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TESTO TESI DI LAUREA TRIENNALE - PDF

Rewilding: una nuova prospettiva per un futuro sostenibile, 2024

Il rewilding è il processo di ripristino degli ecosistemi degradati, applicabile in due modi: tramite la diminuzione della pressione antropica nella zona interessata e l’allontanamento dell’uomo da essa, in modo che possa autonomamente ripristinare i propri equilibri ecosistemici (rewilding passivo) oppure, se la suddetta zona non è in grado da sola di riassestarsi, tramite interventi diretti dell’uomo allo scopo di incentivare il percorso di recupero (rewilding attivo), in particolare tramite reintroduzioni di specie chiave, rimozione di infrastrutture e rifornimento di materiale organico. La tesi comincerà discutendo del concetto stesso di “rewilding” e di come questo si sia evoluto nel tempo, con previa introduzione agli ecosistemi e al loro funzionamento generale. La porzione più consistente della tesi affronterà tutta la parte teorica del rewilding: i suoi meccanismi generali; i processi ecologici (o “drivers”) sui quali si concentra; tutte le differenze tra rewilding attivo e rewilding passivo; l’approccio ottimale per organizzare e svolgere un progetto di rewilding, parlando anche del controllo BACI (“Before After Control Impact”); il metodo per valutare l’efficienza di un progetto di rewilding. Le basi teoriche saranno successivamente contestualizzate attraverso l’analisi e la discussione di quattro progetti di rewilding effettuati negli ultimi anni (in Germania, in Svizzera, in Brasile e al confine tra Ucraina e Bielorussia): per ciascuno di essi verrà discusso cosa è stato fatto, le difficoltà riportate, il livello di efficienza del progetto, i benefici apportati da esso, i modi in cui sono stati coinvolti i civili e come questi ultimi ne hanno giovato. Il rewilding come opzione ha finora portato molti benefici agli ecosistemi interessati e ai civili (rinnovo di risorse, mitigazione del cambiamento, aree verdi praticabili, etc.) ma è stato anche criticato per molti motivi, tra cui il potenziale rischio di disastri naturali e l’allontanamento dell’uomo dai paesaggi interessati. L’Aichi Target 15, non raggiunto, stabiliva che almeno il 15% delle aree verdi degradate in ogni Paese fosse ripristinato entro il 2020: ciò ci spinge a riconsiderare l’importanza del rewilding, che oggigiorno è più mirato grazie alla disposizione di dati sulle aree del pianeta maggiormente rilevanti a livello di biodiversità e, di conseguenza, prioritarie da ripristinare e/o conservare.

PDF TESI DI LAUREA TRIENNALE LA CHIESA DI S. PASSERA

La chiesa di S. Passera a Roma: da monumento funebre romano all’oratorio cristiano, 2019

This study aims to analyze the monumental complex of S. Passera located in the Portuense district, more precisely in via della Magliana. We will start from an analysis of the historical and topographical context; from the origins, passing for the imperial age and we will finally arrive at the medieval age in order to understand the more crucial issues that concerned the transformation from a imperial sepulcher to Christian oratory.

