Note sulla temporalità e imprescrittibilità dei crimini contro l'umanità. A proposito della denuncia argentina per i crimini del franchismo. Diego Luna (original) (raw)

Note sul problema della temporalità in Ernesto De Martino

Scenari, 2022

The article presents an examination of theoretical proposals on the theme of temporality put forward by the anthropologist Ernesto De Martino. In a progression from the individual to the collective to the historical level, in which mediations still remain problematic, De Martino elaborates an active and plastic conception of temporalisation. Time, understood as an a priori form of sensibility, can be shattered and thus interrupted. Reality itself is subject to changes that make it appear less like a natural term than a cultural term. For its part, the ritual institution fixes the shattered form and allows man to make time pass beyond the traumatic event that interrupted it. My aim is to show the fruitfulness of De Martino’s conceptual hybridisation, in a close comparison between ethnographic material and some classical sites of philosophy, such as Kant’s transcendental and phenomenology.

Genesi ed eterogenesi "moderne" della misura della pena. DiscCrimen

DisCrimen 4 giugno 2020, pp. 1-26, poi in Criminalia 2019, 2020

Sommario: 1. Le tesi di fondo. Oltre Marx e Foucault, oltre Rusche e Kirchheimer: Evgenij Pašukanis. 2. Due modelli di pena “detentiva”, tra inclusione ed esclusione. 3. Una riflessione post-hegeliana, e post-ottocentesca: la misura e l’unità di misura della pena, tra danno e offesa. 4. La riparazione di offesa e danno quale base razionale del computo della pena come “equivalente” del reato. 5. Il valore pubblicistico della riparazione e il significato della “parte sempre del Principe”. 6. Misura e unità di misura. Conclusioni ex art. 3, co. 1 e 2, Cost.

Il commento umanistico a Lucano nel codice Vat. Lat. 3284, "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di lettere e filosofia" 10/1, 2018, pp. 125-166

The manuscript Vat. Lat. 3284 contains both the text of Lucan’s Bellum Civile and a huge stratification of exegetic materials, added by several different hands in a long time interval. The most recent hand, in particular, supplies a true full-scale commentary to Lucan’s text, and has been ascribed by Mariagrazia Antonetti to an unknown humanist close to the members of the Accademia Romana. A closer look to the commentary, however, refutes this reconstruction and reveals instead a massive use of the recollectae to Lucan written by Benvenuto da Imola, even if the anonymous humanist reveals on many controversial points a significant independence from this source. Internal and external clues bring to locate the drawing up of the humanistic commentary contained in the Vat. Lat. 3284 in Ferrara, in the first decades of the fifteenth century.

GIUDICARE E PUNIRE I CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ: QUALE MISURA PER L’INCOMMENSURABILE?

Legislazione Penale , 2024

Il diritto e la giustizia penale internazionale impongono di confrontarsi con crimini smisurati, quali i crimini di genocidio, di guerra e contro l’umanità. I crimini internazionali si connotano rispetto ai comuni delitti in quanto particolarmente gravi e massivi. Queste due caratteristiche rappresentano, nella riflessione sulla sanzione, l’origine di una frattura intrinseca tra la dismisura per definizione dei crimini internazionali e il diritto penale liberale, i cui principi sono, per converso, basati sulla misura: dinanzi ai crimini contro l’umanità, la pena, – tradizionalmente misura e umanità – entra inevitabilmente in tensione con la dismisura e l’inumanità del crimine. Di qui il nostro quesito:come affrontare l’incommensurabile? Come articolare la reazione dinanzi a crimini atroci senza tradire i principi del diritto?

Sulla temporalità gramsciana

Un incontro mancato: Walter Benjamin e Antonio Gramsci, Quodlibet, Macerata, 2023

È stato più volte sottolineato come uno degli aspetti più interessanti del materialismo di Gramsci sia il suo rapporto con lo spazio. Lo stesso si è detto riguardo alla specificità della nozione di tempo nel suo pensiero, cioè al suo storicismo. In una prospettiva diversa, ma non in contrasto con queste letture, questo articolo discute l'importanza dei concetti scanditi dallo spazio e dal tempo nei "Quaderni". L'analisi dei concetti di “rivoluzione passiva” e di “giacobinismo” in particolare supporta un'interpretazione non lineare del “tempo” nei testi di Gramsci, che è caratterizzato da una duplice struttura temporale che segue il rapporto tra permanente e occasionale, egemonia politica e pluralità sociale, soggetto storico e gruppi subalterni. Questa duplice struttura del tempo Gramsciano – basata sulla consustanzialità di queste temporalità piuttosto che sulla loro consecutività – viene infine posta in un confronto unico con l’influente distinzione di Walter Benjamin tra tempo omogeneo e vuoto e tempo messianico.