TEXT & DRAMATURGY | Architettura e Teatro del Mondo [Letture di Palazzo Badoer, 2008] (original) (raw)

Doriana Legge, "Dal fondo di una caverna". Dossier Dialogo su un libro "I cinque continenti del teatro" di Eugenio Barba e Nicola Savarese, in "Teatro e Storia", n. 39, 2018

Teatro e Storia , 2018

This issue of «Teatro e Storia» contains a novelty, i.e. a small new ‘genre’. In the past, we have at times dedicated a dossier to people or events of the theatre today. Now we wanted to experiment with a dossier dedicated to a book. By coincidence, we had the right opportunity at hand, a large volume – highly extra-daily – I cinque continenti del teatro. Fatti e leggende della cultura materiale dell’attore by Eugenio Barba and Nicola Savarese, Bari, Dipagina, 2017. An excellent starting point to begin a discussion, especially because it is difficult to know what to say about this book. It is a book that grows from the desire to wrong-foot the reader – and certainly succeeds in doing so. For this pilot effort, all the contributions to the dossier come from the editorial staff, besides those of the authors, who in turn have brought with them another novelty to the review, indeed, a case that will remain quite unique: an insert of colour images. In questo numero di «Teatro e Storia» c’è una novità, un “genere” nuovo. Altre volte abbiamo dedicato un dossier a persone o avvenimenti del teatro di oggi. Adesso ne abbiamo voluto sperimentare uno dedicato a un libro. Il caso ha voluto che avessimo tra le mani l’occasione giusta, un grosso volume fortemente extra-quotidiano, I cinque continenti del teatro. Fatti e leggende della cultura materiale dell’attore, di Eugenio Barba e Nicola Savarese, Bari, Edizioni di Pagina, 2017. Un ottimo spunto per discutere, tanto più che è un libro di cui è difficile sapere che dire, è un libro che nasce dalla volontà di spiazzare – e certamente riesce a farlo. Il dossier prevede una serie di brevi interventi sul volume, tutti interni alla redazione, per questo primo tentativo sperimentale, più le parole degli autori, che a loro volta hanno portato con sé un’altra novità, anzi, un caso che rimarrà unico: un inserto di immagini a colori.

MARCELLO ANDRIA, PAOLA ZITO, Narrativa e teatro nella Schofelbibliothek della regina. Note su testo e paratesto, in Io, la Regina. II. Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e il suo tempo, a cura di Giulio Sodano e Giulio Brevetti, Palermo, Mediterranea, 2020.

2020

Il contributo torna ad analizzare il fondo librario della regina Maria Carolina, la sua raccolta tedesca, costituita in quantità significativa da testi di narrativa e di teatro. Rilegati in cartoncino bleu-gris, i volumi di piccolo formato, qui presi in esame, dimostrano la loro origine di elezione dalla fortunata formula della bibliothèque bleue, oramai bisecolare. Vi compaiono autori e autrici famosi e meno famosi, i cui scritti all’epoca avvincono il pubblico, in privato e sulle scene. Testimonianze in molti casi rare se non uniche sul piano bibliografico, e preziosi tasselli per la storia dell’editoria.

Pierangelo Bordignon, Gloria Burbello, Stefano Masotti e Carlo Presotto (a cura di) Paradiso. Diario di una ricerca teatrale e umana in Babilonia Teatri

2020

di Giovanni Azzaroni Il libro racconta il percorso e il lavoro perseguiti per realizzare uno spettacolo, Paradiso, messo in scena da Babilonia Teatri, e ci fa incontrare coloro che hanno perduto il Paradiso senza alcuna colpa. Spettacolo corale e libro corale, che coniuga sapientemente drammaturgia, arte, pedagogia, terapia, scienza in un intreccio che si arricchisce dei diversi contributi e delle differenti esperienze di vita e di studio. Un libro composito ma unitario

Scritti sul teatro - 1

Fu l'incontro col gruppo Motus in occasione del loro spettacolo "Catrame" (ispirato a La mostra delle atrocità di Ballard) che nel 1996 mi riavvicinò al teatro, da cui mi ero allontanato una decina d'anni prima. Come nei primi anni ottanta ero stato testimone delle sperimentazioni dei Magazzini, di Martone, della prima Raffaello Sanzio, di Santagata e Morganti, etc. - insomma dei gruppi seguiti e commentati ca critici come Giuseppe Bartolucci e Antonio Attisani, così anche nei secondi novanta frequentai il rinascente teatro di ricerca: Motus appunto, e Teddy Bears, Teatrino clandestino, Fanny e Alexander, Kinkaleri e tanti altri. Fra gli uni e gli altri, le Albe, che conobbi quasi appena nate nella loro prima fase dickiana e con cui collaborai. E quando potevo - anche per non restare sempre impiccato alle solite realtà virtuali e cyberpunk - ne scrivevo sulle riviste a cui collaboravo.

