PRESENTAZIONE "LA VALLE DELLA CAFFARELLA NEI SECOLI" Lunedì 14 maggio 2018 ore 18.00 (original) (raw)
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A Roma il Parco della Caffarella costituisce un esempio di valorizzazione di un'ampia fascia di verde all'interno della città. Qui le testimonianze del passato, insieme agli elementi della natura, rivestono un ruolo di rilievo.
LA PIEVE DI TASSULLO ATTRAVERSO I SECOLI Saggi di CASTEL VALER
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Costruita nell’ormai lontano XVI secolo, la parrocchiale di Tassullo a fronte di una popolazione salita a ottocento anime si era lentamente ingrandita e all’inizio del Seicento poteva vantare un numero sufficiente e prezioso di arredi e ornamenti sacri. I sei altari (poi nove nel 16724) rispondevano ai generosi lasciti in messe legatorie di numerose famiglie benestanti e alle devozioni particolarmente solenni sostenute dalle confraternite del Rosario e del Santissimo. Nella diocesi di Trento, anche se priva di documentazione diretta – e per questo difficile persino da immaginare – ogni ritualità solenne in tutte le chiese era allora accompagnata dal canto5
2024_Il "Circolo delle Fibule" di Sirolo-Numana
Monographien des Römisch-Germanischen Zentralmuseums 163, 2022
La conoscenza delle Marche di epoca preromana è affidata in gran parte allo studio delle testimonianze provenienti dalle necropoli dei diversi siti della regione, abitati un tempo da popolazioni che per convenzione sono indicate col nome di Piceni. Grazie a ricerche sempre più approfondite, il patrimonio archeologico piceno sta rivelando in anni recenti una notevole varietà, indice dello sviluppo di molti centri durante l’età del Ferro e di proficui contatti culturali con altre regioni all’interno e all’esterno dei confini dell’Italia preromana. Tra i principali centri piceni si segnala in particolar modo l’antica Numana, situata sulla costa adriatica alle pendici del Monte Conero, nell’odierna provincia di Ancona. Le ricchissime necropoli locali comprendono circa 2000 sepolture e testimoniano la crescita dell’insediamento costiero attraverso molteplici fasi, dal IX secolo a.C. fino alla romanizzazione, al centro di legami a lungo raggio che inclusero il Piceno in una rete via via sempre più fitta, estesa tra la Grecia, l’area balcanica, la penisola italica e l’area mitteleuropea. Nel novero dei più importanti ritrovamenti locali, il »Circolo delle Fibule« si segnala in particolar modo per la composizione dei corredi funerari delle sue nove tombe, rese celebri a causa del numero esorbitante di fibule deposte al loro interno – oltre 1200 esemplari, di tipologie e materiali differenti. Scoperto nel 1970 e mai pubblicato integralmente, questo contesto chiave dell’archeologia picena è qui presentato all’interno di uno studio specifico, che illustra la varietà dei materiali in esso rinvenuti e la complessità del costume funerario locale. Attraverso l’esame dei corredi funerari si coglie un’eco dei processi di strutturazione sociale in atto a Numana tra la fine del VII secolo a. C. e il principio del V secolo a. C., in bilico tra un forte conservatorismo e le prime aperture a quei contatti internazionali che, nel corso del V secolo a. C., avrebbero fatto di questo sito uno dei principali scali adriatici. Knowledge of the Marche region in pre-Roman times is largely entrusted to the study of the evidence from the necropolises of the various sites in the region, once inhabited by populations that are conventionally referred to as Picene. Thanks to increasingly in-depth research, the Picenian archaeological heritage is revealing a remarkable variety in recent years, indicative of the development of many centres during the Iron Age and of fruitful cultural contacts with other regions within and outside the borders of pre-Roman Italy. Among the main Picene centres, special mention should be made of ancient Numana, located on the Adriatic coast on the slopes of Monte Conero, in today's province of Ancona. The extremely rich local necropolises include around 2000 burials and bear witness to the growth of the coastal settlement through multiple phases, from the 9th century B.C. to Romanisation, at the centre of long-range links that included the Picenum in an increasingly dense network extending between Greece, the Balkan area, the Italic peninsula and the Central European area. Among the most important local finds, the "Circolo delle Fibule" is particularly notable for the composition of the funerary objects found in its nine tombs, made famous by the exorbitant number of fibulae deposited in them - more than 1,200 specimens of different types and materials. Discovered in 1970 and never fully published, this key context of Picenian archaeology is presented here as part of a specific study that illustrates the variety of materials found in it and the complexity of local funerary customs. Through the examination of the grave goods, an echo of the processes of social structuring taking place in Numana between the end of the 7th century B.C. and the beginning of the 5th century B.C. can be grasped, poised between a strong conservatism and the first openings to those international contacts that, during the 5th century B.C., would make this site one of the main Adriatic ports.