TESI DI LAUREA JACOPO MARIA SABATINI

“Proof On Chain” Blockchain per la catena di custodia delle prove digitali, 2023

La presente tesi si struttura in tre capitoli, i primi due sono funzionali a introdurre nel capitolo conclusivo, il progetto denominato “Proof on Chain”, fulcro della trattazione. Nel capitolo iniziale vengono delineate le fonti giuridiche del processo penale, sia in ambito comunitario che all’interno dell’ordinamento italiano, con particolare attenzione al trattamento e ai criteri di valutazione dell’elemento probatorio, considerato il fulcro investigativo e processuale per il raggiungimento della giustizia processuale. Vengono inoltre introdotti gli strumenti che l’Unione Europea ha introdotto con l’obiettivo di migliorare la collaborazione e il coordinamento fra le magistrature e le forze di polizia dei paesi membri, strumenti di particolare utilità per il perseguimento dei reati transfrontalieri, quali sono, in molti casi, i reati informatici. Quest’ultimi vengono introdotti nel secondo capitolo, che ruota principalmente attorno alla prova digitale, una tipo di prova che in epoca contemporanea sta divenendo una componente fondamentale per il perseguimento di un’ampia gamma di reati. Del resto questa tipologia di prova comprende al suo interno tutti quei dati che vengono estratti dai reperti informatici, permettendo agli investigatori di acquisire un’enorme quantità di informazioni, che in molti casi posso risultare decisive per la risoluzione di un caso. Di contro, per loro natura, la fragilità e la mutabilità dei dati si scontra con le garanzie e le tutele che l’ordinamento prescrive per l’ammissibilità delle prove in giudizio, rappresentando così, una sfida per gli investigatori e per gli informatici forensi nel garantire un corretto trattamento delle prove digitali. Come per le prove fisiche, la catena di custodia rappresenta il documento fondamentale su cui fondare l’affidabilità delle prove digitali e del loro trattamento ed è per questa ragione che la predisposizione di un documento di custodia sicuro e affidabile può risultare di fondamentale importanza per tenere traccia della vita di una prova digitale, dalla sua individuazione sino alla presentazione dinnanzi al giudice del dibattimento. È proprio su questa certezza che si sviluppa il progetto “Proof on Chain”, che viene presentato nel terzo e ultimo capitolo dell’elaborato, proprio con lo scopo di proporre un’alternativa più affidabile e moderna rispetto alla dimensione cartacea che, ad oggi, viene utilizzata per il documento contenente la catena di custodia delle prove. L’applicativo viene presentato, almeno in questa fase, per le prove digitali, ma l’infrastruttura informatica su cui è fondato, è certamente modellabile anche per le prove fisiche. Un modello informatico di questo tipo, potrebbe inoltre fungere anche da struttura base per lo sviluppo di applicativi con scopi istituzionali differenti da quest’ultimo. La caratteristica maggiormente innovativa e di particolare interesse della proposta, risiede sicuramente nell’utilizzo della tecnologia blockchain, sia come rete per la trasmissione di informazioni, che come registro “garante” per il mantenimento delle informazioni inerenti alla catena di custodia delle prove digitali. Questa tecnologia, del resto, garantisce l’immutabilità dei dati che vengono registrati e la trasparenza nella gestione e nel trasferimento di quest’ultimi, garantendo al contempo un alto grado di protezione verso la riservatezza del contenuto dei dati e verso attacchi informatici alla rete e al registro. Le caratteristiche appena elencate la rendono indubbiamente una tecnologia particolarmente resistente e affidabile, caratteristiche fondamentali per una rete con finalità istituzionali come quella presentata. Il sistema giudiziario italiano, per quanto incentivato da varie riforme fatica ad avvicinarsi alla digitalizzazione, già ampiamente avvenuta in altri ambiti istituzionali, non sfruttando le tecnologie che oggi potrebbero permettere di migliorare l’efficacia e l’efficienza di un sistema giudiziario che più volte è stato sanzionato dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo per l’eccessiva durata dei processi. Progetti e tecnologie come quelle presenti nel progetto “Proof on Chain”, potrebbero fungere da stimolo verso l’ammodernamento del sistema giudiziario italiano, permettendo il miglioramento non solo dell’efficienza dell’intero sistema, ma anche garantendo maggiore trasparenza e predisponendo strumenti efficaci per l’accesso alla giustizia e il perseguimento di quest’ultima. A confermare l’importanza di questi strumenti è la stessa Unione Europea, che attraverso il regolamento 1726/2018 ha predisposto il sistema e-Codex e che con il regolamento 850/2022 del Parlamento Europeo e del Consiglio ha incentivato espressamente i paesi membri a sviluppare strumenti digitali e infrastrutture informatiche utili al miglioramento della giustizia interna e transfrontaliera.

TESI Triennale Scardovi Luca

Elemento finito misto ibrido nelle deformazioni per travi omogenee piane con ipotesi HSDT, 2017

Scopo della tesi è l’analisi, mediante modelli agli elementi finiti, della deformazione a taglio della sezione retta di una trave soggetta ad azioni di diversa tipologia. Più nel dettaglio, nell’ottica di una teoria strutturale di trave, si procede al confronto tra diverse metodologie di descrizione della cinematica della sezione retta quali la conservazione delle sezioni piane, anche denominata F.S.D.T. (First order Shear Deformation Theory), e la più ricca ma meno diffusa H.S.D.T. (Higher order Shear Deformation Theory). Al fine di escludere dai modelli di calcolo il fenomeno dello shear locking, che potrebbe compromettere l’accuratezza dei risultati, si sono sviluppati modelli agli elementi finiti di tipo misto ibrido nelle deformazioni per travi piane a due nodi.

lazzarini-tonghini cer mam.pdf

This contribution presents a group of ceramics that were found in the area of the Venetian lagoon. These fragments are characterised by a decoration painted in blue and a siliceous body, a ware produced in both Syria and Egypt in the XIV and XV centuries. Specific archaeometric studies were carried out on these finds in order to identify their compositional and manufacturing characteristics, and to contribute new data for a more specific identification of their provenance.