Perrotta - Recensione di "Polizia della frontiera" di G. Campesi (2015) - Lo straniero, giugno 2016 (original) (raw)

Recensione di Polizia della frontiera. Frontex e la produzione dello spazio europeo, di Giuseppe Campesi, Roma, DeriveApprodi 2015 Pubblicata in Lo straniero, n. 192, giugno 2016 In questi mesi l'Unione Europea sta vivendo il periodo di crisi più profonda e pericolosa della propria storia. Alla perdurante crisi economica e all'aumento delle disuguaglianze sociali si aggiungono la più grave "crisi migratoria" (o meglio, "crisi delle politiche migratorie") mai vissuta dall'UE -a seguito dei drammatici conflitti e dell'instabilità politica in paesi come la Siria e la Libia -e la crisi della sicurezza legata agli attentati terroristici in Francia e Belgio. Queste ultime due "crisi" vengono da molti ritenute -erroneamente -come processi collegati e paralleli. Per leggere in maniera lucida e approfondita queste vicende, è utilissimo il libro Polizia della frontiera. Frontex e la produzione dello spazio europeo, di Giuseppe Campesi (DeriveApprodi, 2015). Campesi è un sociologo rigoroso, che da anni studia il diritto, le migrazioni, le polizie, i confini. Per scrivere questo denso testo, ha studiato i documenti redatti dalle istituzioni europee in materia di mobilità e sicurezza, dal Trattato di Schengen in poi (passando per Maastricht, il trattato di Amsterdam del 1997, quello di Lisbona del 2009), nonché i report della Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea, ovvero Frontex, che nel 2005 avviava le proprie attività. Questo libro ci dà un quadro estremamente complesso, da un lato, della storia delle politiche dell'UE sulla mobilità e sul "regime confinario europeo" -in una continua tensione tra progressiva liberalizzazione dei confini interni e securitarizzazione dei confini esterni -e, dall'altro lato, delle pratiche e delle retoriche degli attori della sicurezza europea in merito alle migrazioni internazionali e ai "rischi" ad esse collegati. E lo fa nel momento in cui -a dieci anni dalla nascita di Frontex -il regime di gestione e controllo dei confini che questa agenzia ha potentemente contribuito a costruire conosce la sua prima autentica crisi. Anzitutto, Campesi parte da una acquisizione teorica, fondamentale per leggere le migrazioni contemporanee: i confini oggi non servono più soltanto a identificare un territorio, uno Stato, ma hanno soprattutto una "funzione di gerarchizzazione sociale", attraverso il "riconoscimento differenziale del diritto di muoversi attraverso lo spazio". In altre parole, la frontiera non serve a chiudere o a escludere, ma a quella che altri studiosi (ad esempio Sandro Mezzadra e Brett Nielson in Confini e frontiere, Il Mulino 2013) hanno definito "inclusione differenziale": alcuni possono muoversi più velocemente, altri più lentamente; vi è una molteplicità di posizioni differenti tra quanti godono appieno dei diritti di cittadinanza (i cittadini europei) e quanti invece non vi hanno accesso per nulla (i migranti privi di permesso di soggiorno). Il confine quindi "segue" i migranti all'interno degli Stati nei quali entrano, ne condiziona in maniera determinante le vite, le traiettorie, le esperienze. Polizia della frontiera esplora una serie di contraddizioni e ambiguità -talora solo apparentidelle politiche migratorie europee e, attraverso queste, dell'intero progetto politico dell'Unione. Una prima contraddizione riguarda la struttura delle istituzioni europee, da sempre in tensione tra l'obiettivo di costruire un super-stato, incarnato dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo, e il coordinamento tra governi nazionali, rappresentato dal Consiglio d'Europa. Se, a partire dall'entrata in vigore degli accordi di Schengen (1995) e poi del Trattato di Amsterdam, l'UE si è rappresentata come "uno spazio unificato all'interno del quale tutti gli ostacoli al movimento di beni, persone e servizi sono stati rimossi" e in cui "il mercato unico si è evoluto in quello che viene definito spazio di libertà, sicurezza e