Ri-conoscere i segni della memoria (original) (raw)
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2008
Casa Il camminatore è uno che va in giro per campi e paesi perché crede nell'accoglienza del mondo. È uscito nell'aperto perché là, nella luce che schiude lo spazio, conta di incontrare le cose e di non venirne respinto come straniero. Non sempre la sua fiducia verrà premiata, ma talvolta troverà spazi non ostili, dilatazioni della sua percezione, curvature ospitali della superficie che percorre. Dopo la registrazione del disordine se non dell'infezione del mondo, sul suo taccuino il camminatore Gianni Celati ritroverà annotazioni acquietate, depositi di raccoglimento: "Qui voglio parlare di Pomponesco […]. Là in fondo l'aperto si presenta dietro un orizzonte, facendo sentire l'indistinta lontananza che dà un senso alla nostra collocazione spaziale. Piazza quasi sempre vuota, dove il vuoto si riconosce come l'accogliente, e noi accolti potevamo accorgerci degli altri accolti di passaggio, senza la solita sensazione di fastidio" 1 . Se la città è un'estensione della casa, poiché essa chiude l'uomo due volte (entro le pareti della casa ed entro le mura della città), la piazza equivale al vano del focolare come centro del luogo chiuso 2 . Ma qui la piazza resta dis-chiusa, include 1 Gianni Celati, Verso la foce, Feltrinelli, Milano 1989, p. 46. 2 Oppure, se si vuole, l'agorà/forum al centro della città corrisponde all'atrium della casa greco-romana, luogo aperto verso l'alto al centro della casa. Cfr. Hajo Eickhoff, Casa, in
Rivista di filologia cognitiva, 2005
Nella quinta parte del trattato di poetica noto con il nome di Leys d'Amors, Guilhem Molinier, il giurista incaricato di redigere l'opera dal Consistori del Gay Saber, mostra praticamente come chiunque, «cant que sia durs e rudes», possa procedere nella composizione di versi.
I segni del portale: memoria individuale e memoria collettiva.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria e San Dalmazzo di Masio. Un percorso di ricerca., 2019
L'umanissima attività di incidere qualsiasi superficie rigida esiste dall'antichità più remota, come attestano i segni pre- e protostorici realizzati in contesti naturali, su pareti rocciose e massi erratici, nei pressi di sorgenti, entro grotte e cavità. In età storica si affiancano a tali incisioni altre testimonianze-genericamente denominate "graffiti"-realizzate con varie finalità su pareti di edifici pubblici e privati, laici o legati al culto, all'esterno o all'interno di essi, su superfici nude (conci in pietra, laterizi), intonacate o affrescate.
Traccia e simbolo tra memoria e oblio (2019)
2019
The essay offers a critique of the validity of the computer model of memory (“storage and recovery”) when applied to mental mnemonic phenomena. The critique is articulated in the following moments: 1) from the neurological standpoint, based on the latest studies, it is clear that the brain does not function as a digital device; 2) the mnemonic trace is not a datum or an information, but a symbol, which serves as a cue for the re-narration of memories that occurs in the anamnesis; 3) the relationsh ip between hypnomesis and anamnesis is not linear and unidirectional, but circular; 4) in this relationship, oblivion plays in several ways an essential role. From this derives a conception of memory as a dynamic and creative activity: living memory as narration and continuous regeneration of memories.
Analisi del significato della giornata del ricordo, istituita nel 2005
ebook
Riflettendo sull’anamnesi platonica alla luce del legame tra il pensiero di Platone e la concezione ontologica delle culture tradizionali messa in luce da Eliade si può cogliere come l’esperienza della reminiscenza sia intimamente legata ad un’idea di memoria che va ben oltre la capacità di immagazzinare dati empirici e che nel suo fondo più vero si presenta come memoria dell’originario, ovvero come memoria indelebile di un’esperienza religiosa primordiale. Ciò si lega ad una concezione del tempo che per l’uomo arcaico si presenta circolare ed è dunque lontana dalla moderna concezione della storia. Anche in alcuni miti platonici ritroviamo la medesima idea del tempo circolare e del ricordo di quanto accaduto in origine. Proprio il senso e il ruolo del mito riemerge nella sua centralità come mito anamnestico capace di ricondurre la conoscenza a modelli archetipici originari. Perciò, tanto per quanto riguarda l’anamnesi quanto per la conoscenza degli archetipi, non è difficile ritrovare nelle culture primitive una struttura che senza difficoltà può dirsi platonica. Reflecting on the platonic recollection in the light of the link between Plato's thought and the ontological conception of traditional cultures detected by Eliade, one can see how the experience of recollection is intimately linked to an idea of memory that goes far beyond the capacity to store empirical data and which in its truest background presents itself as a memory of the original, or rather an indelible memory of a primordial religious experience. This is linked to a conception of time that for archaic man presents itself as circular and is therefore far from the modern conception of history. Even in some platonic myths we find the same idea of the circular time and of the memory of what happened originally. In fact the sense and role of the myth remerge in its centrality as an anamnestic myth capable of bringing knowledge back to original archetypal models. Therefore, as regards both the recollection and the knowledge of archetypes, it is not difficult to find in primitive cultures a structure that without difficulty can be said to be platonic.
Fata Morgana, 2018
In questo saggio si è voluto fornire un panorama diversificato dei contributi teorici del settore, per scongiurare il rischio di un’interpretazione dell’archeologia dei media come contenitore onnicomprensivo di tutta la mediologia contemporanea. Si è cercato di contestualizzare il discorso “archeologico” nell’ambito di una polifonia di ricerche ed interpretazioni sulla storia dei media, sulle analisi culturali degli oggetti mediali e sulle tracce di un vasto discorso sui dispositivi e i loro significati.
LA MEMORIA, UN ESERCIZIO DI INTROSPEZIONE
GARIWO, 2020
La memoria non è riducibile all'oggetto che viene ricordato. È un esercizio riflessivo, che coinvolge anche e soprattutto il soggetto che ricorda. È un esercizio su di sé. Un esercizio di introspezione e azione su noi stessi: altrimenti è inutile, vuoto, privo di senso.