MISSILI NUCLEARI: LA PICCOLA «GUERRA FREDDA» DELLA PUGLIA CONTRO L'UNIONE SOVIETICA (original) (raw)
2005, Corriere del Mezzogiorno
Tolto il segreto sui documenti americani relativi all'installazione, nei primi anni '60, di testate nucleari nella base militare di Gioia del Colle (Bari). Palazzo Chigi, 44 anni fa, scelse di mantenere un terribile segreto: sui cinquanta megatoni ospitati nel Tacco d'Italia. La prova? « It clearly makes no sense to continue to classify the existence of the Jupiters and their locations, but the Italian Government seem to want it that way for political reasons ». Lo scrisse il 18 settembre 1961 Alan G. James, funzionario dell'Ufficio per gli Affari europei del Dipartimento di Stato Usa, in un rapporto finora inedito. Traduzione: « Non ha evidentemente senso continuare a mantenere segreta l'esistenza degli Jupiter e il loro dislocamento, ma il governo italiano sembra volere questo per motivi politici». Cinquanta megatoni sono, nelle scala della guerra nucleare, equivalenti a 50 milioni di tonnellate di tritolo; e alla potenza di 3.500 bombe atomiche uguali a quella che nel 1945 distrusse Hiroshima, in Giappone, uccidendo 127.000 persone. Quei megatoni, all'inizio degli anni ' 60, costituivano la potenza di trenta missili statunitensi Jupiter dislocati in Puglia. Pronti ad essere lanciati verso l'Urss e i Paesi del blocco sovietico. Da dieci siti, nel raggio di 45 chilometri dall'aeroporto militare di Gioia del Colle. Quel rapporto, custodito dagli archivi statunitensi del NSA (National Security Archive) e ora desegretato, racconta la storia dei missili. Missiles. The small "cold war" of Puglia against the USSR