Le poetrie e la bucolica medievale latina (original) (raw)
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Le poetriae del medioevo latino
Filologie medievali e moderne
This book offers a reflection upon Medieval Latin artes poetriae and aims to spur the scientific debate on them by means of eleven papers written by internationally-kwown scholars. The essays investigate, according to different perspectives and in different ways, various aspects of the artes: their relations with other texts (Latin and vulgar), their fortune, their sources, the cultural contexts in which they were read and commented, and single authors’ reflections upon specific questions.
Civiltà e letteratura latina medievale
Nel corso, l"attenzione verrà dedicata, in differente misura, ai secoli che vanno dalla "rinascita carolingia" (IX secolo) sino al XIII secolo, vale a dire dal momento in cui la dinastia carolingia, il cui principale esponente è Carlo Magno, cerca di ristabilire una unità territoriale e politica in Europa, cui si accompagna una "rinascita" religiosa e culturale che segnerà i secoli successivi sino al momento del primo apparire, in alcune aree della cultura italiana, dell"altra "rinascita" quella umanistica (col fenomeno del c.d. preumanesimo), da cui poi prenderanno avvio le caratteristiche che improntano la cultura dell"Europa moderna.
Scritture e libri del medioevo
N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento.
Note sulla poesia bucolica di Egidio
in Egidio da Viterbo Cardinale Agostiniano tra Roma e l'Europa del Rinascimento. Atti del Convegno, Viterbo-Roma 22-28 settembre 2012, 2013
Analisi delle tre egloghe di Egidio da Viterbo in relazione al contesto della poesia bucolica classica e umanistica, con una proposta di datazione interna dei componimenti.
Lingue “petrarchesche” nel Novecento poetico italiano
Lingue “petrarchesche” nel Novecento poetico italiano, in Un’altra storia. Petrarca nel Novecento italiano. Atti del convegno di Roma, 4-6 ottobre 2001, a cura di Andrea Cortellessa, Roma, Bulzoni, 2004, pp. 89-99
In prima battuta mi pare necessario operare una delimitazione che restringa il largo campo referenziale del titolo di questo intervento: lingue "petrarchesche". Non sembra innanzitutto utile realizzare una mappa lessicologica delle presenze petrarchesche, perché è perfettamente evidente come la lingua -in particolare il lessico -di Petrarca è a tal punto insita nella tradizione del linguaggio poetico italiano, con un ruolo fondante, che è impossibile districarsi tra l'originale e i suoi emulatori; tra Petrarca stesso, i petrarchisti, Tasso, Foscolo, Leopardi: tenendo soprattutto conto di quanto il primo Novecento, e non solo quello, abbia subito un acuto e perdurante influsso leopardiano. Sarebbe poi perfettamente inutile, almeno dal mio punta di vista di storico della lingua, usare la definizione «lingua "petrarchesca"» a livello di metafora: metafora che denoti un uso aristocraticamente selettivo del lessico secondo quanto stabilito da Contini nel celebre saggio pubblicato nel 1951 su «Paragone», Preliminari sulla lingua del Petrarca. Sarebbe inutile perché tale griglia interpretativa presume non un rapporto diretto con l'ipotesto petrarchesco, bensì un generico impiego dei Fragmenta come emblema di una lingua dal vocabolario ristretto ed esclusivo. L'impiego di un figurante così ambiguo può essere forse utile come exemplum critico 1 , ma non dà indicazioni probanti sul piano storico-linguistico. Ne era ben consapevole Dante Isella quando scriveva, a proposito di Sereni:
Antico e moderno nel Medioevo carducciano. Studio metrico-stilistico di "Poeti di parte bianca"
I componimenti dei Levia Gravia saranno sempre citati secondo la lezione di Carducci (ed. Giuliattini); quelli delle altre raccolte secondo il testo di Carducci (ed. Saccenti). 1. Il titolo fu aggiunto nelle Poesie del 1871 (dove la lirica fu dislocata nel III libro); nell'edizione definitiva dei Levia Gravia (1891), PPB si trova nel II libro, col numero d'ordine XIV. Per tutto questo v. Carducci (ed. Giuliattini), 23 e 27-28. 2. Ibid., 87. «Stilistica e metrica italiana» (2011) -vv. 1-26: Sennuccio, rivolgendosi al Malaspina, si lagna della durezza dell'esilio, ricorda nostalgicamente la perduta Firenze e piange la morte di Arrigo VII; -vv. 27-71: descrizione della rocca di Mulazzo, oppressa dal grigiore dell'autunno, e presentazione del Malaspina e della sua corte, con le donne, le donzel-STUDIO METRICO-STILISTICO DI «POETI DI PARTE BIANCA» 167