Stadi e città: l'occasione mancata per il rinnovo del disegno urbano di Atene (original) (raw)

Il mancato riassetto di Atene: il piano urbanistico di Ludwig Hoffmann (1910) come espressione dell’einheitliche Straßenarchitektur

STUDI E RICERCHE DI STORIA DELL'ARCHITETTURA, 2019

Ludwig Hoffmann’s 1910 Plan for Athens may be considered as a case study from a purely historical point of view, and a source of inspiration for today’s urban design practice. It is the only town plan developed by Ludwig Hoffmann’s, who was Berliner Stadtbaurat from 1896 to 1924, before the appointment of Martin Wagner, and, among the manifold Early 20th century plans for Athens, it is the only that shows a realistic approach. From the theoretical point of view, it may be read as one of the most complete practical implementations of the town planning ideals supported by , and Walter Curt Behrendt.

Ma il progetto non è sempre urbano?

Ferretti, Laura Valeria; Mariano, Carmen (a cura di), Il progetto urbano in tempo di crisi, 2022

In questo breve scritto, in maniera molto generale e senza alcuna pretesa di esaustività, tentando piuttosto una semplificazione di termini e argomentazioni, si proverà a descrivere alcuni temi al centro del dibattito sul futuro delle città, schematizzando diverse questioni e ponendo poche specifiche domande: cosa vuol dire rigenerazione, qual è oggi lo spazio per il progetto urbano, se questo ha ancora senso come strumento di trasformazione e che rapporto ha con l'architettura, e perché, infine, il social housing potrebbe rappresentare uno strumento di rigenerazione appropriato alle nostre città. Non si affronterà al contrario, se non incidentalmente, il tema del progetto urbano come procedimento urbanistico e normativo, né si tratterà dei suoi confini e delle sue regole, argomenti più approfonditamente discussi in diversi contributi di questo volume.

Il disegno della città e le sue trasformazioni

M. Centofanti-S. Brusaporci, The City’s Design and Its Transformations «City’s design» conceptually suggests the idea of a guiding project and of a defined foundational act, capable of resolving the urban shape. That is not so because of the very nature of the historic city that, over time, redefines its forma urbis through a continuing process of change. This is also the case of L’Aquila, where the historic process of formation and transformation, during the course of its many centuries of life, has been marked by significant moments of discontinuity and profound renovation. In that sense, the constituent themes are: the medieval framework, that by means of roads and piazzas configures the urban layout; the vast eighteenth century figurative makeover following the 1703 earthquake; the relationship between old and modern in the twentieth century phase, when the process of transformation lost its continuity with the historical urban fabric.

City-making. Occasioni di rigenerazione urbana

In_Bo, 2011

Urban transformation resulting from the reutilization of urban areas located close to historical consolidated areas, formerly occupied by industrial complexes, settled at the end of the nineteenth century (and now abandoned) and by disued military areas, represent a great opportunity for regeneration and urban renewal, in order to balance the physical and functional structure of the existing city. Mostly there areas are real voids to be returned to the city, assigning new functions, catalyst of differente activities and generatior of a substantial housing income, and defining new spaces, both for public and private use, aimed at combining social and collective urban interaction.

E. Greco (a cura di), con la collaborazione di R. Di Cesare, F. Longo, D. Marchiandi, Topografia di Atene. Sviluppo urbano e monumenti dalle origini al III secolo d.C. Tomo 3: Agora del Ceramico, (SATAA 1.3**), Atene-Paestum, 2014

Collocata a nord-ovest dell'Acropoli e compresa tra il Kolonos Agoraios e le pendici settentrionali dell'Areopago, l'Agora del Ceramico è uno dei settori meglio conosciuti dell'antica città di Atene (fig. 497). Tale conoscenza si deve alle ricerche condotte sin dal XIX secolo a opera di archeologi greci e tedeschi e all'ininterrotta attività di indagine archeologica avviata dagli americani a partire dal 1931 (F.62) e tuttora in corso. Prima degli scavi effettuati nel XIX secolo dalla Società Greca di Archeologia (1859-1862: scavi Koumanoudis) e, dalla fine dello stesso secolo, dall'Istituto Archeologico Germanico (1896-1897: scavi Dörpfeld) gli unici monumenti fino ad allora noti erano l'Hephaisteion ( § 9.1), comunemente noto come Theseion -nome ancora oggi assegnato all'intero quartiere che si estende immediatamente a ovest dell'edificio -, il cd. Portico dei Giganti poi riconosciuto come Odeion ( § 9.38), e la Stoa di Attalo II ( § 9.56). Se l'Hephaisteion, il tempio greco meglio conservato del mondo antico, era sopravvissuto perché trasformato nella chiesa di San Giorgio sin dalla prima età bizantina, le statue dei Giganti, citate ancora in alcune fonti del XV secolo come Atlanti, ricomparvero tra le rovine delle case distrutte durante la guerra di indipendenza. Sempre visibili, benché in gran parte coperte dalle case e dalle costruzioni successive, erano anche le imponenti strutture murarie sul lato orientale dell'area, correttamente identificate come pertinenti alla Stoa di Attalo II solo dopo il rinvenimento dell'iscrizione avvenuta per opera del Koumanoudis nel 1861.

Atene nel periodo della Pace di Nicia. Politica e scelte programmatiche nell'edilizia e nella cultura figurativa

PREMESSA L'avvento della pace che nel 421 giungeva a interrompere i primi dieci anni della guerra del Peloponneso, noti come "guerra archidamica", fu il risultato a lungo ricercato da una corrente politica propugnatrice di un accordo con Sparta e portavoce delle aspirazioni di una larga fetta della popolazione di Atene. I concetti di liberazione dalla guerra, cessazione dei dissidi interni tra fazioni politiche e riconciliazione con i nemici di Atene sono efficacemente espressi dal coro della commedia Pace di Aristofane, rappresentata alle Dionisie del 421, subito prima della stipula della pace 1 .

«Atene un’idea di porto, un’idea di città»,

«Atene un’idea di porto, un’idea di città», Romina Giampaoli (εκδ.), Le Città Hanno Un’Anima; Identità e cambiamento nel Mediterraneo, Roma, 2017 (Giuliano Ladolfi Edi-tore), σελ. 119-122.

Alcune riflessioni sul tema del progetto urbano

Luoghi del Costruire, 2008

Negli ultimi anni, anche sospinto dal leit motiv della "riqualificazione urbana", è tornato di grande attualità un tema che, se non dimenticato, pareva almeno essersi defilato di fronte ad altre più urgenti e pragmatiche questioni urbanistiche. Il tema è quello del progetto urbano. Questo "ritorno" ha riguardato soprattutto (e tutt'ora riguarda) una rinnovata attenzione che ad esso rivolge la prassi quotidiana del costruire città; nel senso che, mentre il mondo accademico e la cultura in genere non hanno mai del tutto dimenticato la questione del progetto, inteso come prefigurazione formale della città o di sue parti, la reale costruzione fisica, che soggiace a regole, interlocutori e protagonisti assai vari e diversi, ha dimostrato una scarsissima preoccupazione alla qualità complessiva del risultato finale. I problemi della "tecnica" urbanistica hanno nel tempo sopravanzato la cultura del progetto; la disciplina intera è stata per anni sospinta da una ricerca di scientificità come requisito necessario al controllo dei processi di crescita e di gestione urbana: processo che si è sempre più sbilanciato verso un'innaturale tendenza ad una "industrializzazione" che, per essere attuata, forza i vari momenti del “fare città” entro una griglia di controllo rigida e predeterminata.