Distopie del rischio: un’analisi di Black Mirror [Dystopias of risk: an analysis of Black Mirror] (original) (raw)

Black Mirror. Distopie del vedere

Il saggio prende in considerazione il secondo episodio della miniserie Black Mirror (2011), prodotta da Charlie Brooker per la televisione inglese, attraverso un'analisi del rapporto complesso tra il particolare regime di visibilità che ne regola il mondo possibile e i regimi valoriali profondi assunti o rigettati dai soggetti. In particolare, si cercherà di mostrare come nell'evidente tentativo di rilettura contemporanea di alcuni topos ricorrenti nelle cosiddette narrazioni distopiche (e in particolare del loro archetipo moderno, il romanzo 1984 di George Orwell) il testo metta in scena una rappresentazione originale, per quanto declinata al futuro, dello scenario mediale attuale, problematizzandone diversi aspetti all'interno di un'unica, tendenzialmente disforica dimensione proiettiva: fenomeni in declino (la visione schermica come "somministrazione" up-down), emergenti (realtà aumentata) e dominanti (la "socialità virtuale" prevalente in tutte le declinazioni del web 2.0). Dall'effetto di senso globale prodotto dal discorso (e nello specifico dalle scene finali) emergono, in particolare, una serie di ribaltamenti e slittamenti dei topos distopici per altro verso richiamati: si passa infatti dall'ossessiva de-individualizzazione all'eccesso di personalizzazione, dalla dittatura del /dover essere visti/ a quella del /dover vedere/, dalla ricerca di realtà e verità a quella di autenticità, quest'ultima presentata come isotopia principale e vera architrave epistemica di tutta la narrazione.

Black Mirror: superamento dei canoni mediali nell’antologia dell’inquietudine

Obiettivo di questa analisi è analizzare particolarità e gli espedienti, sia narrativi che discorsivi, che da un lato caratterizzano i veri e propri canoni innovativi della serie tv Black Mirror e della conseguente esperienza mediale offerta allo spettatore; dall’altro, rivestono un ruolo strumentale necessario affinché l’inquietante riflessione sulla condizione mediale contemporanea offerta dalla serie emerga in tutto il suo furore.

Il rischio come cornice culturale dell’incertezza

Risk as a cultural frame for incertaity Why risk is a so important issue to understand contemporary societies? Any reflection about risk society and its possible overcoming must first face the relevance of this concept, literally dominating the cultural horizon and public debate agenda in Western societies. It had become relevant element of the contemporary social context, which increasingly affects a number of individual and collective choices. Thus, it is inevitable that any attempt to provide an explanation should start by a paradoxical contradiction: despite the fact that in all industrialized societies data show an increase in life expectancy , a general improvement in health conditions, a reduction of social conflict and crime, we feel increasingly besieged by fear to be exposed to new sources of risk. This results in a multiplicity of individual and collective strategies designed to protect us from risk, and therefore in a significant increase in demand for security. In other words, to better understand the centrality of risk is necessary to go beyond the alleged objectivity of threats to look out on the social scene to grasp the deep roots of this anxiety, which has become a hallmark of late modernity cultures. This results in a multiplicity of individual and collective strategies designed to protect us from risk, and therefore in a significant increase in demand for security. In other words, to better understand the centrality of risk is necessary to go beyond the alleged objectivity of threats to look out on the social scene to grasp the deep roots of this anxiety, which has become a hallmark of late modernity cultures. Recognizing of the relevance of these issues has led to the risk society definition, a formula that not only metaphorically ties the emergence of the risk to unintended consequences of the process of modernization, focusing on the dark side of well - being."""

Per una ridefinizione del rapporto Utopia/Distopia [Preprint]

Studium ricerca, CXIV, 2, pp. 99-117, 2018

EN: This paper analyzes the relationship between the opposite genders of utopia and dystopia, showing that their opposition is only apparent. Moreover, the results achieved highlight some contradictions of contemporary society and of its political praxis. The paper attempts at understanding the theoretical principles both utopia and dystopia by leaving out their literary traits. The main tools of analysis are the concept of gnosis, as defined by Eric Voegelin, and the concept of rationalism, in the particular interpretation given by Augusto Del Noce. The punchline is that the conflict between the transcendent thought and the philosophy of immanence is the key to understand the substantial unity of the two genres. IT: Il presente articolo ha come suo scopo principale l’analisi del rapporto tra i due generi, apparentemente opposti, dell’utopia e della distopia. Le acquisizioni relative alla loro connessione rivelano la loro fecondità grazie ad una loro possibile applicazione alle contraddizioni della prassi politica e sociale contemporanea. Prescindendo dagli aspetti letterari, vi si mettono in luce gli snodi teoretici che hanno portato alla nascita di questi due particolari modelli di teoria politica utilizzando come principali guide i fenomeni dello gnosticismo e del razionalismo così come vengono identificati, rispettivamente, da Eric Voegelin e da Augusto Del Noce. Infine, centrale si rivela l’opposizione tra il pensiero trascendente e quello immanentista per poter comprendere l’unità sostanziale dei due generi letterari.

Distopie e predizioni: il lavoro raccontato in

Quando è la finzione ad esplorare la realtà, la narrazione è libera dallo scrupolo di sottostare a logiche funzionali alla società che indaga e può procedere arrivando a tratteggiare una visione distopica servendosi anche della cronaca, del sistema di governo e del contesto socio-economico entro il quale siamo abituati a muoverci, leggere e analizzare. È quanto accade in Robledo, il romanzo di Daniele Zito pubblicato da Fazi Editore (2017): il tema è il lavoro. In particolare, il lavoro gratuito e, più nello specifico, il rifiuto di cedere al ricatto di lavorare gratuitamente in cambio della promessa di ottenere un domani un contratto, un salario o una posizione lavorativa appetibile o anche solo condizioni professionali migliori.

L’Horror Alla Universal: Trasformare I Limiti in Una Risorsa

Authorea (Authorea), 2021

Questo elaborato si pone l'obbiettivo di descrivere e analizzare le modalità produttive del genere horror di casa Universal, nel cosiddetto periodo classico di Hollywood. Dietro al successo di un genere, nell'era dello studio system 11Brunetta, Gian Piero, ed. Storia del cinema mondiale. Vol. 2. Einaudi (IT), 1999, non esiste solo un importante componente estetica di carattere prettamente filmico, cinematografico, ma anche, e soprattutto, un insieme di decisioni produttive, un programma distributivo, contratti col personale artistico, un casting e una scelta dei collaboratori, una previsione dei gusti del pubblico, amministrazione delle riprese e del budget, la compra vendita di licenze, accordi con gli esercenti ecc.. . Tutto questo e molto altro si nasconde dietro ad un film, o ad un genere, prodotto da questa o quella casa di produzione in un periodo in cui, ad Hollywood, il cinema era, sì un evento culturale, ma anche e soprattutto una grande azienda profittevole. Il cinema americanoè un'arte classica, ma perché non ammirare in essa ciò cheè più ammirevole? Cioè non solo il talento di questo o quel regista, ma anche e soprattutto il genio del sistema 22Schatz, Thomas. The genius of the system: Hollywood filmmaking in the studio era. Macmillan, 1996 (Bazin, 1958) L'elaborato passerà in rassegna un po' di storia della casa Universal, per capirne le radici ideologiche, fino ad arrivare all'età del sonoro, così da concentrarsi sullo sviluppo e successo dell'horror nella casa, e descrivere come e perché ci si dedicò a questa tipologia di film.