Angela Bellia (2018), Musica, spazio e rito nelle città cerimoniali dell’Occidente greco. Il caso di Selinunte, in (a cura di) M. Livadiotti, R. Belli Pasqua, L. M. Caliò, G. Martines, Theatroeideis. L’immagine della città, la città delle immagini, («Thiasos Monografie, XI»), Roma, Quasar, 329-342. (original) (raw)
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Musica e danza nelle città cerimoniali dell’Occidente greco: il caso di Selinunte
2018
The purpose of this paper is to reconstruct the role and function of music and choral performances at Selinunte, one of the most important Greek cities in the West, renowned for its intense and sacred activities of worship. Information regarding the organisation of ritual and musical activities at Selinunte, the processional routes, and the rituals related to the places of worship have been analysed. These are of great interest due to the associ-ation with the activities linked to the Temple R and the so-called Megaron located in the southern sector of the great urban sanctuary. It is quite probable that this was a large theatrical space used for musical and dance performances related to the worship of a goddess, likely Demeter. The organisation of spaces and performances of ritual dramas, as well as music and dance activities involving a large popular participation, allow us to consider the “musiking” in the Siceliot town as an essential component to strengthen the cultural and soc...
Gli esametri Getty e Selinunte: testo e contesto, («Fonti e studi di Storia Antica»), 2018
(Dalla presentazione del volume di Claudia Antonetti) Si tratta del lavoro d’insieme più cospicuo sui cosiddetti ‘esametri Getty’ apparso dalla pubblicazione degli stessi a opera di D. Jordan e R. Kotansky nel 2011 e dopo l’importante volume collettivo edito da C. Faraone e D. Obbink nel 2013. Alcuni seminari di studio hanno scandito il lavoro in itinere: il convegno “Selinunte nell’antichità: prospettive e ricerche” tenutosi all’Università di Urbino il 17 e 18 ottobre 2012 e organizzato dal compianto Mario Luni e da Paola Angeli Bernardini e il “Forum veneziano sugli esametri Getty da Selinunte” organizzato all’Università Ca’ Foscari di Venezia il 19 e 20 novembre 2015. Gli ‘esametri Getty’ tramandano, incisi su una lamina plumbea opistografa di ignota provenienza e donata nel 1981 al John Paul Getty Museum, un testo di natura magico-catartica composito e piuttosto oscuro, databile fra il V e il IV secolo a.C., destinato a essere riprodotto sia oralmente sia per iscritto con inevitabili modifiche di cui sono testimoni gli esemplari più tardi del genere giunti fino a noi. Il testo si definisce in incipit un’epode, cioè un poema incantatorio, e poiché la diffusione antica e profonda di tali rituali è accertata in età tardo-arcaica e classica a Selinunte e a Imera, era legittimo il tentativo di valutarne l’‘efficacia’ all’interno di contesti storicamente determinati e conosciuti della Sicilia occidentale. Il contesto esemplare su cui meglio poteva focalizzarsi la ricerca ci è sembrato quello di Selinunte, in quanto comunità che, pur avendo subito i traumi della distruzione bellica operata dai Cartaginesi – non diversamente dalle maggiori poleis della Sicilia centro-occidentale a partire dal 409 a.C. –, ha anche sperimentato con successo le nuove esperienze di convivenza realizzatesi nel IV secolo fra diverse popolazioni elleniche, anelleniche e soprattutto puniche. In tale prospettiva si è organizzata la nostra ricerca: la prima parte del volume raccoglie sistematicamente i contributi dedicati al testo nei suoi aspetti epigrafici, linguistici, stilistici, letterari, funzionali, cultuali e religiosi; la seconda approfondisce il contesto paradigmatico scelto, quello di Selinunte, nella sua storia archeologica, letteraria, religiosa e socio-culturale, in un’ottica di transizione e trasformazione dalla Sicilia classica a quella greco-punica. Claudia Antonetti Venezia, 20 dicembre 2018 https://www.ediorso.it/gli-esametri-getty-e-selinunte.html/#product\_tabs\_additional\_tabbed
2017. Angela Bellia, Book chapter: Invito alla musica nell’Aldilà e le lire di Poseidonia in Tombe di ‘musicisti’ in Magna Grecia: il caso di Metaponto, in (a cura di) A. Bellia, A. De Siena, G. Gruppioni, Solo tombe di musicisti a Metaponto? Studio dei resti ossei e degli strumenti musicali contenuti nei corredi funerari, («TELESTES. Studi e Ricerche di Archeologia musicale nel Mediterraneo», III), Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2017, pp. 48-51 (pp. 45-98).
