Appunti per una lettura narratologica di "2666" (original) (raw)

«Infinite jest» e «2666»: una comparazione

Tesi di laurea in cui l'autore tenta una comparazione tra il mondo di David Foster Wallace e quello di Roberto Bolaño, ponendo attenzione sul disarticolamento di tempi e spazi, sui processi mentali dei personaggi e sulle loro spinte epiche-etiche. Il discorso si serve di argomentazioni antropologiche (Ernest Becker), filosofiche (Sartre, Kondratiev), e scientifiche (neuroscienze) per descrivere il rapporto tra dimensione interna ed esterna dei personaggi, e, infine, per analizzare la percezione di abisso e morte nell'americano Wallace e nel cileno Bolaño. In apertura un confronto tra le biografie dei due autori in cui viene dato rilievo al loro "antagonismo" verso la tendenza letteraria, e all'irrequietezza dei loro animi; in chiusura alcune congetture sul posto che spetterà ai due autori nella storia letteraria, con domande allo scrittore Nicola Lagioia, il cui saggio intitolato "Uno scrittore per il XXI secolo" è servito come base per sollevare alcuni quesiti.

Letteratura, vita e diritto. Note su 2666 di Bolaño

CARTOGRAFIE SOCIALI Rivista di sociologia e scienze umane , 2018

This article aims to comment on certain premises of literature and law through the experience of reading two parts of Roberto Bolaño’s 2666: «La parte de los críticos» and «La parte de los crímenes». We believe that 2666 provides a liminal experience, that is, it opens a void between rep- resentation and world, fiction and reality. This experience forces literary criticism to decenter and acquire a new duty: a criticism that accounts for fiction through a fictional way of reading and gives up being the reference to the literary text. As the literary institution and its laws are deeply desta- bilized by 2666, it follows that law as an institution is problematized as well. Literature defies law and is defied by it. In the friction appears a kind of reference that does not make a proper reference. Language – the lan- guage of law as well as the language in literature – does not describe, nor it represents anything but itself and limitless violence. In the frontier between literature and law, language and reality, life itself emerges.

Annotazioni sui fondamenti epistemologici della narratologia

2016

Si presentano alcune riflessioni sui fondamenti epistemologici della narra-tologia, mostrando come l'attività teorica sia da essi profondamente influenzata. Ter-minologie, definizioni, modelli, teorie non sono mai scelti e formulati in modo neu-trale, generano sempre delle conseguenze nell'applicazione, nello sviluppo di una di-sciplina e nella loro adattabilità al contesto. In particolare vengono delineate le diffe-renze fra due paradigmi epistemologici di base, quello oggettivista e quello costrutti-vista, argomentando in favore del secondo. A reflection on the epistemological foundation of narratology is very much needed today, since our theoretical activity is deeply influenced by its underlying assumptions. Terms, definitions, models, theories are never chosen and formulated in a neutral way, they always bring about some consequences in their application, in the development of a discipline, and in their adaptivity to the context. In particular, the differences between two basic epistemological paradigms are outlined, the objectivist and the constructivist one, bringing forth several arguments in favour of the latter.

La complessità della narrazione e della narratologia

Enthymema, 2018

Negli ultimi cinque anni vi è stata un'attenzione crescente per le teorie della complessità da parte di narratologi. La recente summa della narratologia mondiale Emerging vectors of Narratology (Hansen et al. 2017) contiene due saggi dedicati a questo tema e due volumi collettivi sono in pubblicazione. Questo articolo presenta le motivazioni di tale interesse per la complessità e traccia alcuni percorsi intorno a concezioni sistemiche della narrazione, dal Formalismo russo, ad una recente proposta di John Pier, fino a giungere alla narratologia cognitivista di seconda generazione. /// In the last five years the attention of narratologists for complexity theory has been growing. The recent most comprehensive collection of narratology, Emerging vectors of Narratology (Hansen et al. 2017), includes two essays on the topic and two other collective books are forthcoming. This article explores the motivation of such interest in complexity and puts forth some reflections on systemic conceptions of narrative, from Russian Formalism, to a recent proposal by John Pier, ending with second generation cognitive narratology.