Soldati e pratica scrittoria: i graffiti parietali, in Le métier de soldat dans le monde romain, Actes du cinquième congrès de Lyon, Lyon 2012, pp. 9-23. (original) (raw)

Ma il soldato romano era davvero il rozzo ignorante che i letterati di solito ci presentano?". Così si chiede Jean-Michel Carrié 1 , dopo aver passato in rassegna molti dei topoi letterari creatisi (e cristallizzatisi) attorno alla figura del soldato romano, giungendo, dopo un'attenta disanima della documentazione papirologica ed epigrafica, alla conclusione che "l'esercito romano non era una specie di deserto culturale e intellettuale" 2 . Non v'è dubbio che vi fossero ufficiali colti e centurioni con malcelate velleità poetiche, come Q. Avidius Quintianus e M. Porcius Iasucthan 3 -ammesso e non concesso, comunque, che le composizioni in versi affidate alla pietra siano opera loro 4 -, ma è pur vero che Vegezio quando afferma che in legionibus plures scholae sunt, quae litteratos milites quaerunt, e che al momento dell'arruolamento in quibusdam (scil. tironibus) notarum peritia, calculandi computandique usus eligitur 5 , sembra proprio sottolineare, con l'uso della * Un ringraziamento particolare debbo a quanti nel corso del Convegno sono intervenuti con osservazioni e suggerimenti: in particolare Yann Le Bohec, Patrick Le Roux e Christophe Schmidt Heidenreich. Molto debbo anche all'amico Antonio Ciaralli e a Jan Theo Bakker, che ha messo a mia disposizione una foto del suo archivio (CIL, XIV, 4530). 1 J.-M. Carrié (1989: p. 131). 2 J.-M. Carrié (1989: p. 131-134, la citazione è a p. 134); cfr. anche S.E. Phang (2007: p. 300), per la quale "a persistent prejudice among the senatorial and equestrian aristocracy was that military men were uncultured"; si veda inoltre M.I. Rostovtzeff (1936: p. 48). Qualche dubbio esprime invece E.E. Best (1966-1967: p. 126), che, parlando della trasmissione degli ordini, arriva a chiedersi: "how many men in a maniple or squadron would actually see the tablets?". 3 Rispettivamente IRT, 918-919 = AE