Vocazione e prime esperienze di Antonio di Cristoforo e Niccolò Baroncelli, scultori fiorentini a Ferrara, in “Prospettiva”, 139-140, 2012, pp. 35-57 (original) (raw)
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Nato a Pomarance vicino a Volterra e cresciuto nel solco della migliore cultura pittorica toscana in chiave senese, Cristoforo Roncalli seppe, grazie allo studio di Raffaello e dei grandi testi pittorici che poté studiare in seguito al suo trasferimento a Roma, forgiare uno stile proprio e riconoscibile e ritagliarsi un ruolo importante nell'ambiente artistico dell'Urbe a cavallo tra Cinquecento e Seicento.
La formazione di Lino Bianchi Barriviera (1906Barriviera ( -1985, veneto di Montebelluna, deve al suo trasferimento fin dagli anni di guerra in Emilia e poi in Toscana le proprie matrici culturali, saldamente radicate nella cultura figurativa dell'Italia del primo quarto del Novecento. È proprio in Toscana, infatti, con iniziali permanenze ad FLAVIA PESCI
È ormai da qualche tempo che l'attenzione degli studiosi del pensiero medievale si rivolge convenientemente verso quei testi prodotti anche in ambito francescano dai cosiddetti ''minori''. Queste imponenti operazioni di scavo e la conseguente rimessa in circolo di temi e personaggi sovente schiacciati dal soverchio basto dell'autorità dei ''grandi''-se ci fermiamo al pensiero francescano soprattutto Bonaventura e Scoto-hanno notevolmente allargato gli orizzonti interpretativi, in un certo senso idealmente ricongiungendosi, rimodernandone l'espressione, alla grande tradizione erudita francescana, espressa nel secolo scorso dai tanti dotti frati, indefessi scopritori ed editori di fonti. Ecco che allora si ripresenta con forza alla mente la suggestione insita nella ''legge hegeliana della quantità che diventa qualità '': produrrà-se ciò non è già stato-l'aumento degli studi su testi e autori ''minori'' francescani sino ad ora poco frequentati un mutamento dei paradigmi interpretativi? Un ottimo esempio in tal senso è offerto proprio dall'eccellente lavoro di Francesca Galli che riprende e reimposta dalle fondamenta la ricerca su un autore e su un testo, Bartolomeo da Bologna, e il suo De luce. Il corposo volume è dunque, nelle sue parti essenziali, così strutturato. Dopo una densa prefazione (Una finestra di vetri colorati) di Corrado Bologna, inizia l'ampia ''Introduzione''-si direbbe quasi una monografia-di Francesca Galli in cui si tratta della biografia e degli scritti attribuiti a Bartolomeo da Bologna; dell'interesse per l'ottica dei francescani e delle sue ''interpretazioni spirituali'' nel XIII secolo; della struttura delle delle sue fonti; dell'''eredità evanescente'' del testo. Segue l'ampia ''Nota al testo'' in cui l'autrice prende dapprima minuziosamente in considerazione la tradizione manoscritta, dipoi chiarendo le molteplici questioni inerenti l'edizione del testo; si offre di seguito al lettore una pregevole sintesi dei contenuti dei singoli capitoli dell'opera, secondo quello che doveva essere in origine l'ordine del testo, convenientemente ricostruito dalla studiosa; infine è posto un utile glossario nel quale compaiono i termini di maggior rilievo nel contesto della riflessione del frate bolognese. Segue l'edizione critica del testo latino nelle due versioni di cui oggi si ha notizia, l'ampia bibliografia e gli indici ''dei nomi di persona e di luoghi'' e, a finire, quello dei manoscritti. Dare una sintesi efficace della biografia di Bartolomeo non è cosa facile, date le poche notizie rimaste su di lui, nonostante questo l'autrice ne ricostruisce nelle linee essenziali un quadro attendibile che in qualche punto integra e corregge quanto già detto in precedenza da Longpré, Squadrami e Glorieux. Bartolomeo, nonostante il silenzio per molto tempo abbia avvolto il suo nome, non fu certamente in vita un personaggio di secondo piano, partecipò anzi in prima persona ad avvenimenti oggi riconosciuti come ''snodi fondamentali'' nella storia dell'Ordine. Egli era, lo si può capire dalle molteplici e varie fonti che utilizza nelle