Didattica di architettura per bambine e bambini. Una lezione laboratorio sul Teatro del Mondo di Aldo Rossi alla School of Architecture for Children di Firenze

Il Tesoro delle Città, Strenna 2022, 2022

Nel 2016 nasce al Farm Cultural Park la School of Architecture for Children SOU. Da allora il progetto si è moltiplicato in tutta Italia e si registra oggi come notevole fenomeno nel più ampio mondo dell’insegnamento dell’architettura per bambine e bambini. Il presente contributo mira a evidenziare l’importanza della didattica di architettura per i più piccoli come fondamentale opportunità per formare una precoce sensibilità nei confronti del progetto di architettura, dei beni culturali e del paesaggio. Allo stesso tempo propone un caso esemplificativo di una lezione-laboratorio recentemente realizzata alla scuola SOUxFirenze, avente come tema il Teatro del Mondo di Aldo Rossi, oggetto iconico di grande impatto anche agli occhi dei più piccoli. La tipologia del teatro, le forme pure e le configurazioni essenziali dell’architettura di Aldo Rossi sono stati i concetti che hanno animato l’attività laboratoriale, nella quale bambine e bambini hanno ricostruito il modello del Teatro del Mondo giocando con i prismi elementari e con la fantasia.

"Queste spaziose loggie". Architettura e poetica nella tragedia italiana del Cinquecento (Napoli: Loffredo, 2022)

Loffredo, 2022

“Queste spaziose loggie”. Architettura e poetica nella tragedia italiana del Cinquecento propone un’interpretazione innovativa dell’emergere delle unità di luogo e di tempo nella poetica e nel teatro del Rinascimento. Attraverso la ricostruzione di una rete di contatti tra letterati ed artisti, della circolazione di idee condivise tra la teoria dell’architettura e la poetica, delle novità introdotte nella scenografia e dei loro effetti sul pubblico, il libro dimostra come la riformulazione spaziotemporale del concetto aristotelico di unità dell’azione non sia semplicemente l’esito di una cattiva lettura della Poetica ma il segno di un nuovo modo di intendere il rapporto tra il testo teatrale e la rappresentazione. A provarlo, oltre che l’indagine che inserisce la ricezione della Poetica di Aristotele in un contesto interdisciplinare aperto alle questioni che alla teoria della letteratura vengono dall’architettura e dalla scenografia, è l’analisi di alcune tragedie – la Sofonisba di Trissino, l’Orazia di Aretino, l’Adriana di Groto, il Re Torrismondo di Tasso –, testi che documentano, talora contro la poetica dichiarata dei loro autori, come la dimensione della rappresentazione prevalga ormai sulla centralità dell’azione prevista da Aristotele.

(2017) Parole e silenzi: L’uso poetico di colori e materiali nell’architettura occidentale

