Santa Maria della Rocca : testimonianze della frequentazione del Monte Arcano dal Paleocristiano al Quattrocento, in Fondi nel Medioevo, Atti del convegno internazionale (Fondi, 17-18 ottobre 2013) a cura di Manuela Gianandrea e Mario D’Onofrio, Roma 2016, pp. 301-308 (original) (raw)
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Fiorella Mattioli Carcano L'accompagnamento devoto. Antiche guide e disposizioni per la visita del Sacro Monte di San Francesco a Orta. "Ho eletto questa via del guidamento, e non della descrizione... altronde questo sacro Monte è fatto perché sia visitato, non perché sia da lunge ammirato" Gerolamo Gemelli, 1777 Guida al Sacro Monte di Orta, Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta, 2001 2 . 2 L. Zanzi, Metamorfosi dei pellegrinaggi dall'età medievale all'età moderna, in Medioevo in cammino. L'Europa dei pellegrini, a cura di F. Mattioli Carcano-E. Rizzi, Comune di Orta, 1989, p.132. 3 La Vesperbild o immagine del vespro è un tipo di scultura lignea devozionale nata nel XIV secolo in area germanica, rappresenta la Madonna con in grembo il Cristo deposto dalla croce. Per la Vesperbild del Monte: S. Riccardi, Uno sguardo sulla scultura lignea del cusio dal Medioevo al Quattrocento, in Scultura lignea sacra nel Cusio dal Medioevo all'Ottocento. Arte e devozione a cura di M. Dell'Omo e F. Mattioli Carcano, Borgomanero, Caratteremobile, 2012, pp. 104-105. 4 Il diario del notaio Elia (1523-1560) e il mondo ortese degli Olina a cura di F. Mattioli Carcano, Comune di Orta S.Giulio, 1990, p. 63. I fatti miracolosi della Madonna di San Nicolao sono descritti come testimonianza diretta dal notaio Olina, Si veda anche F. Mattioli Carcano, La madre del Redentore venerata nella chiesa del Sacro Monte d'Orta, fra storia e religione popolare, Novara, Eos, 1991. sull'altura dominante il borgo un Sacro Monte, il luogo era già presente da mezzo secolo nell'immaginario religioso dei fedeli non solo dei contorni. A proposito della devozione mariana al Monte d'Orta scrive Salvatore da Rivolta, frate cappuccino che nel primo Seicento redasse una cronaca degli avvenimenti correlati alla fondazione del convento e del complesso del Sacro Monte di san Francesco: «sempre fu tenuta in gran divozione per le gratie et miracoli che in questa facea la Vergine Santissima...e detta chiesa era piena di voti di cera, e d'argento offerti da quelli che ricevevano le grazie e di tavolette...Fra l'altre divotioni di questa Chiesa era, ed è, che gli infermi fanno voto da dare a' poveri per elemosine tanto pane, quanto essi infermi pesano». 5 Quando dopo il 1590 si diede avvio alla costruzioni del complesso, il santuario non fu inglobato nel percorso devozionale, mantenendo sempre una sua autonomia sacrale. Molti furono gli ex voto donati al santuario, che assunse il titolo di Madonna delle Grazie. Negli Atti di Visita del vescovo Speciano del 1590 si citano delle tabulae pictae: «Locus iconae est simulacrum divinae Virginis, vitro obductum, cui proxime apensae sunt tabellae quinque pictae in signu gratias a piis precibus eius optime matris». 6 L'uso di porre tavolette votive al simulacro mariano si diffuse dopo l'erezione del Sacro Monte e l'arrivo massiccio dei pellegrini; il fatto è ricordato anche nell'antica guida Gli Spettacoli Misteriosi : «si vedono le mura di questa Chiesa piene di voti pendenti di cera, d'argento, di tavolette testificanti le grazie, e i miracoli occorsi». Il luogo, che la comunità ortese e le altre volontà istituzionali e private, fautrici della realizzazione del complesso devozionale, proponevano ai pellegrini, era un sito di grande significato, derivatogli dalle caratteristiche di sacralità naturale, dall'antico insediamento religioso, dalla manifestazione del miracolo e della taumaturgia. La creazione di un percorso definito, attraverso cui il pellegrino compiva una visita meditata degli episodi della vita di Francesco d'Assisi