« L’amicizia secondo Jean de Vignay, ovvero l’arte di tradurre – malino – Cicerone nel 1330 », in Fay ce que vouldras. Mélanges en l'honneur d'Alessandro Vitale-Brovarone, éd. M. Del Savio, P. A. Martina, G. Pastore, M. Rivoira, Paris, Garnier, 2018, p. 95-118 (original) (raw)
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The essay explores three main subjects which have in common the study of the collections of epistolary writings. The first part of the essay contains a reviews of Clara Maffei’s published correspondences. The second part of the essay studies the use of the letters in Maffei’s biography. The third and longest part of essay identifies and analyses unpublished letters written by Clara Maffei. These letters are preserved at A. Mai Library in Bergamo, at the National Library in Florence, at the Parish Archives of Clusone, at the Municipal Library of Riva del Garda, at the Mosconi’s private archive of Sandrà. Clara Maffei’s biographies ignore a great number of these letters, written to Andrea Maffei, Emilia Peruzzi, Giacomo Mosconi, Giovanni Visconti Venosta.
In margine all'edizione romana della Farsaglia in ottava rima Il romanzo cesariano dalla Francia del XIII secolo era passato rapidamente in Italia. Nota è la diffusione dall'Île-de-France del testo archetipico dei Faits des Romains, replicato più o meno fedelmente con il titolo di Fatti dei Romani o Fatti di Cesare nelle versioni volgari italiane. Permeabile all'accoglienza di materiali diversi e all'estensione della trama testuale attraverso modulazioni e aggiornamenti, il genere del romanzo storico di argomento romano corrisponde agli interessi di una platea che sappiamo estesa sia ai ceti aristocratici, in grado a volte di leggere o farsi leggere testi in francese, sia alla cultura dei ceti professionali e mercantili.
Mentre la critica è rimasta a lungo reticente sull’influsso effettivo del Commentarius di Servio, grammatico della fine del secolo IV, come si deduce dall’assenza di una voce relativa nell’Enciclopedia Dantesca (Introduzione p. 31), il presente volume cerca di ridargli pieno significato, sulla scia delle notevoli rilevazioni già effettuate da A. Ronconi e G. Brugnoli. Uno degli obiettivi principali de questa nuova inchiesta consiste infatti nel mettere in evidenza in Dante una fase di rilettura dell’Eneide sotto l’egida di Servio, la cui esegesi di matrice storico-grammaticale finisce per soppiantare quelle di Fulgenzio (autore, nel secolo VI, dell’Expositio Virgilianae continentiae secundum philosophos moralis) e di Bernardo Silvestre (autore, fra 1125 e 1230, di un Commentum super sex libros Aeneidos Virgilii), ambedue di matrice allegorico-morale. “Questa rilettura […] sembra restituire a Dante un Virgilio nuovo, che non può più essere il ‘Virgile moralisé’ della tradizione medievale, ma che non è ancora il Virgilio letto con la lente della filologia, così come sarà per Petrarca – conoscitore anch’egli dell’esegesi serviana” (p. 213). Questa conclusione intermedia rimanda alla domanda stimolante dell’Introduzione, posta in seguito alla presentazione del contesto culturale che aveva visto nascere Bernardo Silvestre: “È lecito allora considerare Dante quale possibile tramite tra l’umanesimo francese del secolo XI e l’Umanesimo maturo fiorito nella nostra penisola nel XIV secolo?” (p. 25).
Giuseppe Galasso storico e maestro, a cura di E. Di Rienzo, Roma, Biblioteca della Nuova Rivista Storica, Società Editrice Dante Alighieri, 2019
A political Biography of Benedetto Croce, during the years, 1943-1944