Colore e Colorimetria – Contributi multidisciplinari Vol XIIIa, 2017

Colombo, Cristina F. 2017. “Parole e silenzi: L’uso poetico di colori e materiali nell’architettura occidentale.” 262-273. In Colore e Colorimetria – Contributi multidisciplinari Vol XIIIa, edited by Francesca Valan and Veronica Marchiafava. Proceedings of the International Conference “XIII Conferenza del Colore - Naples 2017,” Naples, 4-5 September 2017. Gruppo del Colore – Associazione Italiana Colore. ISBN 978-88-99513-05-4 http://www.gruppodelcolore.it/Docs/ColoreEColorimetria\_ContributiMultidisciplinari13A\_PRO.pdf Il nostro sentire è profondamente radicato nel luogo in cui siamo immersi, con la sua luce, i suoni e colori che lo pervadono, la natura che circonda gli insediamenti costruiti e che ha suggerito, nei secoli, tecniche e trame edilizie. Christian Norberg-Schulz ne parla in termini di “carattere” del luogo (Norberg-Schulz 1979, 1993). Nell’area mediterranea, l’adozione del colore nel rivestimento delle superfici esterne e interne degli edifici e nelle finiture di molti arredi, fa sì che l’impatto visivo prevalga sugli altri sensi. L’espressività del materiale cede il passo alla pittura, utilizzata come un elemento chiave per esprimere un’idea di abitare intrinsecamente legata all’ambiente naturale, ai suoi profumi, sapori e alla piena vitalità delle sue genti. Il colore si sposa alla luce calda e sorniona del Midi celebrato da Henri Matisse e ne esalta la vivacità, trasmettendo un senso di benessere e pienezza. L’introduzione del colore nelle facciate di complessi architettonici di grandi dimensioni contribuisce a ingentilirne l’imponenza; conferisce dinamicità a partiture severe e ripetitive ed è particolarmente efficace in edifici residenziali, dove riduce la sensazione di anonimato e omologazione degli abitanti. La maggiore fortuna delle Unité d’Habitation di Le Corbusier rispetto ad altre strutture di matrice brutalista ad altissima densità non dipende certo solo dall’inserimento di una nota cromatica, ma ha contribuito ad avvicinare i residenti e attrarne, nel tempo, di nuovi, capaci di riconoscersi in un’architettura tanto monumentale quanto domestica. La lezione del maestro francese ha trovato seguito nei progetti abitativi di Steven Holl, pensati per contesti urbani disparati, ma accomunati da un’analoga ricerca di “umanizzazione”. La tradizione nordica ha spesso seguito un approccio progettuale differente, che lascia molto spazio all’espressività di materiali costruttivi. Accostamenti sapienti ne esaltano la tessitura e creano dei contrasti intensi, spalancando un mondo di percezioni ricche e sensuali, che invitano ad esperienze più immersive, a una scoperta progressiva che culmina in sensazioni tattili e olfattive. La luce tagliente del Nord, ritratta nei dipinti di Jan Vermeer, enfatizza le ombre e scolpisce i volumi, le trame superficiali delle materie grezze, gioca con i chiaroscuri; incarna una nozione di abitare più intimista. Queste tendenze non esauriscono certo il panorama architettonico occidentale, ma indagano quei modi di fare architettura fortemente legati ai luoghi di appartenenza. Il paper intende dimostrare, attraverso una selezione di casi studio, come il colore in architettura concorra ad esprimerne il significato e non si limiti ad adempiere a una finzione meramente decorativa. Si parlerà di Le Corbusier, Luis Barragán, Álvaro Siza Vieira, Sauerbruch e Hutton, Alejandro Aravena; Mies van der Rohe, Alvar Aalto, Sigurd Lewerentz, Peter Zumthor. Si parlerà di architetture massive. Language: Italian

Ut architectura poesis. Funzione e simbolo da Palazzo Ducale al Danteum

Città di Dio. Città degli uomini. Architetture dantesche, Utopie urbane, 2021

in "Città di Dio. Città degli uomini. Architetture dantesche, Utopie urbane" catalogo della mostra a cura di Luigi Gallo e Luca Molinari, Galleria Nazionale delle Marche novembre 2021-marzo 2022, Marsilio 2021

Teorici di architettura ne “La letteratura artistica” di Julius von Schlosser

in “Römische historische Mitteilungen”, 47, 2005, pp. 503-513 Il presente contributo sui “Teorici di architettura nella Letteratura artistica di J. von Schlosser” ha lo scopo di effettuare una lettura particolare del testo di Schlosser, attraverso gli occhi dello studioso di storia dell’architettura alla ricerca di informazioni sugli scritti teorico-tecnici in questo campo. Compito di questo breve saggio è quindi il rilevare quali trattati di architettura Schlosser citi, ma anche, ove possibile, che opinione abbia dei loro autori. L'articolo elenca perciò tutti i passi della Letteratura artistica in cui si parla delle fonti in campo architettonico dal Medioevo al Settecento. Sebbene Schlosser nella sua attività storico-critica non si diffonda su tale disciplina, nè compia particolari studi sugli architetti, la lettura analitica del suo manuale per le fonti della storia dell'arte consente di evidenziarne la sensibilità verso i testi e gli autori più significativi nella storia dell'architettura. Questa sintesi può risultare un comodo ausilio per gli specialisti, per rintracciare immediatamente se ci siano nel testo di Schlosser notizie sulle edizioni di talune opere teoriche di architettura e volgersi quindi alla lettura del passo che le riguarda.