2018 | La salute è in voi! Recensione ad A. Senta "Luigi Galleani. L'anarchico più pericoloso d'America", Roma, Nova Delphi, 2018. (original) (raw)

«Carmilla», 19 luglio 2018.

Vissuto a cavallo tra due secoli e in tre diversi continenti, Luigi Galleani è stato tra i più audaci e incisivi esponenti dell'anarchismo italiano. Una figura poliedrica, attivissima in tutta quell'epopea sovversiva compresa tra le prime lotte operaie degli anni ottanta dell'Ottocento e l'ascesa del fascismo. Inizialmente militante dell'area astensionista del Partito operaio italiano, poi anarchico, Galleani iniziò il suo impegno militante tra il giovane proletariato italiano. La sua fu un'attività frenetica che l'apparato poliziesco non tardò di notare, sottoponendolo a una pressione costante, insidiosa, con denunce, pedinamenti, arresti e processi, finché non lo costrinse a riparare prima a Parigi e poi in Svizzera. Ma anche all'estero, Galleani non rinunciò alle sue attività stabilendo nuove e più salde relazioni con esponenti anarchici tra i più noti a livello internazionale come, tra gli altri, Elisée Reclus o Max Nettalu. Espulso anche dal paese d'oltralpe, appena rimise piede in Italia, fu deportato al confino dal quale tuttavia evase senza troppi problemi dirigendosi questa volta in Egitto, già sponda sicura per numerosi internazionalisti italiani. Qui trovò un ambiente sovversivo assai vivace e contribuì alla nascita delle Biblioteche e Università Popolari Libere ad Alessandria e al Cairo. Sua convinzione era infatti che «l'educazione attraverso percorsi di autoformazione sottratti alle ingerenze statali e religiose [fosse un] elemento fondamentale per garantire ai lavoratori, e ai "paria" in genere, margini di libertà dal potere costituito».