Popper e la teoria dei quanti. (original) (raw)

Popper e la verità come ideale regolativo

Oggi vorrei provare a illustrare una tesi che è stata sostenuta da Popper: la tesi per cui il progresso scientifico non avviene per accumulo di conoscenze, come comunemente si crede, ma per eliminazione di errori. Possiamo illustrare la differenza tra queste due concezioni del progresso servendoci di due immagini. L’idea che il progresso sia un accumulo di conoscenze può essere paragonata all’opera di costruzione di un edificio. Ogni mattone che forma l’edificio è un piccolo pezzo di conoscenza che si aggiunge agli altri. Una volta che è stato poggiato al suo posto, il mattone rimane lì e serve da base agli altri mattoni che dovranno poggiare su di lui. Questa è l’idea di progresso che Popper rifiuta. La concezione popperiana del progresso può essere invece paragonata al lavoro di uno scultore. Questo lavoro consiste nel dare forma a un blocco di pietra per un processo di sottrazione. Le parti che vengono sottratte corrispondono, nella nostra similitudine, agli errori che via via vengono eliminati. Naturalmente queste sono solo delle metafore, per cui non dovete prenderle troppo sul serio. Servono solo a darci un’idea intuitiva di cosa avesse in mente Popper.

Popper e il problema dell'induzione

Popper ci invita ad imparare dai nostri errori, a sottometere alla critica le nostre affermazioni, a non considerare le proprie idee come dogmi o come verità indiscutibili, ma soltanto come semplici opinioni. Ma c’è il pericolo di assumere il pensiero di Popper in un modo acritico, come se si trovasse al di sopra della sua stessa teoria della conoscenza. Se Popper, nelle sue riflessioni epistemologiche, ci propone delle opinioni e congetture, allora no c’è da temere di sottometterle alla critica, perché, come diceva un certo filosofo della scienza, il modo migliore di seguire Popper è, appunto, sottomettendo il suo pensiero alla critica.

Alcune riflessioni sulla teoria dei tre mondi di Karl Popper

Il quadro concettuale in cui Popper ha elaborato nel 1978 la sua teoria dei tre mondi è caratterizzato da due assunti fondamentali: 1) L’universo che ci appare è il prodotto di un processo evolutivo; 2) Il pensiero razionale si deve basare sull'esistenza del mondo reale. Nel presente saggio si mettono in rilievo alcuni punti di debolezza della proposta popperiana in ordine soprattutto alla suaconcezione del mondo tre.

Essenzialismo e scienza. Popper e la scuola di Poznan

2002

Il rifiuto galileiano di "tentar l'essenza" 1 è stato tradizionalmente concepito come lo spartiacque che ha separato la scienza moderna dalle speculazioni metafisiche. E l'essenzialismo, inteso come l'attitudine filosofica ad intendere la conoscenza come svelamento o coglimento delle essenze, è stato da allora in poi associato ad una tradizione di pensiero ritenuta estranea al procedere della scienza moderna e quindi da combattere come un residuo di epoche ormai superate ed ancora intrise di superstizione e speculazioni arbitrarie. È nell'empirismo moderno che tale battaglia antiessenzialista raggiunge un suo assetto teoretico, che rimarrà in eredità alla contemporanea filosofia della scienza: l'essenza, con Locke, viene a coincidere con l'idea astratta della quale il nome costituisce una sorta di etichetta identificativa e, intesa come essenza nominale, viene distinta dalla essenza reale, cioè dalla costituzione reale della sostanza, che in nessun caso ci è possibile conoscere 2 ; e lo scetticismo moderno -con Gassendi, Mersenne, Foucher, per non citare che i più importanti -fa della battaglia antiessenzialista una propria bandiera, in favore di una scienza che si mantiene sul piano dei fenomeni, in quanto «con il raziocinio non è consentito andare al di là di conoscenze, che a loro volta siano oggetto di esperienza e delle quali si possa mostrare qualche apparenza sensibile» 3 . La connessione tra pro-1 Cfr. G. Galilei, "Lettera a M. Welser", in Opere, Ediz. nazionale, Firenze 1929-34, vol. V, p. 187. Sull'antiessenzialismo di Galileo cfr. F. Minazzi, Galileo "filosofo geometra", Rusconi, Milano 1994 Cfr. J. Locke, Saggio sull'intelletto umano, a cura di M. e N. Abbagnano, UTET, Torino 1971, III, VI, 2. 3 P. Gassendi, Dissertazioni in forma di paradossi contro gli aristotelici, in G. Paganini, Scepsi moderna. Interpretazioni dello scetticismo da Charron a Hume, Busento, Contenuto in: F. Coniglione, La parola liberatrice. Momenti storici del rapporto tra filosofia e scienza, CUECM, Catania 2002.

Il realismo scienfico: Popper e Einstein a confronto

La filosofia della scienza di K. Popper nasce dal desiderio di capire la crescita della conoscenza umana, con un atteggiamento ottimista e al contempo sobrio. La scienza cresce senza un ordine particolare, non eseguendo un programma a priori, nella misura in cui via via si allontana dagli errori (grazie agli urti imprevedibili con la realtà) e perciò procedendo necessariamente verso la verità.

Probabilità e teoria quantistica

1 Testo ampliato di una relazione tenuta in occasione del Seminario su 'Modelli e teorie fisiche', Pisa, Domus Galileana, 13 giugno 1980. Per ragioni di spazio molti argomenti interessanti sono stati omessi o semplicemente sfiorati. Rimandiamo, per un approfondimento delle analisi contenute in questo lavoro, a una monografia dell'autore sui fondamenti della teoria quantistica, di prossima pubblicazione presso Il Saggiatore.