Recensione di HUGO BRANDENBURG, Die konstantinische Petersbasilika am Vatikan in Rom. Anmerkungen zu ihrer Chronologie, Architektur und Ausstattung, Regensburg, Schnell & Steiner 2017. In Rivista di Archeologia Cristiana, 93 (2017) (original) (raw)
Related papers
Autoren: Eggenberger, P., Ulrich-Bochsler, S., Bossert, M., Siegmund, F., Tremblay, L. (2016). Mit Beiträgen von D. Decrouez, S. Frey-Kupper, M. E. Fuchs, S. Fünfschilling, St. Nagel und B. Paz Der vorliegende, etwa 270 Seiten starke Band in Broschurbindung bildet den Auftakt einer neuen Reihe der Berner Kantonsarchäologie, die der 2015 verabschiedeten Kulturpflegestrategie des Kantons Rechnung trägt: Zu einer Ausgrabung gehört auch eine wissenschaftliche Auswertung und eine Publikation. Ein einfaches Layout und die günstige Bindung der Reihe sollen dafür bessere Möglichkeiten als bisher bieten. Von meiner Seite sei gleich am Anfang festgehalten, dass die Beiträge umfangreich bebildert sind und zwar ausschließlich in hoher Auflösung und größtenteils farbig. Die Publikation ist die vollständige Vorlage der Grabungen von 1975-1976 in und um die Stephanskirche in Miel-Bett. Sie ist eines der Gotteshäuser in der Schweiz, das auf den Grundmauern eines spätantiken Mausoleums errichtet worden ist, aus dem eine frühmittelalterliche Familiengrablege hervorging. ....
Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 2022
2018
San Pietro non ha avuto un pavimento uniforme, rinnovato nel Medioevo. Si trattava piuttosto in prevalenza di un rivestimento in lastre di marmo come quello che si può presumere per l’edificio originario e come quello che verosimilmente caratterizzava anche le navate della basilica lateranense e di San Paolo fuori le mura. Nel pavimento di San Pietro vennero inseriti in epoche diverse dischi di porfido e granito che in parte furono impiegati come punti privilegiati in occasione di incoronazioni e processioni. I brani pavimentali in opus sectile medievale di più recente inserimento erano verosimilmente circoscritti soprattutto al settore dell’altare e dell’abside, come anche a quello della cosiddetta schola cantorum nella navata e, forse, anche in parte al transetto meridionale e all’ambito dell’ingresso. Sembra dare quest’impressione Giuseppe Lucchesi nei suoi acquarelli. Resta tuttavia al contempo il sospetto che si tratti di elementi ornamentali attinti dal suo imponente repertorio, senza che necessariamente nelle Grotte ne fossero disponibili degli esemplari genuini.