Dallapiccola allo specchio dei suoi scritti (original) (raw)

Dell'etica scritturale

Cosmo e Testo-scrivere col kykeon, 2019

Capitolo tratto dal libro "Cosmo e Testo-scrivere col kykeon.", in cui, partendo dal concetto dell'indiarsi bruniano, espresso nei De heroici furori, si declina il percorso scritturale epoptico/diadico di cui trattato nel testo. Dell'indiarsi, o dell'etica scritturale Iscrivere il proprio esserci nelle rette tangenti il punto di convergenza dell'illimitato, significa portare la propria condizione di ente che vive consciamente il momentaneo limite, al massimo grado di lavorio, ricerca e cammino, sino alla magnificazione. Fluendo lungo il mutarsi di quanto si prova, di quanto ci si prova ad essere, l'attrazione per ciò che con il suo splendore, il suo non-mutare, la sua incommensurabilità, infiamma e richiama, svolge internamente le antiche ali spezzate dal frangersi e cozzare del seguito del dio lungo la volta del mondo (Platone), dona il senso indefinito del ricordo di un luogo, di una dimora, di una condizione, di un esistere diverso da quello disciolto nel flutto quotidiano, nel golfo stagnante dell'impoetico, lontano dal respiro delle onde e delle tempeste. Questo senso di trasporto, radicato nel nostro agire, spinge alla costruzione di un tempio interiore ove ricreare quel luogo, quella condizione. Per poter accedere al Santo dei Santi, è necessario lavorare entro se stessi per mondare il cammino, per non offendere il sacro là presente, per non costruire una parodia di un atto di verità. L'avanzare di tale opera ha il duplice significato di celebrazione di questo atto di consacrazione, di costruzione di un fanum interiore, di un ipogeo, e, soprattutto, di sviluppo del nostro logos, il quale, sempre unito da saldi legami con l'Essere, riceve faticosamente la nostra individuale connotazione. Quest'opera è il mostrarsi della poesia, del rapporto ente-verità, il contenuto del quale è il progressivo, graduale inserirsi di un individuo nella vastità, nell'espandere i propri confini avendo cuore ed intelletto iscritti, finalmente, nel punto di congiunzione cristallino delle possibilità multiforme dell'essere. Scavare la grotta dalle labbra sigillate, e lì, incontrato il guardiano, lottare con l'ibrida forma taurina, e, protraendo nel buio il periplo del sole, affondare la lama per spargere primavera. Udire la musica delle sfere stellari: il suono degli abissi cosmici schianta il nostro piccolo guscio di noce, non provando più l'alterità delle stelle.