Agricoltura urbana. La Cascina “la Grangia” a Torino (original) (raw)
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2020
Il territorio rurale di Torino, che ha rivestito un ruolo economico e politico importante fino al secolo scorso, presenta ancora oggi tracce leggibili attraverso i segni e le permanenze di una struttura rurale consolidatasi tra il Seicento e il Settecento. Questo articolo si propone di approfondire il caso della Cascina Roccafranca, situata nel quartiere di Mirafiori a Torino, analizzando il tema del riuso e del recupero funzionale di immobili e aree in abbandono, attraverso modelli innovativi di finanziamento e di governance, in grado di generare impatti positivi sul piano sociale e ambientale. La Cascina Roccafranca rappresenta un esempio significativo in quanto segue un modello gestionale innovativo, svolge un ruolo di centro di vita sociale e relazionale riconosciuto dalla cittadinanza ed è inserita in un sistema sinergico a scala locale che si occupa della riqualificazione delle periferie. Parole chiave: eredità culturale, patrimonio rurale, rifunzionalizzazione
Le cascine della piana torinese: poli dell’economia rurale in un paesaggio stratificato
Intorno al Mediterraneo Identità e tracce della storia, tra città e paesaggio, 2024
L’intorno territoriale della capitale sabauda è descritto idilliacamente dai viaggiatori del XVIII secolo, come fertile e ben coltivato, né appare immutato fino alle soglie dell’età contemporanea. La profonda trasformazione di questo paesaggio, che interessa sia la “parte piana”, ove sorge la città, sia la collina, non si attua che al prevalere di una pianificazione a carattere estensivo, che eliderà gli antichi rapporti e ne muterà profondamente l’immagine, costruendo quella attuale.
La Città Palinsesto. Tracce, sguardi e narrazioni sulla complessità dei contesti urbani storici, vol. II, 2020
Despite the considerable bibliography on Margaret of Austria and her stays in Abruzzo, no attention seems to be given to the farm founded in 1573 outside the city walls. Historical documents describe this area which has retained its agricultural character until the 20th century. Today the buildings reveal the contrast between the extraordinary persistence and the effects of a lack of recognition. Nothing remains of the place that once characterized production and entertainment area, where the suburbs has now chaotically and unconsciously settled.
Nel caso de Le Cascine in Città, l’espressione “trovare le proprie radici” non poteva essere più appropriata; la zona ovest di Borgata Parella a Torino – l’ultimo lembo della città prima del confine con Collegno – conserva infatti una significativa porzione rurale, in particolare al di là di via Pietro Cossa e delle strade della Pellerina e della Berlìa. I terreni sono ancora irrigati e coltivati a campo per la produzione di frumento e di granturco e a prato per l’allevamento bovino. Grande ruolo ha avuto e ha ancora il fiume che li attraversa, la Dora Riparia, che raccoglie in sé il bacino idrogeologico dell’intera valle di Susa. Significativa è la presenza delle cascine, alcune delle quali ancora attive in senso agropastorale, che rappresentano quindi l’ultima testimonianza di un’economia apparentemente lontana dall’ambiente urbano, ma che, al contrario, in questo caso ne è pienamente partecipe
"Storia dell'Urbanistica". Annuario storia della città e del territorio, 2020
Nonostante l’avanzare costante dell’estensione della superficie urbanizzata che, sin dalla scelta di Torino come capitale sabauda, è contraddistinta da un sacrificio delle aree destinate ai coltivi a favore di quelle urbane, il sistema produttivo agrario della cosiddetta «parte piana», per distinguerla da quella «collinare», secondo la dizione invalsa nei piani regolatori sin dall’inizio del XX secolo (capitale quello del 1906-08), lascia vistose tracce della propria presenza e organizzazione. Ancora oggi, facendo i conti con i processi di rigenerazione urbana, la città scopre di avere lacerti consistenti non solo di singoli complessi rurali (talvolta annegati nella compatta rilettura di estese aree cittadine, ma in altri casi ben visibili ed emergenti in modo quasi incongruo in contesti peraltro ormai alieni), ma di un intero sistema. Una rete che comporta la presenza superstite di «vie vicinali», come appaiono indicate nella cartografia storica, di bealere ossia canalizzazioni artificiali a scopo irriguo derivate dai principali corsi d’acqua che naturalmente caratterizzano l’area, financo tracce di perimetrazioni di proprietà e di vecchi sistemi di demarcazione dei confini, dai cippi alle edicole votive. Se le singole emergenze sono abbastanza ben documentate, è proprio questo sistema territoriale sotteso che va evidenziato, assieme al suo rapporto – talvolta rafforzato, seppure magari in parte inconsapevolmente, più sovente negato, sottaciuto e apertamente violato – con la pianificazione urbanistica; una programmazione costante, continua e sempre in qualche misura coerente con se stessa, che caratterizza una città non a caso, per suo ruolo di capitale, riconosciuta come “ipernormata” e connotata da una ingente espansione tra la seconda metà del XIX secolo e i primi anni ottanta del XX, per poi assistere invece a fenomeni di contrazione e ridisegno. Appoggiandosi alla cartografia storica, ai dati d’archivio (in particolare quelli conservati presso l’Archivio Storico della Città di Torino), ma anche alla lettura tipologica dei complessi agricoli, si cercherà di offrire una “visione d’insieme”, sistemica, del processo di perdita della caratterizzazione rurale della sezione piana della città, ricomponendo i lacerti – ancora oggi ben visibili – di un sistema che è stato determinante, con lunga continuità, anche per i rapporti tra la capitale e il suo immediato orizzonte territoriale.
Un sistema agricolo familiare ovvero ciò che è chiamato il monachesimo del Giura (2016)
The principal aim of this paper is to describe the ascetic community founded by the two brothers Romanus and Lupicinus on Jura mountains in the fifth century. Although the male communities are usually described as open places, crowded with guests, pilgrim and sick people and historians wanted mainly to put this form of ascetic way of life in relationship with other similar Gallic communities, some traces in the Life of the Jura Fathers show as these elements are quite unsatisfactory. Family and patrimony seem to be the most predominant feature of these series of monasteries. These traces are here collected in order to try a new description and interpretation of the Jura monasti-cism, which appears mainly as a reorganization of a rich and spread family estate system. In this case, hagiographical and archaeological data fruitfully agree.
La sua area di origine e di allevamento è la Murgia Nord-Occidentale o Alta Murgia, ma un tempo la pecora Altamurana interessava le provincie di Bari (dominava incontrastata nei Comuni di Altamura, Bitonto, Terlizzi, Ruvo, Corato, Andria, Minervino e Spinazzola) e Foggia (Cerignola, Ascoli Satriano, Candela e Margherita di Savoia) ed era diffusa nel brindisino e nel tarantino. Si allevava anche nelle zone alte delle province di Matera e Potenza e particolarmente nella Fossa Premurgiana, che separa la Murgia barese dai monti della Basilicata, dove i terreni sono costituiti prevalentemente da argille e sabbie del quaternario ed il pascolo è più abbondante per la maggiore fertilità del terreno. Oggi l'allevamento della razza è limitato a pochi nuclei presenti nelle province di Bari e di Foggia.