniversitaria.it.-Accademia della Crusca, 2018, pp. 603

rec. di C. Canneti, Lingua nostra, LXXX, 2019, 62-63

Nel 1612 uscì a Venezia, dopo un ventennale lavoro d’équipe, la prima e monumentale edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca: un migliaio di pagine in folio che divennero il modello per i vocabolari storici delle altre lingue moderne. Nel registrare le diverse accezioni dei vocaboli del fiorentino trecentesco, indicato già dal Bembo come la base dell’italiano letterario, i compilatori del Vocabolario non si limitarono a servirsi dei grandi classici (Dante, Petrarca, Boccaccio) e del Villani, ma sulla scia di Borghini e Salviati spogliarono le opere di decine e decine di autori fiorentini minori e minimi, in larga misura anonimi, usando edizioni a stampa, in qualche caso dichiaratamente preparate in funzione del Vocabolario, ma anche raccolte di manoscritti antichi di recente costituzione, allestite (come qui si dimostra) a scopo di studio. Con una scelta che prefigura il criterio primonovecentesco – per la precisione: barbiano – della cosiddetta equivalenza grafia-pronuncia (ancora utilizzabile senza controindicazioni con testi toscofiorentini), i compilatori uniformarono inoltre secondo le regole di Salviati la grafia e la fonomorfologia delle più di 60.000 citazioni d’autore del Vocabolario, rendendolo così, fino a Manzoni, e non solo, un potente strumento di omologazione linguistica in un paese linguisticamente, oltre che politicamente, disunito. I diciotto saggi contenuti in questa raccolta mirano a fare il punto su questo controverso ma fondamentale monumento della nostra storia letteraria e linguistica.

MASSIMO COLELLA, "Un’introduzione alla Linguistica Testuale", in «Quaderni del Laboratorio di Linguistica», Scuola Normale Superiore, Pisa, 11, 2012.

Un'introduzione alla Linguistica Testuale 1 Introduzione La Linguistica Testuale è una disciplina piuttosto 'giovane': storicamente, la si può far risalire agli anni Sessanta/Settanta del Novecento. In particolare, essa prende l'avvio in una serie di studi in ambito soprattutto tedesco, olandese e austriaco: si deve in particolare a Weinrich (1967) l'affermazione che «Linguistik ist Textlinguistik» (Harald Weinrich, Syntaxals Dialektik (Bochumer Diskussion), in «Poetica» 1, pp.

Pestelli Gianfranco Contini. Gianfranco Contini Il “midollo” della linguistica, la filologia “costruttiva” e “valutativa”, l’espressionismo linguistico-letterario, da Bonvesin da la Riva ad Albino Pierro, Franco Cesati Editore, 2023

Gianfranco Contini. Il “midollo” della linguistica, 2023

Il volume è centrato sulla linguistica e sul suo valore in Contini: attività e gnoseologia d’indagine sui testi degli autori, fondamento di ogni tipologia di approccio a un dettato testuale. Linguistica, e si vorrebbe dire glottologia, nelle sue radici gallo-romanze e cosmopolite, internazionali e dialettali. Al «midollo della linguistica» come «midollo del leone» fa riscontro la coscienza della relatività degli approdi ecdotici (invito alla ricchezza di apparato, alla critique des formes), delle ipotesi “stemmatiche”, e quindi la concezione dinamica della variantistica d’autore. Proprio il “vettore” della linguistica informa l’interesse per la linea espressionistica, da Dante a un Gadda attento al Caravaggio di Manzoni, in una “catena” critica che ha il suo vertice in Roberto Longhi e nella valorizzazione di una cifra romanzesca barocca e polifonica, a livello europeo. Determinante, e necessaria linea d’ulteriori studî, è quella formazione rosminiana, piemontese-pavese, che, oltre alla rigorosa etica del lavoro, si sviluppa come apertura alla responsabilità civile, alla scrittura come “resistenza etica”, all’«ascèse quotidienne» dell’«auscultazione», dell’«abnegazione», dell’«esercizio», «esperienza trascendentale» di pensiero politico e d’impegno di studî. Ricorrono in queste pagine, oltre ai nomi di Bonvesin da la Riva, Dante, Petrarca, Ariosto, Leopardi, Mallarmé, Valéry, Claudel, Proust, Bacchelli, Pavese, Gadda, Pierro, e di altri, i nomi di molti grandi intellettuali europei del Novecento: tra gli altri, Serra, Croce, Santorre Debenedetti, Bédier, Albert Henry, Boine, Morra di Lavriano, Capitini, Roberto Longhi, Spitzer, Devoto, Spongano, Dionisotti, Caretti. Tutti i capitoli che compongono il volume sono inediti.