The development of city planning and public buildings of Solunto, a Hellenistic-Roman city laying on the slopes of Monte Catalfano overlooking the coastline of the north-west Sicily, has been a matter of argument of many scholars that place its realization in different points of the Hellenistic period, from the age of Dionysius I to the 2nd century BC. Unfortunately, these hypotheses can’t be supported by the documentation of archaeological data, which seem irremediably lost. Nevertheless, some new consideration can be made by comparing Solunto with other sicilian cities of mid and late Hellenistic period like Halesa, Segesta and Phintias. These have been investigated recently and with more accurate method, and showing strong affinities with the urban centre situated on the slopes of Monte Catalfano. All these cities show themselves as a glimpse of the vibrant development in which the Hellenistic Sicily was involved after the Roman conquest, when many poleis underwent deeply economic, social and cultural changes and, as result of that, also a renewal of the urban fabric, outcome of an Hellenistic koinè merging features of microasiatic greekness with punic and italic features. This new view is essentially in contrast with the traditional narrative, that depicts Sicily and his cities as in an inexorable decline after the enstablishment of Roman provincial governament, with the island’s cities suffering a comprehensive loss of autonomy, worn down by the demands of Roman taxation and the effects of Roman rule.
Abstract del volume Si può concepire un rito senza movimento? Dal più occasionale, compiuto una tantum da un singolo individuo, al più complesso, partecipato e celebrato per secoli da un gruppo sociale più o meno ampio, il movimento appare come una componente imprescindibile di ciascun rito. Il presente volume intende esplorare in modo sistematico il rapporto tra rito e movimento, nelle sue diverse e possibili declinazioni, considerando in che modo essi dialoghino a comporre un evento, una performance “speciale”, cioè avvertita come al di fuori dall’ordinario da chi la esegue e da chi vi partecipa a vario titolo. Il movimento rituale contribuisce inoltre a trasformare lo spazio in cui è eseguito, plasmandolo in senso culturale, sociale e fisico, e riecheggiando nei luoghi e nella memoria ben oltre la sua esecuzione. I saggi raccolti nel volume indagano questo tema spaziando dall’antica Mesopotamia al Mediterraneo Antico, dalla Tarda Antichità al Medioevo. Angela Bellia, Dancing in the Sacred Space/Danzando nello spazio sacro As something that does not tend to leave direct material traces, dance is not often considered in archaeological work. However, dance was an important aspect of ancient life that can be investigated using a new approach to the archaeological remains. The goal of this contribution is to analise the evidence for a notable number of images of dancing performances attested for the decoration of Greek sacred architecture. Taking in consideration their role within their sacred context, these images with dance performances in the sacred sphere will be explored in order to enhance our knowledge on the interactive relationship between sacred spaces, body movements, and human participants to the ceremonies. Come qualcosa che non tende a lasciare tracce materiali dirette, la danza non è spesso considerata nei lavori archeologici. Tuttavia, la danza era un aspetto importante della vita antica che può essere indagato utilizzando un nuovo approccio ai resti archeologici. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le testimonianze di un notevole numero di immagini di performances coreutiche presenti nella decorazione dell’architettura greca. Queste immagini con attività coreutiche saranno esplorate tenendo conto della loro funzione nella sfera sacra e della interazione tra spazi sacri, movimento corporeo e i partecipanti al rituale. KEYWORDS Dancescape, Danza in circolo, Metope, Aulos, Spazio sacro Dancescape, Circular Dance, Metopes, Aulos, Sacred space
The aim of this paper is to introduce the main features of the armed dancers in Greek and Roman world. In the first part of this paper we shall present some characters of the Greek mythology connected with apotropaic dance with shields and swords (Kouretes and Korybantes), involved in the birth-stories of Zeus and Dionysos. The next step of this analysis is to show the cultic context of the Pyrrhic dance and to define his meaning in the greek religion. The second part of the article concerns, more specifically, the representation of Salii dance in Roman world. This ritual is known by literary descriptions and epigraphic sources, but its iconographical and archaeological evidence is controversial. This apparent dichotomy is interpreted by a socio-cultural perspective.