alter Christus, narrati in una serie di cappelle, in forma di sacra rappresentazione immobile, costituita da statue e affreschi, faceva dell'altura dominante il borgo cusiano un Sacro Monte. La grande macchina della pietà si mise presto in moto verso il monte ortese. «Sin dalle origini del Sacro Monte il vescovo Bascapè prevedeva ed operava affinché esso rientrasse pienamente nei circuiti di pellegrinaggi devozionali più attivi della diocesi. Si preoccupava a tal fine di migliorare le vie di comunicazione "acciò che la strada della Colma verso Varallo sia più facile ai nostri huomini di Riviera che vanno per divotione e per soui negotij verso quella parte et sia anche più frequentata da forestieri per visitare il Sacro Monte di Varale, et la chiesa di San Giulio et parimenti il Sacro Monte di Orta, quanto sarà ridotto a qualche perfettione, come si va facendo». 7
Si rammenta qui in particolare il Prof. Lois Craffonara, allora Direttore dell'Istitut Ladin "Micurà de Rü", che, tempestivamente allertato da Michael Wachtler di San Candido, diede immediata comunicazione delle scoperte all'Ufficio Beni archeologici. 3 Si può comunque in ultima analisi ritenere che la quasi totalità degli oggetti qui presentati provenga dall'area descritta. È certo che, nella necessità di basarsi esclusivamente sulla memoria di scopritori diversi, non qualificati e attivi su di un lungo arco di tempo, risulta assai arduo determinare ad esempio eventuali deposizioni multiple contemporanee o ripetute a breve distanza le une dalle altre in aree circoscritte, ovvero l'esistenza di aree distinte caratterizzate da deposizioni cronologicamente omogenee.
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Testimonianza di un culto mitriaco a Colle Arsiccio di Magione (Pg)», in RdA XXX, 2006, pp. 77- 91
In 1934, at Colle Arsiccio (Magione), near lake Trasimeno, a votive deposit was jound. It is made up oj bronzes and terracottas, dating from the VI century b.e. to the Constantinian age. The terracottas can be divided into two groups: the "naked" ones, that represent typologies oj the Hellenistic age (swaddling babies, crouching children, kourotrophoi) and the glazed ones. The latter are products oj the Imperial age, connecfed with a Mithraic worship (pinax with scene oj tauroctony, "foculi", glassware with snakes, votive statues), which incorporates the Hellenistic cult, devoted to Artumes. The Mithraeum oj Colle Arsiccio settles in a thick system oj Mithraic places, appeared during Roman age, in the hearth oj centraI Italy. Alla fine del 1934, nel podere di Colle Arsiccio situato in località La Villa, nel comune di Magione, sulla sponda perugina del lago Trasimeno (fig. I),
Stratigraphic archaeological excavations carried out in the S. Maria in Castagnola Abbey’s cloister (Chiaravalle, AN), permitted us to reconstruct, though only partially, a new and unexpected history of this site, where, in the Middle Ages, one of the most important architectonic complexes of the region, but significant at a national level as well, has been erected. In this contribution we will discuss, at a preliminary level, the evidence that can be linked to the earliest occupation of a site whose later evolution spanned well into the post-medieval and modern eras. More precisely we will present the archaeological data concerning the phases of the Middle-Recent Bronze Age, consisting of layers rich with archaeological material, mostly objects of everyday use (pottery, bone, bronze), and structures preserved in negative (an artificial ditch, post-holes) which are indicative of permanent occupation. Although the interpretation of this evidence is rendered difficult by the numerous later interventions and by the limited extension of the excavations, the finds from Chiaravalle add significantly to the reconstruction of protohistoric occupation of the lower Esino valley.
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