Edizione a stampa VERCELLAE STORIA ARCHEOLOGIA
Vercelli 2020 Questa pubblicazione non è destinata alla vendita e viene distribuita esclusivamente per gli scambi bibliografici. Una versione elettronica in pdf con più ampio corredo grafico è reperibile qui
IL PORTALE NORMANNO DELLA CATTEDRALE DI CEFALÙ
Tanti studiosi si sono occupati in passato della Cattedrale di Cefalù, dei problemi legati alla nascita e alle circostanze che hanno portato al concludersi della costruzione. In tutti i loro scritti, si riscontra una carenza d'informazione causata dalla scarsa documentazione d'archivio, indispensabile per illuminare gli aspetti costruttivi, sia estetici, nonché le modifiche apportate alla fabbrica lungo i secoli. Conseguenza ne è che gli unici studi meritevoli si basano sulle osservazioni dirette realizzate da coloro che hanno «letto» nella Cattedrale i segni lasciati dai costruttori. Davanti ad una così scarsa documentazione storiografica, avendo verificato che le rappresentazioni, le incisioni e i disegni prodotti da chi ci ha preceduto risultano abbastanza discordi rispetto alla realtà, in quanto palesi interpretazioni fantastiche delle sembianze che il portale e la facciata avevano ai tempi di Ruggero, ci siamo proposti di segnalare alcune riflessioni maturate durante i lavori di restauro eseguiti sulla Porta Regum. Il portale presenta un ricco archivolto a tutto sesto rialzato costituito da cinque ghiere, coronato da un timpano ornato da una cornice perimetrale con foglie d'acanto. Gli elementi sommitali posano su una trabeazione composta da capitelli e protomi sporgenti, sorretti da anonimi piedritti che, con il loro andamento gradinato, accompagnano l'andamento sfalsato delle ghiere concentriche dell'archivolto. Prima dell'intervento di restauro i marmi di cui è composto il portale si presenfigano in un avanzato stato di decoesione dovuto soprattutto ad antichi procedimenti di protezione e manutenzione e in larga parte, all'azione del forte aerosol marino che, provenendo da Nord-Ovest, investe il fronte della Cattedrale. Con il passare dei secoli, la patina «protettiva» che ricopriva quasi tutta la superficie dei masselli marmorei, in origine probabilmente traslucida, aveva subito un processo di alterazione cromatica che la faceva apparire di un colore bruno opaco (cfr. ). Con questo contributo vogliamo elencare una serie di fatti, rilevati proprio grazie al contatto diretto con le superfici marmoree scolpite e all'avvenuta pulitura della FIG. 1: Cefalù, Cattedrale, portale prima degli interventi di restauro.
per l'opera Panca Fiore Galleria Umberto Di Marino per le opere di Eugenio Tibaldi Giardino arbustivo 1,2,3 e per le opere di Luca Francesconi Disegno Popolare 1 e 4 e Senza titolo Galleria Artiaco per l'opera di Maria Teresa Alvez Unrejected Wild Flora Mimmo Jodice per l'opera Eden Alice Padovani per le opere Apparato radicale #1, Solid Inclusioni organiche in cubi di gesso e Cocoons Sasha Vinci per le opere In Natura e Il gioco della deriva Si ringraziano, inoltre: Grandi Giardini Italiani-ERHG Rete Europea del Giardini Storici Tutto lo staff del Museo e di Opera Laboratori che ha collaborato al progetto ALES S.p.A. Eurogiardinaggio Nicola Maisto srl Gruppo S.i.a.s.s. srl Associazione nazionale Carabinieri-Nucleo Reggia Ganosis Consorzio Tutti gli operai, i restauratori e gli artigiani che a vario titolo hanno collaborato I privati prestatori che hanno preferito restare anonimi Vittorio Livi, per l'immagine di Villa Miralfiore I colleghi e gli amici che hanno, in modi diversi, collaborato: