Dai beni comuni al comune. Diritto, Stato e storia (con Marco Fioravanti e Luca Nivarra) (original) (raw)
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Riflessioni sui beni comuni fra pubblico e Costituzione
I beni comuni hanno il fascino potente del nuovo, della corsa verso l’oltre, ma cosa sono? Il saggio, cogliendo la sfida del “comune”, ne ricerca una definizione, individuandone il fil rouge nella funzione (la salvaguardia e la fruizione comune del bene), per poi rilevare le ambiguità e le domande sollevate dal “di chi sono” e dal “come funzionano” i beni comuni, ovvero dalla loro titolarità diffusa e gestione partecipata. Si approda così all’immaginario che i beni comuni veicolano, al loro potenziale trasformativo e dirompente nei confronti della proprietà, della sovranità e del pubblico. I beni comuni scardinano il paradigma proprietario e la logica del profitto, sfidano la sovranità e lo Stato, ma perché “oltre il pubblico”? Una domanda scomoda, ma ineludibile, se si muove dal “pubblico” del costituzionalismo. È una questione che si lega al rapporto fra beni comuni e Costituzione: un’amicizia che traspare accostando la prospettiva dei beni comuni a principi e norme costituzionali. Il saggio si chiude, infine, con una suggestione sul paesaggio come bene comune tutelato dalla Costituzione e una riflessione sulla tensione rivoluzionaria dei beni comuni, visti non come mantra magico per evocare il mondo nuovo, ma come un oltre che, nel proiettarsi verso un futuro altro da immaginare e da costruire, poggia sulle spalle delle lotte del Novecento. The commons have the charm of the new, but what are they? The essay, accepting the challenge of the “common”, looks for a definition, identifying the common thread in the function (the preservation and enjoyment of the common good), and then detects the ambiguities and questions raised by “whose they are” and “how they work” by their widespread ownership and participatory management. This leads to the transformative potential and disruptive nature of the commons against property, sovereignty and the public. The commons unhinge the paradigm of property and the logic of profit. They challenge sovereignty and the State, but because they also appear to be “beyond the public”? An awkward question, but unavoidable if it is raised by the “public” of constitutionalism. It's a question linked to the relationship between the Constitution and the commons: a kinship that is revealed through the association between the perspective of the commons and constitutional rules and principles, viewing the commons as a constitutional expression. The essay closes with a suggestion for the landscape of common and constitutional good, and a reflection on the revolutionary tension of the commons, seen not as a magical mantra to summon the new world, but rather as a projection for an alternative future that leans on the shoulders of the achievements of the twentieth century.
Beni comuni e domini collettivi tra storia e diritto 1 di Emanuele Conte 1. L'individualismo del diritto borghese e la fine del collettivismo -Sul tema dei beni comuni, più ancora che su altri temi con i quali si confronta la cultura giuridica, il ricorso alla storia è naturale e particolarmente praticato. Il modello del bene comune, inteso fin dall'Ottocento come alternativo alla proprietà privata, è mantenuto in vita, nei diversi ordinamenti occidentali, grazie allo spessore storico della scienza giuridica, che non si limita a interpretare il diritto vigente, ma considera come suo proprio oggetto anche il diritto del passato. Questa profondità storica della scienza giuridica si è imposta con maggior decisione a partire dall'inizio del secolo Diciannovesimo, in parte per reazione alle grandi novità introdotte negli ordinamenti europei dalle idee dell'illuminismo e dalla codificazione napoleonica.
Beni comuni e diritti collettivi (con V. Cerulli Irelli)
Sommario: 1. Premessa -2. Mappa concettuale -3. Cenni ai diritti di fruizione collettiva nell'ordinamento italiano -4. Beni comuni "cose" e diritti delle collettività -5. 5. Quale disciplina per i beni comuni "cose"? -6. Segue: processi decisionali, forme di gestione e strumenti di tutela (cenni) -7. Territorio, paesaggio e ambiente quali beni comuni -7.1. Territorio -7.2. Paesaggio e ambiente (cenni) -8.
Diritto e beni comuni: suggestioni da due libri recenti
La teorizzazione di un diritto dei beni comuni continua tutt’oggi, quotidianamente, a coinvolgere ed interrogare cittadini, militanti, politici, filosofi, politologi, giuristi. Le rivendicazioni intorno al bene casa, la riappropriazione di spazi metropolitani, le lotte per il reddito minimo universale e le istanze per un libero accesso alla conoscenza on-line costituiscono solo alcuni esempi della stretta attualità di un discorso che miri a riconsiderare il diritto di proprietà e ad elaborare una contro narrativa incentrata sui common rights.
Oggettivazione e storicità dei beni comuni
«Economia della cultura», a. XXVII, 2017, pp. 27-36
The progress of the commons as main subject in social sciences and in public debate has caused a new focus on the genealogy of proprietorship and his ideology. Framing this ideology, for a long time individual proprietorship has been represented as opposite to discourses that justified collective resource management. However, looking at the past of juridical systems, it is possible to highlight several links between individual property rights and collective rights. In particular historical analysis reveals that the main conceptual tool for producing both individual and collective ownership consists in instituting the goods as «objects». Both individual ownership and common goods are the effect of a overwhelming trend to making the «thing» an object of appropriation. With regard to commons this mechanism operates through a dual level: naturalization and quest for origins.